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Euro 2024

Svizzera-Italia, Spalletti: “Scamacca il mio unico in dubbio. Ecco chi giocherà in difesa”

Alla vigilia dell’ottavo di finale tra Svizzera e Italia, il ct Luciano Spalletti ha preso la parola in conferenza stampa dall’Olympiastadion di Berlino

DA BERLINO – Ci siamo. Domani alle 18 Svizzera e Italia apriranno a Berlino il programma degli ottavi di finale di questo Euro 2024. Dopo tre partite, anzi due, particolarmente burrascose che hanno rischiato di compromettere il cammino della Nazionale, Spalletti cerca equilibrio tra le esigente della squadra, le sue idee e qualche possibile assenza.

Luciano Spalletti (LaPresse) – calciomercato.it

Dalla sala stampa dell’Olympiastadion di Berlino ha preso la parola il ct azzurro in conferenza stampa, la diretta scritta su Calciomercato.it dalle 18.45:

Si è congratulato con Kvaratskhelia? Vi sentite ancora? “Sì, sono in contanto con molti dei miei ex giocatori e lui è uno di questi. Ci siamo scambiati i complimenti del passaggio del turno. È un calciatore che conoscevano in pochi, poi lo hanno ammirato tutti, ma è di un livello top e può giocare contro ogni avversario in ogni squadra”.

Può paragonare questa sua squadra a quella che ha avuto al Napoli e allo Zenit? C’è una nuova generazione? “La scelta di andare a giocare . Di ragazzi che spingono ce ne sono molti e noi dobbiamo dargli spazio, è un calcio diverso, si va meno sullo strappo individuale ma sulla soluzione ideale per creare un calcio di altissima qualità”.

Il 2006 è un’ispirazione per voi? “Qui tutti si ricordano quella finale. Sul pullman con noi avevamo Buffon, ci ha parlato di quella finale, ci ha fatto vivere e rivivere l’emozione che noi a quei tempi abbiamo vissuto da casa. Abbiamo anche questo confronto da onorare, dobbiamo essere all’altezza di quello che quei calciatori hanno fatto qui. È una responsabilità maggiore, come sapere di avere tifosi anche in Brasile. Anche se contro Croazia e Albania eravamo molti meno nello stadio, ma sapevamo di avere tutto il pubblico a spingere davanti alla tv”.

“Noi per rendere evidente ciò abbiamo da fare qualcosa di meglio di quanto visto fino ad ora. Avevamo questa qualificazione che si sentiva moltissimo. Era stato un sorteggio difficile. Si è visto che i calciatori lo hanno un po’ subito, come l’ho subito anche io. Ora mi aspetto di vederli più sciolti, perché c’è lo scontro diretto e non puoi fare calcoli, valutazioni. Devi per forza agire, noi al turno successivo ci andiamo vincendo”.

Aggiorniamo l’elenco dei rigoristi o sono gli stessi? “Il rigorista è quello che riesce in quel momento a gestire bene l’emozione quando capita. E noi i rigori li abbiamo fatti battere a tutti, ma non è una soluzione ideale. Poi si rifanno quelle mezze misure nei pensieri. Deve essere una conseguenza, ma se si provano troppi rigori e si battono tutti bene, perché poi quando non c’è nessuno bisogna trovare l’emozione di creare qualcosa dentro al contesto che sia difficoltà emotiva ai calciatori. In allenamento sembravano tutti rigoristi. Sarà importante avere uno spessore di personalità fondamentale. Faremo di tutto per vincerla contro un cliente scomodissimo, lo dicono i risultati. Ci sono state squadre che tutti non gli accreditavano di portare a casa la qualificazione, questo la dice lunga sulla difficoltà di affrontare tutti”.

Che trama si aspetta a livello di gioco? “Noi non siamo stati capaci di esprimere il livello che possiamo esprimere. In alcuni momenti sì, ma non l’abbiamo mantenuto. Io penso che questa qualificazione all’ultimo secondo che però è meritata, anche se siamo stati fortunati. Dobbiamo renderci conto che non ci possiamo permettere quei cali di tensione come abbiamo avuto agli inizi dei due secondi tempi. Il fatto di essere nel cuore della competizione ti dà quel livello che devi esibire sempre. A livello psicologico, di personalità, mi aspetto qualcosa di più di quanto abbiamo fatto vedere fino a questo momento”.

Può fare leva sui precedenti con la Svizzera che ci ha tenuti fuori dal Mondiale? “Si prendono tutti gli spunti che possano determinare reazioni e stimoli. I ricordi di quella finale lì, Gigi Buffon. C’è da vedere se riusciamo a recepire quelle cose, quei segnali. Secondo me è un livello di impegno sempre costante, sempre presente, tosto da un punto di vista di organizzazione. Io so che mi devo alzare e devo dire cosa facciamo durante la giornata, devo essere credibile, dire cose serie che vadano dritte ai calciatori, si sviluppa nella maniera giusta. Poi il gruppo fa la differenza sotto molti aspetti e bisogna andare allo step successivo”.

Sulla Svizzera. “È molto bravo il mio collega Yakin, sono una squadra che stanno bene in campo, lo hanno fatto vedere contro la Germania che qualità hanno. Noi sappiamo, per quello che abbiamo visto e per quella che è la conoscenza diretta, ha qualità e forza, giocatori importanti a livello internazionale come Xhaka. Ma sono tutte cose che fanno parte del livello che noi possiamo esibire, gestire con la nostra qualità”.

Ha trovato la ‘talpa’ che dice la formazione? “Non so rispondere, mi dispiace, spero che lei mi dia una mano”.

Domani può esserci l’esplosione di Scamacca? “Scamacca è bello chiaro come calciatore. Può fare gol in qualsiasi momento, ha quella qualità e quell’estro, quei guizzi che ti sbranano in quel momento. Fa più fatica a essere continuo e collegato nel gioco e nei comportamenti della squadra. Io lo avevo definito scherzando pigro, poi lui è stato divertito da questa cosa, è un gioco. Per esibire le sue qualità ha bisogno di essere dentro la squadra di continuo e in questo fa più fatica. Quando non si ha la palla, riconoscere la posizione dove andare a mettersi ti permette di essere nelle condizioni di ricevere. Invece poi si riprende quando quel lavoro lo butti via. Perché i metri li fa, si guardano i satellitari e il lavoro lo porta a casa. Ma non così attentamente e questo lo penalizza. Ma i gol li può fare, ha un tiro che ho fatto fatica a vedere in altri che ho allenato. Se te la tira addosso non fai in tempo a scansarsi, ma c’è da farlo con continuità. Bisogna avere la palla, passarla. Se gioca è da vedere, è l’unico dubbio che ho. Sono due calciatori forti. Ci sono da fare altre valutazioni, tutti e due faranno parte della partita. C’è da vedere chi c’è da giocare prima. Ci danno situazioni differenti nelle caratteristiche ma sono due calciatori forti”.

Ha già deciso come sostituire Calafiori? “Bastoni va visto domani, Dimarco non ci sarà. Bastoni si è un po’ allenato a parte, ha avuto una tentennatina precedente e pensavamo di averla superata invece è tornata qualche linea. Oggi ha fatto il primo allenamento e stava meglio, ma c’è da vedere stanotte che risposta sarà. E al posto di Calafiori gioca Mancini, ha l’esperienza corretta. Meglio giocare con un destro a destra e con un mancino a sinistra”.

 

Francesco Iucca

Romano, giornalista, dal 2013 inseguo un sogno. Inviato e opinionista tra tv, radio e tanto altro. Roma, Lazio, Nazionale, ma senza limiti. Sempre alla ricerca di 'cosa c'è dietro'. Tengo alla larga quelli che 'Il calcio è solo un gioco'. Amo il tennis, Roger Federer e la musica. Cantante e pianista a tempo perso.

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