Il calcio italiano vive un momento particolarmente delicato e la polemica non si placa: terremoto in Serie A
C’ĆØ aria di grande bufera nel calcio italiano. L’eliminazione della Nazionale da Euro 2024 ĆØ stato soltanto la punta dell’iceberg di un movimento che rischia di implodere senza un profondo cambiamento.
A novembre ci saranno le elezioni federali, ma intanto a tenere banco ĆØ la scelta della politica di scendere in campo. Prima l’introduzione della ormai nota commissione per valutare i bilanci dei club di Serie A, quindi il chiacchierato emendamento MulĆ©. Un testo che, prima di essere approvato con importanti modifiche, ha generato la reazione della Uefa che ha minacciato l’esclusione dei club italiani dalle coppe europee.
Minaccia rientrata grazie alle modifiche che non cambiano perĆ² il punto centrale del provvedimento: il maggior peso che la Serie A dovrĆ avere in consiglio Federale. In particolare nell’emendamento si legge che “le leghe sportive professionistiche hanno diritto a un’equa rappresentanza negli organi direttivi delle federazioni sportive nazionali di riferimento che tenga conto anche del contributo economico apportato al relativo sistema sportivo”.
Capuano contro MulĆ© e la politica: “Per calcio italiano solo punizioni e ostacoli”
Lo stesso Mule ha spiegato la scelta di questo provvedimento parlando del principio “cardine delle democrazie contemporanee, quello della no taxation without representation” con la necessitĆ che alla Serie A venga riconosciuto un ruolo adeguato al peso economico che ha per l’intero movimento calcistico.
Una presa di posizione che perĆ² ĆØ stata criticata dal giornalista Giovanni Capuano che su X esprime le proprie perplessitĆ sulle decisioni del Governo e in particolare sulle politiche attuate negli ultimi anni: “Sarebbe interessante che lāonorevole Giorgio Mule – scrive il giornalista – , molto attento al rispetto del principio del āno taxation without representationā, spiegasse una volta per tutte perchĆ© il calcio italiano di vertice, che negli ultimi 10 anni ha versato ben oltre 10 miliardi di euro allo Stato in tasse e contributi, ne ha ricevuto solo provvedimenti punitivi, negazioni di sostegni, ostacoli per strutturarsi con stadi e infrastrutture al pari del resto dāEuropa”.
Proprio questo vorrebbe essere spiegato Capuano: “Questa sarebbe una cosa interessante da capire e pure trasversale visto che non riguarda solo lāattuale governo ma anche quelli precedenti. Anzi, praticamente tutti”. Una difesa del movimento calcistico nei confronti delle politiche attuate negli anni passati che non avrebbero agevolato l’attivitĆ delle nostre societĆ di vertice.