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Roma, stoccata di Mourinho: “Non giocavo per vincere”

Sono passati quasi cinque mesi dall’esonero da parte della Roma, ma per José Mourinho la ferita sembra essere ancora aperta

Dopo l’annuncio come nuovo allenatore del Fenerbahce, José Mourinho torna a parlare della sua esperienza in Serie A alla guida della Roma.

José Mourinho (LaPresse) – calciomercato.it

Quando sono passati cinque mesi dall’esonero da parte della Roma, José Mourinho torna a parlare della sua esperienza in giallorosso. Lo ha fatto intervenendo ai microfoni di RTP nel prepartita dell’amichevole pre-europei tra Portogallo e Croazia. Il tecnico portoghese, da pochi giorni ufficialmente nuovo allenatore del Fenerbahce, è partito spiegando proprio la scelta di sposare la causa del club turco: “Ho accettato perché mi mancava giocare per vincere, allenare per vincere”.

Una frecciatina neanche tanto velata alla sua ex squadra. Alla Roma, infatti, Mourinho “non giocavo per vincere” anche se la squadra giallorossa “ha giocato per vincere perché dici che se ci sono io gioco sempre per vincere” ma “non è così”. Lo Special One ha poi raccontato: “Da quando sono andato fino al termine della stagione non è cambiato nulla”.

Roma, le stoccate dell’ex Mourinho

Il tecnico lusitano che il successo in Conference League “rappresenta qualcosa fuori dagli schemi” ma “a livello nazionale non siamo riusciti a competere”. Allo stesso tempo il Fenerbahce in Europa “ovviamente avrà le sue difficoltà, ma a livello nazionale sarà diverso”.

José Mourinho (LaPresse) – calciomercato.it

Perché “storicamente ci sono Fenerbahçe, Besiktas, Galatasaray, a volte Trabzonspor, lotteremo per il titolo nazionale e questo mi motiva”. Una motivazione che “non avevo più alla Roma e al Tottenham, mi manca non poter perdere punti e dover giocare sempre per vincere”.

Infine, sulle favorite in vista degli Europei in Germania: “Portogallo favorito? Dipende, ci sono tre o quattro squadre più forti come Inghilterra, Francia, Spagna e Germania”. Mourinho non scommetterebbe sull’Italia: “Non è una generazione di grande talento e non riesco a trovare abbastanza talento per la vittoria”.

Paolo Siotto

Classe ’93 e giornalista pubblicista dal 2015. Dal calcio alla cronaca, sempre seguendo il filo diretto dell’informazione.

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