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Inter, Taremi svela: “Avrei potuto fare il detective”

Tra i primi colpi di mercato estivi dell’Inter, Mehdi Taremi racconta il suo passato e il rapporto con il calcio

Attualmente infortunato, Mehdi Taremi rischia di saltare il debutto in Serie A con la maglia dell’Inter ma proverà a stringere i denti per esserci col Genoa.

Mehdi Taremi (LaPresse) – calciomercato.it

Arrivato a parametro zero dopo la scadenza del contratto che lo legava al Porto, Mehdi Taremi si candida a essere una delle certezze dell’Inter di Simone Inzaghi. L’attaccante iraniano classe ’92, autore di oltre 190 gol in carriera con le maglie dei club più altri 49 con la maglia della sua Nazionale, si è già messo in mostra nel corso della preparazione estiva alla prossima stagione, salvo poi incappare in un infortunio: un risentimento muscolare al bicipite femorale della coscia destra che rischia di fargli saltare la prima partita di campionato contro il Genoa in programma il prossimo 17 agosto.

Nelle scorse ore l’esperto attaccante iraniano è intervenuto ai microfoni ufficiali dell’Inter nell’ambito del format “Welcome Home”, parlando anche delle sue aspirazioni passate: “Se non avessi fatto il calciatore probabilmente  sarei diventato un poliziotto, probabilmente un detective” ha raccontato l’attaccante originario di Bushehr.

Inter, le parole di Mehdi Taremi

Nel corso dell’intervista, Mehdi Taremi ha citato anche Ali Daei, leggenda del calcio iraniano che in passato lo aveva invitato a sposare la causa del Persepolis, club di cui ha vestito la maglia dal 2014 al 2018: “Personalmente è stato un momento fondamentale” ha raccontato Taremi, definendo “perfetto2 la possibilità di “giocare per un club così importante in Iran”. Taremi ha poi definito lo stesso Ali Daei “uno dei migliori marcatori di tutti i tempi, dopo Cristiano Ronaldo. Per noi è una leggenda“.

Mehdi Taremi (LaPresse) – calciomercato.it

In conclusione, Mehdi Taremi ha svelato alcuni aspetti relativi alla sua vita privata e al rapporto con lo spogliatoio: “È stato fondamentale il contributo della mia famiglia. Non fa differenza come gioco in campo o come sta andando fuori dal campo, loro sono sempre dalla mia parte e mi supportano in tutti i modi”. Invece, i compagni di squadra “devono essere come fratelli” questo perché  “si combatte insieme e con loro si condividono gioie e momenti difficili”.

Taremi infatti ha sottolineato: “Trascorriamo più tempo con i compagni di squadra che con le nostre famiglie e questo fa sì che si venga a creare un legame profondo”. Secondo l’attaccante iraniano: “Essere uniti porta una squadra alla vittoria, stagione dopo stagione “.

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