Le parole di Luciano Spalletti in conferenza stampa prima di Croazia-Italia, partita decisiva per la qualificazione agli ottavi di finale di Euro 2024
DA LIPSIA – Poche ore a Croazia-Italia, partita decisiva per il passaggio agli ottavi di finale di Euro 2024. All’Italia basta un pareggio per accedere, anche se a Casa Azzurri nessuno vuole pensare ad accontentarsi. Per questo la pressione è alta, soprattutto dopo la brutta figura contro la Spagna.
Domani alle 21 a Lipsia la sfida contro la squadra di Dalic, che ha bisogno assolutamete di una vittoria. Alle 18.45 prende la parola in conferenza stampa il ct Luciano Spalletti dalla pancia della Red Bull Arena, che per questi due giorni sarà il centro azzurro in Germania. La diretta della conferenza stampa su Calciomercato.it:
Secondo lei questa squadra è fatta di uomini forti per destini forti? Anche considerando che ci sono tanti giocatori nuovi rispetto al passato. “Ci sono partite che la tua storia la fanno diventare piccola o grande. Da questa sfida si hanno risultati importanti sulle proprie storie. Abbiamo fatto delle scelte perché siamo convinti di avere a che fare con dei calciatori forti. Quando ho visto i calciatori nei loro ritiri ho visto la loro voglia di partecipare e di esserci. Questa loro disponibilità e voglia va tradursi nell’essere disponibili a giocare queste partite. Quando siamo nella Nazionale ci capitano queste situazioni. Ho visto comportamenti che mi piacciono. La partita con la Spagna invece non mi è piaciuta. L’abbiamo analizzata e abbiamo fatto un passo indietro rispetto a quanto visto nelle ultime partite. Ma quando si ha a che fare con avversari scelti da una nazione il livello è sempre altissimo. Ogni nazionale ora può mettere insieme 20 giocatori che sanno leggere la partita e hanno esperienza. Mi aspetto che quella partita ci abbia insegnato qualcosa, avendo subito un dolore per come è andata a finire”.
Soddisfatto del dialogo avuto nel gruppo squadra in questi giorni? “Sono molto soddisfatto di quello che vedo. Non abbiamo raccontato delle banalità quando abbiamo detto che avevamo a che fare con un grande gruppo. Di questo gruppo ci si può fidare, si vede come partecipa attivamente per comportamenti, per prendersi carico di cose che non riguardano solo loro stessi. Sono a posto da un punto di vista di convinzione. Io ne ho passata qualcuna più di loro di queste sfide, estreme. Mi sembra l’atteggiamento giusto per chiapparci delle cose e far vedere gli insegnamenti che abbiamo ricevuto. Quando i fatti non seguono le parole bisogna mettere davanti i fatti, lasciando da parte le parole”.
L’Italia può fare meglio di quanto fatto vedere: state risparmiando le batterie? “No, non è così. Non ci siamo risparmiati per niente. Anzi abbiamo speso parecchie energie con la Spagna per corrergli appresso. In entrambe le partite si è cercato di fare le stesse cose. In una ci siamo riusciti in un’altra no. Ci sarà da vedere se abbiamo tratto degli insegnamenti, noi vogliamo fare quello che dobbiamo. Oltre accelerazioni e intensità del gioco ci saranno dei momenti in cui andare piano e gestire la partita”.
Ci saranno dei cambi? “Dopo una partita così l’idea di cambiare qualcosa c’è. Forse ho sbagliato io a non cambiare prima vista la prestazione. Ma con l’Albania era stata talmente bella che sarebbe stato un azzardo metterci mano. Si è notata un po’ di fatica, di ruggine di risultato, qualcosa sicuramente si cambierà”.
L’esperienza di gente come Brozovic e Perisic può incidere? “Di loro può incidere tutto in una partita. Hanno volume di corsa, qualità, esperienza, tutte le cose per fare bella una squadra. Hanno anche qualche anno visto che hanno esperienza ma sono dei calciatori fortissimi. In quegli anni me li ricordo bene, ogni tanto ci messaggiamo ancora con loro e gli voglio lo stesso bene di quando erano miei calciatori. Li rivedrò volentieri, so che ci daranno filo da torcere ma questo è il bello del calcio. Quando si ha a che fare con questi totem bisogna prenderli sulla vivacità e sull’intensità. Sono due grandi persone e due ottimi calciatori”.
“In questi giorni facevamo un’analisi con la squadra del nostro percorso, bisogna vedere cosa abbiamo portato a casa. Ci sarebbe bisogno di qualche step in più per fare quello che ci siamo detti. Ma non si può avere questo tempo e bisogna prendere la scorciatoia. Sono queste le partite che fanno diventare la tua storia piccola o grande. In questo calcio bisogna fare tante cose, rimanere in 11 col blocco squadra basso e ribaltare l’azione senza permettergli di ricomporre una fase difensiva corretta. Farlo per tutta la partita, mentre si poteva fare qualche anno fa, in un calcio moderno lo vedo più difficoltoso difendersi sempre bassi. Le squadre avversarie, come ho detto, hanno tutte la possibilità di comporre una squadra forte. Anzi noi siamo quelli che hanno bisogno che alcuni calciatori facciano esperienza all’estero in squadre top europee”.
Come cambierà? “Cambieremo anche qualche attitudine di squadra. Avremo bisogno di resilienza all’interno della partita. La gara è quella, non si può mettere in conto di subire delle situazioni, si cercherà di avere più sostanza. La partita vogliamo farla ugualmente. Loro hanno tiratori da fuori. Si può anche tenere la palla oltre a essere quadrati come squadra”.
Possibile immaginare un attaccante con due esterni più offensivi, magari Retegui con El Shaarawy? “Tutto è possibile. Ce li siamo portati questi calciatori qui, quindi è possibile tutto. Le punte esterne, che saltano l’uomo brave a fare l’uno contro uno hanno bisogno della sostanza della squadra. Questo gioco ti permette di giocare nella loro metà campo, bisogna avere questa forza di un equilibrio, un ordine, che ti consente di fargli fare molti uno contro uno. Se poi quelli che fanno l’uno contro uno li porti a difendere tutta la squadra va in difficoltà. C’è un ragionamento completo.
Dimarco out? “Dimarco è recuperato, per cui è a disposizione e faremo un ulteriore passaggio domattina per capire la sensazione. Per capire quella che è l’analisi del dottore, tutto lascia presagire che lui sia disponibile”.
Come è andato il recupero psicologico? “È presto fatto. Se non fai risultato vai a casa. Si ha a che fare con dei professionisti a tutto tondo. Bisogna essere abbastanza realisti e sintetici per guadagnarsi ruoli e meriti nella vita. Il Frecciarossa sta lì 5 secondi, o sei lì pronto a montarci sopra o lo perdi. Noi non vogliamo perderlo”.
La reazione di Di Lorenzo? “Di Lorenzo è davvero mio figlio per quanto ci sono stato insieme e per quanto ho apprezzato le enormi qualità. Faccio veramente fatica a fare a meno di uno con le qualità di Di Lorenzo. Poi è chiaro che debbo analizzare delle cose. Ma sono convinto di quello che è il valore dell’uomo e del calciatore. Non ho bisogno di parlarci tanto, perché c’è un’intesa talmente diretta che si capisce tutto. Si vede come rientra in campo il giorno dopo, la sua intenzione”.
Jorginho? “Lo conosco meno, ma ha fatto una partita sotto il suo livello. Ma dipende sempre da quello che riesce a fare la squadra. Ora ho la candid camera che mi punta, è perfetta per me. Se fate trapelare ancora di più, …perché gli ho detto quelle cose lì. Se la squadra non riesce a gestire la palla, poverino non è colpa sua. È colpa mia, perché la mia previsione non si è avverata e lui è messo in mezzo ma è colpa mia. Il calcio passa in queste cose qui, dal tipo di partita che si farà. Poi lui ha una qualità incredibile che non ha nessuno, dice a tutti come si devono comportare. E non ne abbiamo molti in campo. Poi abbiamo altri che spingono, che hanno potenzialità di una freschezza fisica ed energia superiore a quella che è la sua natura, perché è nato con quelle qualità lì e altre ‘difficoltà’ perché non è che può far gol di testa in un duello aereo. Ma quando prende in mano la squadra è quello lì. Noi puntiamo ancora molto su Jorginho, al di là di un tempo in più o in meno giocato”.
Come ha visto Cambiaso? “L’ho visto bene anche se si è lasciato trascinare qualche volta in condizioni che non gli erano state richieste. Abbiamo fatto un po’ di confusione come posizionamento in campo. È una cosa che ci sta. A volte segui uno e si va a fare una pressione. Magari lui segue l’avversario perché c’è uno spazio che può farci male e quando recupera palla si trova altrove. A me i giocatori non li hanno imposti, li ho scelti. Cambiaso è intelligente ma devo conoscerlo di più. Sa fare più ruoli, in questo calcio famiglia ci sta bene dentro. Poi bisognerà vedere se riusciremo a farlo”.
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