Alvaro Morata si racconta e svela un aspetto spiazzante: il bomber ha pensato di dire addio al mondo del calcio
Sono giorni in cui Alvaro Morata è protagonista su tutti i fronti. Capitano della nazionale spagnola, a Euro 2024 va a caccia di un trionfo importante. Fin qui, forse, la ‘Roja’ è stata la squadra più convincente. E si è parlato molto di lui anche in chiave di mercato.
Parliamo del resto di un giocatore che ha una certa affidabilità in avanti quanto a gol segnati, anche se non ha mai raggiunto numeri eclatanti. Agli Europei, potrebbe togliersi la soddisfazione di diventare il secondo miglior marcatore di sempre della manifestazione: terzo a quota 7 gol, la seconda piazza di Platini è distante solo due reti.
Per l’ennesima volta, è stato accostato a un ritorno alla Juventus, ma la terza avventura in bianconero sembra più lontana dopo che il presidente dell’Atletico Madrid, Enrique Cerezo, lo ha “blindato”. Dal ritiro della nazionale spagnola, ha preso la parola raccontandosi ai microfoni de ‘El Chiringuito’, ma non per parlare di mercato e del futuro, quanto raccontando come abbia invece pensato al ritiro dal mondo del calcio.
Un racconto che ha sorpreso gli ascoltatori e gli appassionati, ma che svela aspetti di cui si parla poco relativamente ai calciatori, al loro rapporto con la notorietà e il modo in cui devono conviverci nel quotidiano.
Tante le critiche ricevute specialmente in Spagna, che lo hanno portato a profonde riflessioni. “Più volte ho toccato il fondo e ho pensato di gettare la spugna – ha spiegato – Non voglio parlarne troppo, sembra che uno cerchi qualche scusa o stia a lamentarsi, ma è una questione di mancanza di rispetto da parte di molte persone, non solo nell’ambiente calcistico. Ho vissuto episodi spiacevoli per strada con la mia famiglia, al supermercato, agli allenamenti, quando accompagno i bambini a scuola, ma non importa quanti devi viverne, è la mia quotidianità. Anche se quando mi hanno incontrato, molte persone hanno cambiato idea. Alla fine però ho sempre tirato fuori la testa, nonostante io sia stato nella m…a molte volte ed è la cosa migliore che posso insegnare ai miei figli, ne vado molto orgoglioso. Mi aiutano uno psicologo, uno psichiatra, un allenatore, ma soprattutto mia moglie. Senza di lei, la mia carriera sarebbe stata completamente diversa”.
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