Il ritiro ufficiale a soli 26 anni ha sconvolto il mondo del calcio, ma non è la prima volta che alcuni campioni sono stati costretti a bloccare l’attività agonistica
Il calcio chiede la perfezione degli atleti, giocare sempre più partite e sempre più ad alto livello, che chi si ferma è perduto, anzi è improvvisamente oggetto di critiche o scherno. Ogni tanto bisogna ricordarsi che i campioni, anche quelli più affermati, non sono robot, né macchine, ma esseri umani con tutte le loro sfaccettature fisiche e psicologiche.
La storia di Dragis Gudelj può farci tornare sulla terra ancora una volta. Il calciatore del Cordoba ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato nella giornata di mercoledì a soli 26 anni e la causa è un problema di salute, in particolare al cuore. Non si può dire che la sua sia una scelta improvvisa, dato che da mesi era lontano dal campo e ha già subito ben due arresti cardiaci. La prima volta è successo a marzo del 2023 quando è collassato sul terreno di gioco e da allora gli è stato impiantato un defibrillatore automatico impiantabile.
Il 3 dicembre, però, la storia si è ripetuta, anche se stavolta non ha perso conoscenza, ma i medici gli hanno fatto capire chiaramente che il suo cuore non sopportava più quello sforzo costringendolo, a qualche mese di distanza, ad appendere gli scarpini al chiodo. Ovviamente, il mondo del calcio ha espresso vicinanza a Gudelj, e non è un caso isolato nella storia.
I casi non sono pochi e molti riguardano direttamente anche l’Italia. La situazione di Kanu ha fatto scuola: si può dire che l’Inter gli ha salvato la vita, togliendolo dal campo e permettendogli di curarsi, poi è tornato in campo cinque anni dopo, ma con la maglia dell’Arsenal. Per arrivare a tempi più recenti, c’è la storia di Sergio Aguero, vittima di un malore quando giocava nel Barcellona: avrebbe avuto ancora tanto da dare, ma ha dovuto dare l’addio prematuro al calcio. Christian Eriksen è ripartito dopo l’arresto cardiaco in campo con la Danimarca, ma è stato costretto a lasciare l’Italia.
Sempre per restare in casa Inter, abbiamo altri due nomi, stavolta molto più giovani. Felice Natalino è un terzino che ricordano in pochi e ha dovuto appendere gli scarpini al chiodo non molto tempo dopo aver esordito in Serie A con i nerazzurri, sempre per problemi di salute. Anche Assane Gnoukouri, un talento assoluto del centrocampo, ha visto la sua carriera fermarsi per problemi al cuore.
Infine, c’è il caso di Lucas Leiva. Di sicuro non era più così giovane, ma ha dovuto salutare il calcio giocato dopo aver scoperto di avere difficoltà cardiache. Anche il suo addio è stato commovente, nonostante non fosse così giovane come calciatore e avesse già vissuto gran parte della sua carriera.
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