Milan, ESCLUSIVO Jacobone: “Scudetto (per ora) in soffitta. Fonseca? Ecco perché RedBird non lo cambierà”

Le dichiarazioni di Alessandro Jacobone in esclusiva a Calciomercato.it. Il giornalista commenta l’inizio di stagione del Milan, davvero disastroso

L’avventura di Paulo Fonseca al Milan è iniziata male. I rossoneri, dopo tre giornate, hanno raccolto solo due punti. Non sono arrivati i risultati, ma ciò che preoccupa di più è il gioco, con una fase difensiva troppo vulnerabile per una squadra che punta ai vertici della classifica.

Caos Milan: intervista a Jacobone
Rafael Leao (LaPresse) – Calciomercato.it

C’è già chi pensa al dopo Fonseca, e la scena del cooling break lascia forse intendere che qualcosa nello spogliatoio si sia già rotto. Per fare il punto della situazione in Casa Milan, dove le colpe sono chiaramente un po’ di tutti, Calciomercato.it ha intervistato in esclusiva Alessandro Jacobone, giornalista che conosce molto bene le dinamiche rossonere.

Non si può non partire da quanto visto durante Lazio-Milan: “Indipendentemente dal tentativo di ridimensionare l’accaduto, il gesto rimane ed è opportuno partire da questa consapevolezza. Senza fare processi che vadano oltre una tirata di orecchie, è ora che i due, considerato lo stipendio importante che percepiscono e la leadership tecnica che rappresentano, si diano una regolata. È meglio che non accada più”.

Milan, Fonseca sotto accusa: il parere di Jacobone

Il comportamento di Rafa Leao e Theo Hernandez ha chiaramente lasciato intendere che parte dello spogliatoio abbia già abbandonato Fonseca: “Considerato che i giocatori presenti all’Europeo sono tornati a Milanello solo da due settimane, non posso pensare che in così poco tempo i rapporti si siano deteriorati al punto da inscenare una protesta di questo tipo. Non c’è nemmeno il tempo materiale. Nemmeno chi si sposa a Las Vegas, perché ubriachi, divorzia dopo una settimana. Voglio dire che non ci sono i tempi tecnici e tutto mi appare alquanto prematuro per diffondere l’idea di uno spogliatoio contro il mister Fonseca”.

Caos Milan: intervista a Jacobone
Fonseca (LaPresse) – Calciomercato.it

 

“I problemi del Milan sono di altra natura – prosegue Alessandro Jacobone -. Il Diavolo probabilmente doveva essere completato prima, e questo lo dicevamo da tempo, in modo da dare a Fonseca il materiale per essere pronti in campionato. Ricordo che la risposta a queste osservazioni era sempre accompagnata da una sicurezza che, a volte, sembrava quasi presunzione, e la presunzione, quando non arrivano i risultati, appare arroganza. Bene, ripartirei migliorando anche questo tipo di comunicazione”.

Nonostante Paulo Fonseca sia sotto accusa e nonostante qualcuno stia già facendo i nomi del sostituto, un suo addio è alquanto prematuro: “Per il percorso che ha fatto RedBird, anche con Pioli nel momento della tempesta, non è nelle loro corde il cambio di guida tecnica – afferma il giornalista -. Anche perché, ripeto, il cambio sarebbe un’ammissione di colpe e RedBird non ne fa tante, forse nessuna. Ecco che torna il tema della presunzione, così a volte perpetrano l’errore per certificare che la scelta iniziale era giusta. Siamo in un vicolo cieco perché, per sostituirlo, serve qualcuno di impattante sotto tutti i punti di vista, e quel qualcuno di impattante non è mai entrato nella short list delle scelte proprio per questa sua caratteristica. Significherebbe cambiare filosofia e non penso che RedBird abbia intenzione di farlo”.

Milan: Ibra nel mirino, ma le colpe vanno suddivise

Tornando al tema della presunzione, è inevitabile puntare il dito contro Zlatan Ibrahimovic, ma non è certamente l’unico responsabile: “Parlo in generale, ma è evidente che Ibra non ha problemi a ostentare il suo modo comunicativo, che da giocatore andava benissimo. Anche perché, ogni volta che diceva ‘sono dio’ o ‘sono un leone’, tutti lo criticavano, ma poi la domenica metteva la palla all’incrocio. In campo ha sempre vinto la battaglia”.

Caos Milan: intervista a Jacobone
Ibrahimovic (LaPresse) – Calciomercato.it

“Io, con la metafora di Dio e della creazione del mondo, visto che ancora la creazione non sembra avere una bella forma, sarei stato molto più cauto. Lui è la forma, poi c’è la sostanza che lavora con lui e che va di pari passo. Anche Furlani nelle interviste rilasciate non è stato da meno nell’ostentare sicurezza, nonché l’unità e condivisione del gruppo di lavoro. Le parole però sono una cosa, poi vengono i fatti e questi raccontano di un puzzle che non sembra riuscire a comporsi; anzi, abbiamo una scatola rovesciata su un tavolo senza alcuna forma”.

Il Milan ha dunque iniziato la stagione in maniera più che negativa. Per molti era quasi scontato: “Più che scontato, lo temevo, perché nel calcio, come in molti altri ambiti, ci sono dei tempi tecnici – prosegue Jacobone -. Non puoi seminare qualche giorno prima della raccolta, rischi di non farti trovare pronto e le mie perplessità erano proprio su questo. Oggi sembra non funzionare quanto costruito. Serve dare tempo, ma se il tempo coincide con le partite ufficiali, questo periodo di rodaggio va a ledere la competitività per questa stagione e questo nessuno se lo aspettava, probabilmente nemmeno Gerry Cardinale, visto che questa stagione sarebbe dovuta essere quella della stella per pareggiare la rivalità cittadina. In questo momento non serve pensare al tricolore, ci sono troppe cose da sistemare prima di potersi permettere questo obiettivo. Serve solo prendere coscienza dei propri errori e cercare di non ripeterli”.

“RedBird è applaudito fuori dal campo, dal marketing alle partnership e nella diffusione del marchio in tutto il mondo, però se uno è un bravo otorino mica ci vado a fare una visita oculistica. Probabilmente va capito se sono capaci di costruire una squadra, dato che l’allenatore lo hanno scelto loro, puntando su un profilo non di prima fascia; se chiami un allenatore e gli dai giocatori che si rivelano non adatti al suo gioco, qualcuno ha sbagliato e non è l’allenatore”.

L’intervista si conclude con un messaggio ai tifosi: “Io non mi aggiungo all’elenco di chi lancia virgolettati al fine di risollevare l’umore dei tifosi. Non mi prendo carico di questo e credo anche che ai tifosi un mio messaggio possa interessare relativamente. Più che le parole del sottoscritto, dell’allenatore o della dirigenza, servono esclusivamente i fatti, nulla più”.

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