Il tennista italiano sta vivendo ore parecchio difficili: si è dovuto ritarare dagli US Open, una mazzata dura da sopportare per le sue ambizioni
La stagione del tennis continua e il prossimo appuntamento in programma è davvero speciale, perché i campioni di casa nostra potranno mettersi in mostra allo US Open, non proprio un torneo per tutti. A New York, con la palla scende un po’ più pesante, un clima ancora difficile da contrastare e una stagione importante alle spalle, tutti i migliori si contenderanno il titolo, ma con una sorpresa importante per i tennisti italiani.
Il nostro movimento, infatti, ha confermato di essere in grande crescita e ha portato ben nove protagonisti in top 100. A iniziare la lista c’è Jannik Sinner, criticato anche negli ultimi giorni per via della positività accertata dall’anti-doping, ma ritenuto innocente per via di contaminazione involontaria da parte del suo staff.
Ci sarà anche Lorenzo Musetti, reduce dal bronzo storico ai Giochi Olimpici di Parigi, e via via tutti gli altri, pronti ancora una volta a stupire. Chi non potrà essere presente, però, è Marco Bortolotti e per un motivo che ha fatto drizzare la pelle a molti.
Per chi non lo conoscesse, Bortolotti è un tennista italiano che abbiamo visto soprattutto in doppio a certi livelli. E proprio al torneo di doppio avrebbe dovuto partecipare insieme a Flavio Cobolli agli US Open, ma così non sarà. Purtroppo, non ha ricevuto il permesso di entrare negli Stati Uniti d’America, e ciò vuol dire ritirarsi dal torneo di fine agosto.
Ma per quale motivo le cose sono andate così? Al 33enne è stato negato l’ESTA (ovvero il Sistema Elettronico USA per l’Autorizzazione al Viaggio), ma per ciò che è successo ben nove anni fa: nel 2015, infatti, l’atleta disputò un torneo in Iran e ciò ha inciso parecchio, se non del tutto, nella decisione.
La vicenda, quindi, ha contorni beffardi e incredibili, ma il ragazzo ha dovuto rassegnarsi e comunicare il ritiro via Instagram: “Con profondo dispiacere e incredulità sono costretto a ritirarmi dallo US Open 2024, causa negazione dell’ESTA per aver giocato in Iran nel 2015, e successiva negazione del visto B1 perché, secondo il console, non era il visto corretto”.
E ha avuto un pensiero anche per chi lo sta aiutando a sopportare la beffa: “Ringrazio tutte le persone che hanno cercato invano di aiutarmi in questa vicenda surreale. Manderò giù il boccone e ripartirò, come sempre”.
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