Dal centro sportivo di Formello, Marco Baroni viene presentato come nuovo allenatore della Lazio: accanto a lui il presidente Lotito
Si alza il sipario sulla nuova stagione della Lazio. Oggi a Formello si presenta il nuovo allenatore biancoceleste Marco Baroni, a tre giorni dalla partenza per il ritiro di Auronzo di Cadore a cui si aggiungeranno anche i quattro acquisti di questa sessione estiva: Noslin, Dele-Bashiru, Tchaouna e il giovane Munoz.
Ieri le parole di Lotito sul mercato biancoceleste, che agli inizi di luglio è già entrato nel vivo, oggi il presidente è accanto al tecnico in conferenza stampa. Su Calciomercato.it le dichiarazioni LIVE dell’allenatore della Lazio:
Ha pensato meglio tardi che mai per una big? “Sono felice, è il momento più alto della mia carriera, ho una grandissima opportunità e c’è tanta consapevolezza e determinazione da me e dal mio staff. Io amo le sfide e voglio trasferirlo alla squadra, dobbiamo avere sempre coraggio e volere la sfida. Lì c’è l’essenza del sacrificio e del lavoro. La mia squadra non deve giocare per se stessa ma peri tifosi, si deve vedere e percepire. Uno scambio che deve avvenire sul campo. E il mio primo impegno sarà quello”.
Vuole riportare armonia nello spogliatoio? “Devo valutare questa cosa ma non penso che sia un problema”.
Cosa le ha insegnato l’esperienza di Verona? “Cerco di imparare da ogni esperienza. Spesso le difficoltà possono essere un’opportunità meravigliosa per chi la sa vivere. Sappiamo che qui è diverso. Sono pronto a fare un calcio diverso, abbiamo perso giocatori importanti che hanno fatto la storia. I giovani dovranno ripartire da lì, con entusiasmo e voglia, coraggio e compattezza, voglio che la squadra faccia un calcio che trasmetta emozioni”.
Soddisfatto dei giocatori che ha avuto? Cosa manca per completare la rosa? “Io non guardo mai quello che manca, guardo quello che ho. Sono arrivati giocatori giovani, c’è stato un processo di ringiovanimento che si lega al calcio che vogliamo proporre. Io metto sempre il giocatore al centro del progetto, dovremo prendere l’atleta e portarlo a ottimizzare le sue prestazioni, all’interno di un collettivo. Ma questa parola, ‘collettivo’, è la cosa fondamentale. Il valore di ogni giocatore singolarmente non fa mai il valore del collettivo. Dentro deve esserci tutto questo”.
Due anni fa la Lazio è arrivata seconda, quest’anno in Europa League. Avete fissato con la società un obiettivo? Champions o Europa? “Io devo partire sempre dalla squadra e dal lavoro, da lì nasce l’obiettivo. Vogliamo migliorare il campionato dello scorso anno, abbiamo 47 partite e vogliamo farne di più. Ci sono più di 5000 minuti, sarà importante tutto l’organico. E che ogni giocatore giochi ogni minuto al proprio massimo”.
Ha intenzione di partire dal 4-3-3 o dal 4-2-3-1? “Sicuramente l’impianto sarà una difesa a quattro col doppio esterno. All’interno di questo ci saranno delle piccole variabili ma da lì non ci spostiamo. Questo è l’impianto, ma poi c’è la parte più importante che è compattezza, equilibrio, ferocia, la capacità di andare a prendere gli avversari. Mi piace un calcio dinamico, di ritmo”.
Ripartirà dai senatori? “Non parliamo di senatori, è brutto. L’integrazione sarà fondamentale, ma vedo gente con voglia e a me interessa questo. Portare un clima anche di fiducia, di gioia nel lavoro. Parto sempre da queste cose. Quando ti alleni forte e hai il senso del sacrificio e del lavoro si vede. Si gioca come ci si allena e lì è la bella sfida che abbiamo con la squadra”.
Ripartirà dai senatori? “Non parliamo di senatori, è brutto. L’integrazione sarà fondamentale, ma vedo gente con voglia e a me interessa questo. Portare un clima anche di fiducia, di gioia nel lavoro. Parto sempre da queste cose. Quando ti alleni forte e hai il senso del sacrificio e del lavoro si vede. Si gioca come ci si allena e lì è la bella sfida che abbiamo con la squadra”.
C’è stato quel clic verso di lei con le parole di Gasperini? “Le sue parole mi hanno fatto piacere. Il senso è che un allenatore viene valutato per un trofeo, per una vittoria. Era riferito comunque non solo a me, ma a chi arriva a un obiettivo anche con i tifosi”.
Dele-Bashiru può giocare da mezzala o serve un altro giocatore sulla trequarti? “Non vorrei parlare dei singoli. Abbiamo scelto e valutato alcuni giocatori per delle qualità. Il compito è mio farli integrare velocemente anche col gruppo storico, forte, che ha cultura del lavoro. Noi mettiamo il giocatore al centro, ci deve essere una grande conoscenza e capacità di vedere le attitudini migliori mettendolo in condizione di poterli esprimere”.
Si aspettava che la sua occasione potesse arrivare già 12 anni fa quando ha cominciato? “Io guardo sempre avanti. Da dietro mi porto le esperienze. Quanto fatto ieri è già passato, se ti fermi a pensarci ti sono già passati avanti. Il mio primo pensiero è stato ed è la Lazio, guardare avanti. Ognuno si porta le sue esperienze, ma noi siamo pronti per questa meravigliosa avventura”.
Come vive il sentimento dei tifosi e la contestazione? “Il sentimento è uno dei valori in cui credo e a cui resto sempre legato. Il nostro sentimento, mio e della squadra, dico sempre che non esiste squadra senza tifosi. Il primo passo lo deve fare la squadra. Quando va sul campo, suda la maglia, si fonda, aiuta, lotta, ha coraggio, questo è quello che tutti vogliono vedere. Per questo la mia attenzione è alla squadra e al lavoro che dobbiamo fare insieme”
Il fatto che ci sono state due dimissioni le ha fatto chiedere il motivo? “No, ho grande rispetto per chi ha lavorato qui, soprattutto professionale. Sono storie diverse, la mia felicità e la mia scelta partono dalla convinzione. Questi problemi non li avrò. Devo lavorare su questo coinvolgimento che prenda tutti, non si raggiungono obiettivi se non siamo tutti insieme”.
Visti i problemi di spogliatoio c’è bisogno di un’altra figura che faccia da collante? “No. Non vedo queste problematiche, c’è un gruppo forte di lavoro, di ragazzi che ha voglia. Io ricorderò ogni giorno la fortuna che abbiamo. Quando c’è amore e passione, consapevolezza, non vedo altre problematiche. Non è un aspetto che mi mette timore”.
Ha chiesto un ruolo primario sul mercato e arriveranno le sue prime scelte o si adatterà ai giocatori che le verranno proposti? “Il coinvolgimento è stato totale. Io in questo momento parto con una rosa in cui ogni ruolo ho delle coppie, quindi non vedo l’ora di essere sul campo a lavorare con i ragazzi”.
Ha messo i paletti su alcuni giocatori incedibili? “Noi non mandiamo via nessuno, ma serve quello che ho elencato prima. Voglio squadre e giocatori che abbiamo voglia e sentimento e determinazione per un’annata importante. Credo di aver già risposto”.
Ci dice qualcosa sullo staff? “Ho portato i miei collaboratori, qui ho trovato due ragazzi giovani a cui ho trasmesso il mio entusiasmo. Chi lavora forte si lavora bene in un clima ideale, chi non ha voglia non va bene, c’è un problema. Ma non è questo il caso”.
Greenwood è un calciatore che nella sua testa può alzare l’asticella in modo assoluto? In che ruolo darebbe il meglio? “Il valore del giocatore lo conosciamo. So che è bravo, può giocare esterno e in altri ruoli. Ma non voglio parlare dei singoli e di eventuali situazioni di mercato”.
Sarri in passato ha parlato molto bene di lei, vi siete sentiti? “C’è stata una telefonata ma solo di saluti, quando ero stato già annunciato. Con Maurizio c’è stima, professionale e anche un buon rapporto umano. E anche io ho molta stima di lui e del suo lavoro”.
Che squadra ci dobbiamo aspettare? “Ho studiato i miei giocatori. Non mi piace molto attendere e aspettare, parto sempre da cosa ha bisogno la squadra per fare risultato. In questo momento ho chiaro in testa il calcio che voglio fare. Studiando ogni singolo componente sarà in grado di portarlo avanti”.
C’è qualcosa della storia della Lazio che la lega a questo club? “La sua storia la conosco benissimo.
Sui giocatori da rilanciare e sulla difesa. “A me piace giocare a quattro e con gli esterni, poi ci sono variabili a seconda della partita. Io non sono ingessato. Se ricordate la partita del Verona contro la Lazio siamo partiti a quattro ma avevano delle difficoltà e ci siamo messi a specchio con i tre dietro e la squadra è migliorata. Io leggo la partita, non credo un modello da cui non si può uscire ma tendenzialmente il mio impianto da cui partiremo è quello. Difesa a quattro, doppio esterno, e poi si valuta. C’è la variante con una punta e i centrocampisti”.
Che emozioni sta provando? “L’emozione c’è, ma anche la consapevolezza e la responsabilità, le pressioni. Ma è il nostro cibo, la nostra linfa, ora c’è una grande lucidità e convinzione sul lavoro. Quando qualsiasi timore che puoi avere lo devi condurre nel lavoro, che ti porta dove vuoi arrivare”.
Già immagina il derby? “Chiaro che il derby è una partita straordinaria e bellissima. Ci sarà tempo per prepararla, ma ci arriveremo senza sbagliarla”.
Chi giocava vertice alto lo scorso anno, trequartista, non c’è più: ha già pensato a chi far giocare lì? “Sì, ma non voglio parlare dei singoli. Le mie intenzioni poi devono avere un riscontro sul campo”.
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