Spagna-Italia, Spalletti non si nasconde: “Non c’eravamo. Troppi giocatori sotto livello”

Il ct dell’Italia Luciano Spalletti commenta la sconfitta amara contro la Spagna, sopratutto per la prestazione opaca di tutta la squadra

L’Italia stecca malamente il big match contro la Spagna perdendo 1-0, ma soprattutto subendo un’occasione dopo l’altra, graziata da un po’ di sfortuna delle Furie Rosse e le parate di Donnarumma. Gli Azzurri restano con il coltello dalla parte del manico, visto che basta un punto per qualificarsi come secondi.

Spalletti (LaPresse) – calciomercato.it

Nel postgara le parole in conferenza stampa di Luciano Spalletti:

Ora devi convincere i calciatori a proseguire su questo percorso. “Convincere i calciatori diventa facile. Noi abbiamo probabilmente recuperato male su quella che era la pesantezza a livello di importanza del torneo. C’è stata troppa differenza da un punto di vista di brillantezza. Non è che si possa andare a parlare di altre cose, è la base. Se non hai la stessa gamba degli altri non puoi fare le scelte con gli stessi tempi di reazione. Se non hai questa brillantezza e sei compassato di fronte a un avversario che ha qualità tecnica come loro perdi di lucidità, qualsiasi possibilità di reazione. Alla base si è evidenziato questo, che loro avevano una gamba oltre le qualità tecniche di Nico e Yamal che hanno velocità sopra la media. I tempi di reazione sono stati differenti e ti porta a essere vittima delle riaggressioni, a sbagliare innumerevoli passaggi facili che abbiamo sbagliato ma hanno lo stesso denominatore che è la freschezza di gamba”.

Hai sottolineato la mancanza di freschezza: come te la spieghi? “Forse dovevo farli recuperare di più, dargli più giorni di recupero perché gli abbiamo dato un giorno e mezzo. E si è visto che è stata la scelta giusta come valutazioni nel monitorare col gps, ma oggi la differenza è stata netta, siamo sempre stati lunghi, non abbiamo mai accorciato gli spazi dentro e ci hanno creato problemi anche oltre il risultato, è inutile girarci intorno. Sulle verticalizzazioni abbiamo fatto di più, ma c’è stata troppa frenesia. Non siamo mai stati corti o giocato un calcio fluido. Quando abbiamo recuperato palla abbiamo fatto difficoltà a giocarla, dopo averla ripresa l’abbiamo rimessa subito in discussione. E abbiamo sbagliato passaggi facili che non si possono sbagliare. La scelta era stata fatta anche per pulire la palla e dargli un inizio corretto”.

Voleva vedere il livello di questa Italia. A vedere questa Spagna è un po’ l’Italia che vorrebbe vedere in futuro. “La Spagna la vorrebbero copiare tutti come modo di giocare. Io devo riuscire a far capire l’importanza di fare la partita ad armi pari. Se ti metti lì contro queste squadre diventa difficilissimo alla lunga. Bisogna ribaltare il concetto di squadra, la mentalità. Devi fare una squadra di corsa che non palleggia e dare il pallino agli altri, ma non è un calcio che mi piace fare e mi resta difficile anche insegnarlo, perché non lo so fare. Per fare quello sono la persona meno adatta. Bisogna riandare a giocare la palla come abbiamo fatto nelle ultime due partite. E a tentare di prendere noi il pallino. Eravamo lunghi come squadra, poco reattivi, poco capaci di fare scelte anticipate su dove dovevamo portare questa palla. Mi aspettavo il tentativo di fare qualcosa di più, ma poi va molto a condizionarla il fatto che le gambe vanno di meno. E quella è la ragione da rimettere a posto, tutto il resto viene di conseguenza”.

Spalletti (LaPresse) – calciomercato.it

Emotivamente questo che risultato è o rischia di essere? “La partita ha detto che loro sono stati una squadra e noi non ci siamo riusciti. Una partita che hanno meritato di vincere a prescindere dalla differenza di gol. Non siamo mai stati dentro la partita e a creare delle situazioni corrette per andarsi a confrontare con un calcio di questo livello”.

Qualcuno l’ha delusa di più? “Se regali qualche calciatore diventa una difficoltà doppia. Gli spazi se li prendono loro nel comportamento normale di squadre, se poi con un paio non sei per niente dentro la partita loro ci costruiscono la possibilità di prenderla totalmente in mano e giocarla tranquillamente. Ma è evidente che è stata tutta la squadra, al di là della prestazione sottolivello di 2-3 singoli che c’è stata, lo siamo stati in diversi giocatori. Ma anche quando abbiamo tentato di giocare la partita sono state sempre reazioni compassate, lunghe. Raspadori e Retegui hanno pressato di più e in maniera più forte e abbiamo recuperato qualche palla in più giocando nella loro metà campo. Ma poi è sempre quella la cosa. Io dovevo cambiare qualcosa per quello che si è visto. Ma non è dipeso da solo due giocatori, con 4-5 freschi potevamo incastrarci meglio”.

Alcuni non hanno recuperato fisicamente o hai visto timidezza? “Un po’ tutto. Alcuni non avevano recuperato. Poi se non riesci a prendere la partita in mano, quelle che sono le differenze di velocità di alcuni elementi diventano ancora più evidenti. Se non li fai correre all’indietro e corrono solo avanti quelli che vanno al doppio, se non li logori facendoli tornare in fase difensiva. Correre in fase difensiva pesa il doppio, ti sembrano gli stessi metri ma sono il doppio come fatica. E poi diventa tutto più evidente e complicato”.

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