Buffon, Gravina e la formazione: i retroscena di Spalletti. E domani gli italiani saranno meno della metà

La Nazionale tutta unita nella conferenza prima di Croazia-Italia, dove Spalletti farà diversi cambi. Sugli spalti saremo in grossa inferiorità

DA LIPSIA – Giornata di conferenza stampa, di sensazioni e di messaggi. Spalletti qualcuno ne ha mandato sulla formazione domani contro la Croazia, difendendo a spada tratta Giovanni Di Lorenzo definito addirittura un “figlio”. Alla fine dovrebbe giocare, anche perché dall’altra parte Dimarco è recuperato ma non è detto che possa giocare titolare. Per cui già Darmian si prepara a duellare con Cambiaso per raccogliere eventualmente il testimone. La sensazione è poi che anche Jorginho possa rifiatare così come Scamacca, panchinaro quasi certo. E anche Frattesi verso la stessa sorte.

Spalletti e Buffon (Ansafoto) – calciomercato.it

Cristante e Fagioli stanno scaldando i motori, sono papabilissimi titolari. Spalletti ha provato loro due, insieme appunto a Darmian e Retegui, con Cambiaso più indietro. Il ct ha confermato comunque che ci saranno diversi cambi, la partita con la Spagna ha lasciato strascichi ed era inevitabile. Tutto questo sotto gli occhi e le orecchie di Gigi Buffon e Gabriele Gravina, che erano presenti in prima fila nella sala stampa della Red Bull Arena. Un modo per dimostrare la loro vicinanza in un momento particolarmente delicato per la Nazionale. La pressione, inutile nasconderlo, si sente parecchio: “È una delle partite che fa diventare grande la nostra storia”. Domani l’Italia dovrà pure vedersela con la carica della Croazia che sarà altissima: tanti calciatori all’ultimo ballo, desiderosi di dimostrare che non sono quelli che perdono malamente con la Spagna e si fanno pareggiare dall’Albania al 95′. E vogliono chiudere in bellezza. Anche perché alle loro spalle ci saranno una marea di tifosi, contro cui gli Azzurri dovranno ‘combattere’. Come contro l’Albania gli italiani saranno in netta minoranza sugli spalti: su 38mila posti totali saranno appena 11mila i ‘nostri’ a dispetto di circa 26mila croati.

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