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Italia, Spalletti reagisce: “Non mi fate paura. Noi una Panda? Sei di cattivo gusto…”

Il ct dell’Italia Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa dopo la sconfitta contro la Svizzera e l’eliminazione da Euro 2024, con il solito siparietto

DA BERLINO – Dopo la batosta patita contro la Svizzera, è tempo nuovamente di analisi per un Europeo che si è concluso malamente per una prestazione decisamente negativa. A commentarla in confrenza stampa nella pancia dell’Olympiastadion è stato il ct Luciano Spalletti.

Spalletti – Screen Uefa

Che futuro ha? Se la sente di essere ancora l’allenatore di questa Italia? “Domanda normale, non si senta in colpa per avermela fatta. Dal mio punto di vista non cambia niente, io ho la responsabilità di quello che è successo. I calciatori li ho scelti io ed è chiaro che sono in un percorso dove devo fare delle conoscenze. Non sono contento della partita che abbiamo disputato, anche con la Spagna. Sono soddisfatto parzialmente delle altre due di partite, ma siamo stati sotto livello. Ho fatto delle prove, l’altra volta pensavo di essere responsabile per averli fatti allenare, di essergli stato addosso. Stavolta li ho fatti recuperare. L’altra volta me ne davo di responsabilità per aver cambiato poco. È dipeso anche da come è finito il nostro campionato, ma così parliamo di cose che possono sconfinare negli alibi. Abbiamo provato a farli allenare per questo livello di intensità, questo fortissimo recupero. Sotto questo aspetto le risposte sono state non totalmente soddisfacenti. Ma poi è chiaro che sono calciatori che ho scelto io e ho la responsabilità. Sono in un percorso, anche se può sembrare che vada alla ricerca di giustificazioni ma tutti gli altri hanno avuto 20-30 partite per preparare l’Europeo, io 10 ed eravamo col fucile puntato: ‘Devo vincere’. Le ultime tre con la Macedonia non si erano vinte. Giusto che debba vincere, ma poi ho bisogno di più conoscenza diretta per poter prendere il meglio. Poi abbiamo avuto infortunati su cui io contavo e oggi si è visto che nell’intensità siamo stati inferiori, la Svizzera si è qualificata giustamente. Non so che dirgli. Se me la vuole far meglio la domanda… Che futuro ha questa Nazionale? Di provare a fare scelte anche differenti, ce n’è bisogno, ci vuole gente che ha più gamba, quando pensi di poter andare sulla strada della qualità e poi la disperdi nell’intensità è chiaro che poi un po’ di scocca va portata dentro. Anche nelle corse individuali erano in difficoltà in certi duelli”.

Ci voleva più coraggio nelle formazioni, anche col rischio di uscire subito? “All’inizio di Calafiori mi è stato detto ‘Lo fa giocare così per la prima volta?’ Anche Fagioli l’ho portato per certe caratteristiche, abbiamo fatto anche delle prove. Udogie si è infortunato, poi i giovani se ci sono che hanno le potenzialità per mettere seduti gli altri io sono il primo a dovergli creare lo spazio corretto. Chiaro che da questa esperienza che ho fatto, avendo fatto diverse prove, vengo via con la certezza che qualcosa devo cambiare. Non è che sia un risultato così scandaloso come poi verrà fuori. Io siccome penso che la mia passione sia sintomo di profondo rispetto per tutti, perché questo è quello che vuol dire rispetto, dimostrare passione e prendersi le responsabilità per la passione che hai. E quando mi si dice che poi contro la Croazia abbiamo fatto una partita scandalosa torno a dire ‘no’. Oggi sotto livello, con la Spagna anche, quella con la Croazia no. Abbiamo passato un turno difficile meritatamente, ma non si è vista una squadra che abbia una definizione di base dove ci si può costruire facilmente sopra. Bisogna rimettere mano al telaio che ho scelto. Questo ha raccontato l’esperienza.

Perché la squadra non si è accesa anche emotivamente? “È stata timida sotto l’intensità della partita. devi fare delle scelte, in difesa non siamo velocissimi e dobbiamo concedergli campo. Poi bisogna scegliere il momento dove si può andare a contendere la palla. L’abbiamo ripresa e ripersa qualche volta. Noi possiamo giocare in qualsiasi modo, se il ritmo è questo diventa difficile andare a contendersi alla pari il risultato. L’altra volta ho detto di aeer scelto male perché ho fatto giocare gli stessi, gli ero stato col fiato scul collo. Stasera ho cambiato sei calciatori perché ci ero stato attento e li ho fatti recuperare invece il ritmo è stato lo stesso. Un po’ per quello, poi anche perché qualcuno non riesce a essere continuo nella relazione di squadra, il metro più o in meno, aspettare o andare, il fatto di essere addosso alla situazione che si sta sviluppando. Poi ci sono delle individualità che nella velocità pura sono al di sotto della media di quello che ci vuole per una partita di questo livello. Per cui ci va messa mano”.

Spalletti – Screen Uefa

Stagione lunga e caldo ci sono per tutti. “L’Inter ha vinto il campionato, poi io mi sono assicurato che è una società seria perché Inzaghi ha fatto fare gli allenamenti in maniera corretta fino in fondo, eravamo in contatto sulle frequenze dell’allenamento. ma può darsi che anche se lo richiedi involontariamente non si è così applicati. Ma sono due giocatori, altri si sono infortunati, ho scelto di giocare con un solo attaccante o con il 4-3-3 o il 3-4-2-1, ma non si è vista quella qualità che bisogna esibire. Eccetto la prima partita, un po’ con la Croazia. Poi a ritmo alto non si riesce ad averlo per le caratteristiche e non si riesce a tirare fuori dal ritmo la nostra qualità. L’abbiamo ripersa spesso la palla anche dopo il recupero. E quindi diventa tutto più difficile. Ma non è un alibi. Una bocciatura è una bocciatura che io ho determinato con le mie scelte e i miei comportamenti, mai dei ragazzi. Allo stesso tempo quello che dicevo prima, le esperienze a disposizione per delle prove non ne ho avute molte. Quindi un po’ di gamba in più ci vuole, con un modulo o l’altro. Altrimenti devi mordere, anche aspettandoli bassi. Poi magari lasci due cani sciolti ma diventa difficile”.

Se i difensori non hanno passo, se manca cambio di passo a centrocampo, se davanti non facciamo gol… Se non nascono giocatori sopra questo livello e non puoi competere con certe squadre, è giusto dire ‘Sì, io quel gioco non so farlo’ e accontentarsi di qualcosa di meno ambizioso? “Il campo ha detto che qualcosa va cambiato e quello farò. Esperienza in campo ci vuole. Non so se ci sarà qualcosa di diverso, ma sono prove da fare alle quali io sono obbligato. Non ho altra scelta. Senza voler male a nessuno o dare colpa. E lo ripeto, perché non vorrei averlo messo in dubbio. La responsabilità è mia, non è mai dei calciatori. Io sono sempre con loro e li ringrazio per avermi portato qui. Per come sono partito io, aver visto vincere poi i miei ragazzi quella cosa lì, con quell’emozione, non ho tinore ad arrivare qui. Quando mi volete incutere timore, e ora? E ora gioco io. Quella pressione lì l’ho subita ogni giorno in cui ho deciso di fare l’allenatore. Io sono tranquillissimo nel giocarla. Uscendo dalla partita, ti arrivano subito i commenti, mi sarei aspettato magari altro. A qualcuno invece non viene dato il voto, vengono messi 3 o 4, alcuni si ergono a paladini e gridano allo scandalo… Quindi bisogna che reagisca. Poi la pressione si sente, la sentono più di me, hanno giocato in società bellissime mentre io ho fatto fatica, quindi questa pressione me la sono sempre cercata. La reazione è quella di alleggerire la pressione ai miei giocatori. Però poi succede stasera questa cosa e la responsabilità è mia. Non è di nessun altro e sono disposto a parlare con chiunque. Fatemi tutte le domande”.

Italia una Panda e la Svizzera una Ferrari? “Bisogna accettare tutto, anche allusioni di cattivo gusto come la sua (si rivolge al giornalista svizzero, ndr). Quando si perde si accetta tutto, si capisce che lei è una persona di grandissima ironia e qualità e noi gli diciamo che ha ragione. Per cui siete stati più bravi di noi, avete vinto meritatamente e cercheremo di fare meglio la prossima volta visto che non vi abbiamo impegnato stasera. What’s your name? Thank you mister Rieder”.

 

Francesco Iucca

Romano, giornalista, dal 2013 inseguo un sogno. Inviato e opinionista tra tv, radio e tanto altro. Roma, Lazio, Nazionale, ma senza limiti. Sempre alla ricerca di 'cosa c'è dietro'. Tengo alla larga quelli che 'Il calcio è solo un gioco'. Amo il tennis, Roger Federer e la musica. Cantante e pianista a tempo perso.

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