Il ct della Nazionale Luciano Spalletti in conferenza stampa prima del match contro la Spagna di Morata, Yamal e Fabian Ruiz
DA GELSENKIRCHEN – Meno uno alla partita che può decidere le sorti dell’Italia a questo Europeo. Domani a Gelsenkirchen si gioca la sfida tra Spagna e Italia, entrambe vittoriose all’esordio contro Croazia e Albania. Un match che è un grande classico del calcio europeo, ma di significati ce ne sono parecchi.
Dalla pancia della Veltins Arena, le parole in conferenza stampa del ct azzurro Luciano Spalletti, dalle 14.30 in diretta su Calciomercato.it:
Chi tirerà eventuali rigori? “Secondo me ne abbiamo più di uno: Scamacca, Retegui, Barella, Dimarco, poi li sanno battere Calafiori e Jorginho. Uno di questi. Perché poi sui rigori se ne dicono sempre uno o due, poi c’è quello che non se la sente magari e bisogna avere quelli di scorta”.
Pensa di cambiare tanto o niente? “La formazione la dico domani, perché anche degli altri non mi sono arrivate notizie”.
La partita più importante della carriera? “Ne ho passate tante, ma questa è da mettere a quel livello lì. Tutti abbiamo storia da raccontare. Alla mia età c’è bisogno di storie da raccontare e questa può essere una di queste”.
Come cambia a se seconda della Spagna? “La Spagna è diventata questa perché ha fatto sempre lo stesso calcio ed è diventata così riconosciuta perché ha avuto il coraggio di mantenere nel tempo la stessa idea di calcio, la stessa richiesta e la stessa disponibilità del calciatori. Si parla di calcio internazionale, di confronto con scuole di calcio più definite. Per arrivare a quei livelli bisogna fare quello che hanno fatto loro, riproporre sempre la stessa idea di calcio. Una volta si tenta di giocare a pallone e si riesce a stare nella loro metà campo. Ma il tentativo di fare la partita c’è. Loro hanno tutto da un punto di vista di caratteristiche individuali e di squadra. Dovranno essere più alti i tempi di reazione nostri, il ritmo è quello. Con la Croazia picchiano sempre allo stesso modo, la Croazia gli è entrata in queste pause. Noi dobbiamo essere bravi a mantenere sempre lo stesso livello”.
Come andrete vestiti a questo esame? “Noi siamo vestiti da Giorgio Armani. C’è la voglia di confrontarsi contro una delle scuole calcio più importanti. Non dovremo avere rimpianti, sarà più difficoltoso ma si va lì vestiti bene e disposti a sporcarsi se ci fosse bisogno”.
Si parla tanto di tattica, non ha la sensazione che la chiave sia anche molto tecnica? Vuole di più nell’iniziativa personale? “Bisogna riuscire a trovare equilibrio non solo a livello tattico. Dieci calciatori che dribblano non si posson osostenere, Yamal è più bravo a fare quello ma ha meno disponibilità quando deve ripiegare. Bisogna essere biàfasici, ad altri gli si concedere qualcosa in più. Difficile trovare uno specializzato per fare quello e basta. Tutti siamo numeri 10, i terzin ifanno le ali e gli rimane quello che è la voglia di riconquista della palla e un’impeccabilefase difensiva. Stones fa il trequartista e rifinire le azioni in fase offensiva. Più se ne hanno di quelli che saltano l’uomo. Dobbiamo mettere a posto delle cose ma siamo sulla buona strada perché abbiamo preso qualche ripartenza di troppo, se ci metto anche le qualificazioni. Poi oltre al singolo e l’individualità c’è la squadra, poi se uno ha l’accelerazione con massimo 34 e gli altri 29, loro hanno tempi di reazione inferiori. Se poi saremo bravi penseremo a cosa fare nell’uno contro uno. C’è una differenza di tempi di reazione che devono essere più corti e più sintetici mantenendo il comportamento da squadra”.
Cosa la preoccupa di più della Spagna? Che tipo di partita si aspetta? “Mi preoccupa di più il livello di calcio che dobbiamo proporre noi. La chiave che apre la porta della possibilità di vincere la partita è il livello che facciamo noi. Mi interessa quello e sono più attento a questa situazione. La Spagna sa fare cose che sono importanti, a votle dovremo subirla. Ma le intenzioni devono essere di quelle giuste. Abbiamo rispetto per la storia e la qualità della Spagna. Non bisogna pensarvi più forti di quelli che siete, sarebbe un errore, noi abbiamo le possibilità di giocarci la nostra partita. Ne parleremo dopo la gara”.
Si identifica nel calcio spagnolo? “Per quanto mi riguarda mi piace molto il calcio che fa la Spagna, di conseguenza si prendono delle cose, analizzare delle cose perché è un calcio molto offensivo, tengono sempre molti uomini alti. Dobbiamo essere bravi a trovare quello libero in poco tempo, se non c’è saremo costretti a tirare la palla addosso agli attaccanti”.
La Spagna gioca meglio di tutti? “Ce ne sono tante che giocano un calcio offensivo bello e propositivo. Una di queste è la Spagna, ma non sono gli unici. Non sopravvalutatevi, ma sì abbiamo bisogno di fare dei passi in avanti”.
Questa Spagna è più difficile da analizzare rispetto a quella di 15 anni fa? “Sono simili, questa verticalizza di più. Dipende da chi giocherà prima punta, Morata è quello più bravo ad attaccare la profondità. Morata attacca e corre moltissimo, non è pigro. È uno che fa numeri, metri totali e di velocità. Un calciatore così ti attacca lo spazio dietro la linea tantissime volte. Yamal riceve la palla in profondità e sui piedi. Una delle difficoltà che avremo sarà sicuramente quando riusciremo a fare la partita nella loro metà campo le preventive sulle ripartenze, a campo aperto sono micidiali”.
L’approccio come sarà? Ci sarà un calcio più propositivo o aggressivo ragionando? “Aggressivo vuol dire anche andandola a prendere pressandoli. Il tentativo va fatto. Bisogna andare forte, dipende però dalle distanze di squadra. Ma noi anche se non ci siamo riusciti. Noi li vogliamo pressare corti. Nei tempi più corti, nelle distanze ravvicinate c’è la difficoltà di essere più puliti. Non la perdono mai altrimenti se non li pressi. Il tentativo è quello, pressarli ed essere più bravi di loro a giocare la palla. Poi c’è tutto dentro la partita. Non possiamo giocare solo in ripartenza, loro hanno Rodri e noi Jorginho davanti alla difesa. Rodri si abbassa e diventa il quinto difensore, fa sempre quello che chiede la situazione. Jorginho non va bene per fare il quinto difensore. Ci vuole struttura, scocca, fisico, lui è un calciatore più di qualità. Si cerca di mettere insieme tutte queste notizie e caratteristiche e qualità che si hanno per tirare fuori una prestazione che somigli il più possibile a quello che si vuole fare”.
Come si allena la concretezza? “Tenteremo di fare ugualmente la partita. Bisogna essere bravi a fare questi cambi di velocità per portare a casa quel vantaggio che ci siamo procurati con l’inizio dell’azione. Quando si arriva davanti al portiere siamo già a dama, cioè biisogna fare gol ma prima bisogna arrivarci. La tranquillità di poter fare quasi sempre gol è difficile. Poi bisogna sempre parlare anche di coraggio, emozione, responsabilità. Si fa un’analisi corretta e tentare di mettere a posto la semplicità dell’esecuzione quando siamo lì. Che è una cosa semplice. Va trattata così e non come complessa altrimenti diventa tutto difficile. Quando ci troviamo lì dobbiamo pensare che è la cosa più semplice fare gol, altrimenti poi si va a caricare quell’emozione che hanno i ragazzi nel giocare questa partita. Folorunsho la sera pensa a giocare la partita, non ad altro, per quello che è il suo percorso, siamo sicuri. Sarebbe sbagliato fargli sembrare tutto più pesante e difficile”.
Per lei è un derby? “No, sono tutti derby. Quando gioco un Europeo sono partite che non capiteranno più, passano per non ripassare e gli do quell’attenzione che devo. Tenteremo di fare la stessa partita fatta con l’Albania. Vogliamo misurarci contro una squadra forte come la Spagna per vedere il nostro livello di calcio contro una delle squadre più forti che ci sono. Ora valuteremo, anche contro squadre forti nelle qualificazioni abbiamo cercato di fare un calcio propositivo di possesso palla. Sono convinto che se diamo il pallino a loro ne usciamo male, quindi tenteremo di fare la nostra partita e comandare il gioco. Vedremo se saremo in grado di farlo anche contro la Spagna”.