Antonio Conte prepara il suo Napoli dal punto di vista tattico e lavora sull’eventuale piano B, già vincente con Lukaku nella sua Inter
Per anni il Napoli è stato quasi “intoccabile” dal punto di vista tattico. Certo, gli atteggiamenti, i movimenti, le indicazioni degli allenatori susseguiti sono cambiati nel corso delle stagioni. Ma c’è un punto preciso in cui Rafa Benitez crea il solco con il passato. Dalla difesa a 3 disegnata di Mazzarri, si passa a quella a 4, con conseguente modifiche tattiche innovative. E alla fine è arrivato Antonio Conte.
A Dimaro le prime indicazioni ai suoi giocatori. Specialmente ai difensori. Il colloquio tra l’ex ct della Nazionale e Natan non è passato inosservato alle telecamere. E con Conte la formazione azzurra torna definitivamente alla difesa a tre. Ancora presto conoscere i titolarissimi della difesa, ma potremmo ipotizzare che davanti a Meret si posizioneranno Rrahmani, Buongiorno e Olivera. E occhio alla novità assoluta con Di Lorenzo braccetto di destra.
Infatti, lo stesso capitano del Napoli in conferenza stampa ha dichiarato che Conte lo potrà utilizzare come “braccetto nella difesa a 3 o come quinto di centrocampo”. A seconda dell’esigenza. Proprio in quest’ultima indicazione, potrebbe nascere una nuova identità. A new era is coming. Una nuova era sta per iniziare. O forse è un ritorno al passato, ma con qualche aggiornamento. Un Napoli 2.0 targato Conte. L’alternativa al 3-4-2-1 è il 3-5-2. Il mister prepara la trappola, il piano B che servirà ad incartare gli avversari e dare equilibrio alla rosa.
Napoli, quante similitudini con la vecchia Inter
La difesa azzurra è stata troppo vulnerabile nella passata stagione. Conte e il suo staff stanno lavorando molto con i centrali e i terzini, dando loro specifiche indicazioni. Da come abbiamo potuto constatare dal ritiro a Dimaro, in fase di non possesso, i difensori si staccano altissimi per aggredire il portatore di palla. Specialmente i terzi della difesa a tre. Proprio come accadeva nell’Inter di Antonio Conte.
Quando approdò sulla panchina nerazzurra nel 2019, il mister pugliese provò ad impostare un lavoro difensivo molto aggressivo, che portava gli attaccanti a fare un enorme lavoro di sacrificio. Pressing alto, recupero veloce del pallone e via in contropiede. A volte questo ha portato a creare buchi tra reparti, tant’è che Conte nel suo secondo anno all’Inter ha dovuto rivedere i piani. Ma a Dimaro si è visto proprio questo lavoro in un approccio aggressivo, fatto di una pronta riconquista del pallone.
Quello che di certo non cambierà dalla sua Inter scudettata è la ricerca della costruzione dal basso. E qui il portiere deve giocare un ruolo chiave con i suoi difensori. Per tale ragione, Di Lorenzo spostato nella linea a tre di difesa potrebbe creare un vantaggio sulla qualità di palleggio. Il capitano in questo nuovo ruolo potrebbe svolgere gli stessi compiti richiesti all’epoca da Bastoni: spingersi in sovrapposizioni quando non ha il pallone, alzarsi nella metà campo offensiva con coraggio, verticalizzare molto il gioco alla ricerca della mezzala o dell’attaccante. Altra similitudine della vecchia formazione nerazzurra con questo nuovo Napoli che sta nascendo a Castel di Sangro sarà la continua e perpetua triangolazione nel breve. I giocatori dovranno sempre diventare vertici di un triangolo, pronti a muoversi e scambiare il pallone per poi scappare in avanti e liberare spazio.
Il piano B di Antonio Conte: nasce il Napoli del 3-5-2
Tornando al piano B di Antonio Conte, in Abruzzo il mister può metter mano al nuovo sistema di gioco che può adottare in alcune circostanze precise durante l’anno. Il Napoli dev’essere camaleontico. Il 3-5-2 si può prestare bene al Napoli, specialmente con l’arrivo di Lukaku. L’attaccante belga può duettare con Kvaratskhelia, che avrebbe a quel punto estrema libertà nel girare attorno al suo compagno. Un ruolo che già ricopre con la nazionale georgiana.
Altro motivo per cui possiamo ipotizzare che il mister stia pensando ad un centrocampo a cinque è il lavoro svolto con Ngonge, provato come esterno di centrocampo. Posizionarlo in quella zona di campo può significare aver arretrato Di Lorenzo a braccetto e assenza dei due trequartisti dietro la punta. Chiaramente, in un’ipotizzabile formazione tipo, a destra ci aspettiamo di trovare Politano titolare.
Infine, anche gli indizi di mercato possono essere interpretati in un certo modo. Con l’uscita di Gaetano, il Napoli si affretta a trovare un centrocampista mancino come Brescianini: può giocare in un centrocampo a due (3-4-2-1) o in mezzo al campo tra i tre, come mezzala sinistra (3-5-2).