La conferma di Baroni scatena le polemiche: Cataldi era l’erede designato dopo la cessione di Ciro Immobile
La Lazio passa 3-0 in casa dell’Hansa Rostock nella quarta amichevole estiva, con i gol di Zaccagni, Castellanos e Tchaouna. Cose buone a livello offensivo, altre meno in fase di copertura e costruzione. Ma il tema in casa biancoceleste, che ora rischia di diventare centrale, è quello relativo alla fascia di capitano.
Qualche giorno fa vi avevamo raccontato di come, dopo la cessione di Immobile, fosse Danilo Cataldi l’erede designato, un po’ da tutti e dallo spogliatoio in primis. Lazialità, esperienza e carisma. Poi a contendersi il ruolo di vice Marusic, Romagnoli, Patric e Provedel. E per tutto il ritiro di Auronzo la fascia è infatti finita costantemente sul braccio di Cataldi.
Fino ad oggi, in cui è stata invece ufficializzata la scelta di rendere Mattia Zaccagni il nuovo capitano, oltre ad avergli già consegnato la maglia numero 10. E con questi due crismi oggi è arrivato pure il gol (Cataldi è partito dalla panchina).
Nel postgara Baroni ha confermato: “La fascia a Zaccagni è stata una mia decisione, ho fatto una riunione e l’ho comunicato alla squadra. È una scelta attenta, perché questa è una squadra che ha tanti capitani. Quello che mi interessava era la rappresentatività interna ed esterna. Ho individuato lui perché è in Nazionale, si è recentemente sposato legandosi alla società, ha talento, ha la responsabilità di portare la fascia per quella rappresentatività del gruppo. Ne abbiamo parlato e lui deve essere bravo, il capitano non deve mai sbagliare negli atteggiamenti e sono sicuro che è bravo in questo”.
Parole che arrivano dopo quelle di Lotito, che della questione si era sostanzialmente lavato le mani: “Resto fuori dalle dinamiche dello spogliatoio”. Insomma, se il gruppo dei giocatori – da quelli appena arrivati ai cosiddetti veterani – aveva già individuato il suo capitano da tempo, ora Baroni si è preso una bella responsabilità.
Perché al posto di Cataldi, che comunque non parte titolare nelle gerarchie del tecnico, non ha scelto un altro che veste da parecchio questi colori. Vedi Patric (al decimo anno di Lazio), Marusic (all’ottavo) o lo stesso Provedel, oppure un altro romano e laziale come Romagnoli. Tutti calciatori che, in assenza di Cataldi, si aspettavano magari di essere i primi a meritare questa investitura.
Anche oggi, all’uscita dal campo di Zaccagni, la fascia stava per andare a Cataldi che però l’ha dirottata proprio sul braccio di Patric, partito titolare. Il centrocampista di Ottavia non vuole mettere benzina sul fuoco, ma superare la questione lasciando il passo agli altri ‘senatori’.
Invece la scelta di cui Baroni si è preso la paternità è andata verso un calciatore che dovrà essere il faro tecnico della Lazio e che soprattutto ha appena rinnovato il suo contratto, reduce anche dal gol a Euro 2024 con la Croazia che può avergli dato anche una dimensione diversa a livello internazionale. E non è la prima volta che un giocatore fresco di nuovo accordo viene premiato anche con il ruolo di capitano.
Era successo anche ad aprile con Luis Alberto. Insomma, la scollatura c’è e rischia potenzialmente di essere pericolosa. Soprattutto in un momento del genere, dopo due allenatori dimissionari e i vari problemi di spogliatoio. Intanto un altro segnale netto è arrivato da Stefan Radu, ex capitano della Lazio che tra l’altro aveva rifiutato la fascia (poi andata a Lulic) pur essendo stato eletto da tutto lo spogliatoio. Non la riteneva necessaria.
Appena terminata la partita con l’Hansa, il romeno ha pubblicato una story su Instagram con la storica immagine con cui lui e Mauri che consegnano la fascia al giovane Cataldi appena entrato durante un Lazio-Fiorentina. Con scritto ‘Lazio’ e i cuori biancocelesti e tanto di ‘tag’ a Danilo.
Si tratta di un messaggio forte che fa il paio con la scelta del gruppo squadra attuale con alcuni che, in qualche modo, si sono sentiti ‘scavalcati’ dalla scelta di Baroni che ha preso un’altra direzione. La cronaca dice e conferma che un caso fascia c’è (di nuovo, ricordate Candreva con Biglia?) e l’allenatore rischia di doverlo gestire.
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