Le parole del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, che difende la scelta Spalletti e richiama alla pazienza
DA ISERLOHN – Il presidente della Figc Gabriele Gravina interviene da Casa Azzurri sul momento della Nazionale dopo la partita con la Spagna e a due giorni da quella decisiva con la Croazia. Il numero uno della Federcalcio ha parlato insieme al Sottosegretario Claudio Barbaro per una iniziativa FIGC-Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
L’apertura è stata ovviamente dedicata al tema della sostenibilità, un “progetto altamente innovativo su impulso della UEFA, la nostra deve essere una Federazione sostenibile, inclusiva e socialmente responsabile. Casa Azzurri è in linea col nostro progetto di sostenibilità ambientale, abbiamo piantato alberi in Campania ed è stata creata una foresta azzurra su terreni sequestrati alle mafie”. Gravina non ha potuto esimersi ovviamente dal parlare poi della squadra di Spalletti: “Voglio ribadire la scelta di un progetto che stiamo portando avanti, che richiede pazienza e tantissimo lavoro. Il clima è particolarmente sereno. Non dobbiamo mai dimenticare che stiamo parlando di un Europeo di calcio: ci sono le partite e i risultati sono legati anche alla forza degli avversari, a tante variabili. Non ci siamo esaltati dopo la vittoria contro l’Albania e dopo la meritata sconfitta con la Spagna, i ragazzi erano delusi ma ancora sereni. Noi dobbiamo andare avanti in maniera decisa sul nostro progetto. Abbiamo scelto il miglior allenatore sul mercato, ha una filosofia che noi condividiamo ed è l’unica strada che possiamo seguire. Dobbiamo ovviamente tenere conto delle distanze da altre realtà, non possiamo negarle”.
“Ma – spiega Gravina – sono distanze legate all’esperienza: il nostro gruppone composto per la maggior parte di giocatori tra over 23 e under 30 non ha la stessa esperienza, ad esempio, della Croazia. Paghiamo in termini di esperienza, di materiale selezionabile, il gap sulle strutture e tutte queste cose devono farci capire che non basta la storia di un paese per fondare le aspettative. Quest’ultime si creano col lavoro e giocando insieme. Noi siamo una squadra normale, per diventare una squadra speciale abbiamo bisogno di tutto ciò che ci circonda. Dobbiamo essere sereni. Capisco le aspettative, ma dobbiamo fare i conti con la realtà. Affronteremo la Croazia con la consapevolezza che possiamo competere con altre realtà sapendo che c’è un rischio legato al risultato”.
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