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Napoli, che bordate di Conte: “Mi aspettavo di trovare di meglio, sarà un anno di sofferenza”

Alla vigilia dell’esordio in campionato in casa del Verona, Antonio Conte prende la parola nella conferenza stampa prepartita

Il Napoli torna in campo dopo l’esordio stagionale assoluto in Coppa Italia contro il Modena, superato solamente ai rigori e non senza qualche polemica. Hanno fatto discutere infatti le dichiarazioni di Antonio Conte sul mercato, con gli azzurri chiamati ancora a una sterzata importante sul fronte acquisti, risolvendo la questione attacco.

Antonio Conte (LaPresse) – calciomercato.it

Domani alle 18.30 i partenopei scendono in campo per la prima di campionato in casa del Verona e il tecnico salentino torna a parlare in conferenza stampa toccando parecchi argomenti e di nuovo con una bordata dietro l’altra. Su Calciomercato.it tutte le dichiarazioni:

È soddisfatto del lavoro sul campo e sul mercato? “Lavoriamo da più di un mese con i ragazzi, quello che facciamo con la squadra mi soddisfa. Ho trovato ragazzi che hanno voglia di lavorare e crescere singolarmente, questo mi aiuta e mi dà entusiasmo. Su questo aspetto sono molto soddisfatto del lavoro con i ragazzi. Sull’altro punto di vista sapete che è una situazione molto complicata e dispiace”.

Può argomentare il ‘mi dispiace’? “Perché è una situazione bloccata, complicata. Non posso dire altro, che devo dire?”

Il vostro mantra qual è? “Dare il 200%, capire che dovremo andare tutti oltre i nostri limiti perché è un momento molto critico per il Napoli. Il presidente ha parlato di ricostruzione, ho fatto le mie valutazioni e sono d’accordo, c’è bisogno di una ricostruzione totale ripartendo dalle fondamenta. Una rosa che mette sul mercato 10-12 giocatori significa che c’è una ricostruzione in atto e come tutte le ricostruzioni ci vuole tanta pazienza, umiltà da parte di tutti, anche dell’ambiente stesso, capire il momento ma non farci contagiare dall’entusiasmo di voler fare questa ricostruzione. Quindi il mantra dovrà essere dare più di quello che possiamo perché c’è da fare tanto. Quando riparti da una ricostruzione quasi totale c’è bisogno che tutti i singoli elementi, dall’allenatore ai calciatori, dal club ai magazzinieri, bisogna capire che bisogna dare molto molto di più rispetto al passato, anche i tifosi. Bisogna capire che è un momento delicato e le difficoltà devono renderci più forti”.

Come si immagina il finale Osimhen-Lukaku? “Non parlo di giocatori che non fanno parte del Napoli. Di Osimhen era una situazione già in essere e sarà affrontata in maniera esclusiva dal club e dal calciatore e non sono entrato in questa situazione”.

Da dove sta costruendo? “Quando parlo di ricostruzione parlo anche dalle fondamenta della rosa. Il lavoro è la base, poi lavori con i ragazzi per migliorarli sotto tutti i punti di vista. I miei sono allenamenti normali, magari chi non è abituato all’inizio fa fatica, ma per me l’intensità deve essere un mantra. Se ti alleni a ritmo basso difficilmente in partita vedrai alta intensità. Se i giocatori sono abituati in allenamento in partita è più semplice portare intensità elevate”.

Nelle griglie di partenza, il Napoli è stato messo all’ottavo posto: cosa pensa? Qual è il reale valore di questa rosa? “Sono statistiche che vengono fatte tenendo conto di alcuni parametri. E hanno tenuto conto dei parametri dell’anno scorso. E vedendo giocatori che sono andati via è stato semplice fare la classifica e dire che il Napoli potrebbe finire ottavo. I parametri cambiano di anno in anno come le prestazioni, un po’ tutto. Sicuramente noi dobbiamo avere come monito, non pensando che sia stato un caso, il decimo posto dello scorso anno. Non è stato un caso, ve lo posso garantire al 100%. Chi pensa che sia stato colpa della sfortuna dico ‘occhio’! Perché la classifica parla chiaro, i distacchi siderali. Chi pensa sia sfortuna è lontano dalla verità”.

A che punto siete di questa ricostruzione? “Siamo proprio all’inizio, alla base, è solo un mese che sto lavorando per cercare di iniziare questa ricostruzione. Oggi come ho detto altre volte, dire cose o pronostici non mi sento di farlo. Dico solo che siamo in una fase, in un’annata in cui dovremo prepararci a soffrire tutti insieme, compatti, nella difficoltà e sofferenza dobbiamo essere uniti cercando di ottenere il massimo. Se mi dici ora qual è il massimo faccio fatica a fare previsioni. Cerchiamo di lavorare, uscire dal campo sempre con la maglia sudata, di dare più del nostro massimo perché ne abbiamo tutti bisogno. Io per primo dovrò farlo”.

Come sta Buongiorno? “Ha avuto una distorsione alla caviglia giovedì, faremo le opportune valutazioni. È migliorato, ma fare le valutazioni”:

Di Lorenzo farà il braccetto o l’esterno? “Parliamo di un giocatore talmente eclettico e intelligente che ti permette di utilizzarlo in entrambe le posizioni”.

Si aspettava al suo arrivo che la ricostruzione fosse così grande? “Mi aspettavo una situazione migliore di quella che ho trovato poi, mi aspettavo sorprese positive. Dicevo che anche dopo un’annata così negativa non bisognava buttare tutto, ma mi aspettavo di ricevere qualche sorpresa positiva ma ho avuto difficoltà a trovarne. Mi aspettavo di meglio sicuramente. Siamo qui per lavorare insieme al club e al direttore, in maniera razionale, sapendo che non si può fare tutto subito. Ma trovarti in una situazione in cui ci sono 10 uscite… Vedo le altre. Sono tutte situazioni consolidate, dove vengono aggiunti pezzi, magari uno o due, e magari sono importanti. Noi oggi non dico che siamo all’anno zero ma molto vicini alla zero. Non mi spaventa, ma è meglio essere chiari. Quando si sanno i problemi che vanno affrontati e risolti è importante che ci sia chiarezza per tutti, in primis per ambiente e tifosi. Anche loro è giusto che conoscano bene la situazione, ma chiedo grande unità e compattezza perché nelle difficoltà dobbiamo essere uniti e riportare il Napoli competitivo il prima possibile. Non vi so dire quanto ci metteremo, ma so che incontreremo grosse difficoltà, dovremo essere preparati, non fasciarci la testa prima, ci aiuterà a essere più cazzuti”.

Ci sono similutidini con quando è arrivato alla Juve? “Non c’è. Qui c’è il tranello grosso di due anni fa che confonde un po’ le idee e butta fumo. Questo è un grosso tranello (lo scudetto, ndc) che butta tanto fumo negli occhi alla gente. Poi c’è la realtà dei fatti che è totalmente diversa. Non c’è nessuna similitudine. Vorrei che ci fosse la similitudine nella voglia che trovai da parte di tutti nel voler tirare fuori la testa da sott’acqua”.

In che ruoli e con quanti giocatori si deve intervenire? “Anche sul mercato sappiamo che dobbiamo viaggiare su certi parametri. Il costo, l’ingaggio, convincere giocatori a venire al Napoli che è senza coppe, un handicap notevole. Dobbiamo cercare di trovare soluzioni per tamponare, non possiamo pensare di fare tutto in un anno, in una sola sessione. Sono troppe le cose che bisogna fare, dobbiamo cercare di prendere lo stretto necessario perché dalle uscite non stiamo facendo soldi, sono solo prestiti, nessuno li sta pagando. C’è una situazione bloccata che doveva portare introiti (Osimhen, ndr). Ma proprio sapendo di tutto questo vi sto esortando a capire la situazione. Non è passato l’entusiasmo, anzi sono più incazzato di prima, intendo come livello di ‘cazzutaggine’. Dovrò trasmetterlo a chi mi sta intorno, perché dovremo fare il massimo. Il club opererà sul mercato, io sono a disposizione se vorranno implementare la rosa. Abbiamo anche ragazzi giovani come Saco e Iaccarino e cercheremo di valorizzarli”.

Ipotesi di giocare con due punte per non lasciare solo Raspadori? “Ve lo chiedo umilmente, non iniziamo ad andare su discorsi tattici, se pensiamo che sia quello il punto vuol dire che non abbiamo capito niente. Dico fateci lavorare. Se parliamo di tattica siamo fuori strada. Stiamo lavorando su alcune cose, cercheremo di far funzionare le cose che funzionano meno con il lavoro. Lasciateci lavorare. Ricordo l’anno scorso, seguivo il Napoli, il 4-3-3, il 4-3-3, il 4-3-3, poi decimo posto. Poi vogliamo parlare di calcio? Ci riuniamo tutti un giorno e ne parliamo, mi fa anche piacere farvi entrare nella mia idea di calcio. L’ho fatto con la Nazionale un paio di sessioni con i giornalisti, così siete anche più coinvolti. Ma oggi non dobbiamo andare a vedere quello che è l’ultimo dei problemi”.

Francesco Iucca

Romano, giornalista, dal 2013 inseguo un sogno. Inviato e opinionista tra tv, radio e tanto altro. Roma, Lazio, Nazionale, ma senza limiti. Sempre alla ricerca di 'cosa c'è dietro'. Tengo alla larga quelli che 'Il calcio è solo un gioco'. Amo il tennis, Roger Federer e la musica. Cantante e pianista a tempo perso.

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