Le ultime sull’Italia a tre giorni dalla sfida con la Svizzera che metterà in palio la qualificazione ai quarti di Euro 2024
DA ISERLOHN – Di nuovo in campo. Davanti ai tifosi, almeno 300 che hanno assistito all’allenamento accolti e poi salutati dallo stesso Spalletti. L’Italia torna a lavorare in vista dell’ottavo di sabato contro la Svizzera. Il gol di Zaccagni ha cambiato prospettive e quindi umore degli Azzurri. Il postgara con la Croazia ha lasciato ancora parecchi dubbi, ma anche qualche certezza da cui poter ripartire.
Giocare a tre o a quattro può cambiare tanto, tantissimo. A Lipsia la squadra è tornata con quello schieramento puntando su Darmian, Bastoni e Calafiori. Ma qualcosa cambierà per forza di cose, anche perché Calafiori è squalificato. Mancini e Buongiorno si candidano a una maglia da titolare, non è escluso neanche che giochino entrambi.
Nell’allenamento di oggi i titolari della Red Bull Arena hanno lavorato in palestra e poi hanno svolto scarico in campo ad eccezione di Dimarco che è rimasto sulla cyclette mentre gli altri (Pellegrini compreso) ha giocato la solita partitella con le giovanili del Borussia Dortmund. E l’indicazione è che si è ripartiti con la difesa a tre con Meret in porta, Gatti, Mancini, Buongiorno, Bellanova, Frattesi, Fagioli, Cambiaso, Pellegrini, Chiesa e Scamacca.
Di questi tornerà titolare Chiesa mentre Pellegrini rischia di rimanere fuori. Vanno verificate le condizioni di Jorginho, con Fagioli provato e riprovato nei giorni scorsi da Spalletti. Può scalare gerarchie e insidiare l’italobrasiliano. Zaccagni è in forma, non va sottovalutato. Scamacca va invece verso il ritorno dall’inizio, la panchina con la Croazia è una sorta di bis dell’esclusione dalla tournée americana di marzo che poi ha sortito parecchi effetti.
Il pareggio al 98’ con la Croazia ha riportato entusiasmo anche nei tifosi, il ct li ha voluti fortemente sugli spalti. Poi due bambini hanno addirittura fanno invasione di campo nel tentativo di abbracciare i suoi idoli. Tutta benzina nel serbatoio azzurro.
