Nuovo attacco frontale all’Inter tra debiti e cambio di proprietà, ma pure Juve e Milan finiscono prepotentemente nel mirino
Da poco si è concluso il calciomercato estivo, che ha segnato una differenza sostanziale nella gestione per i tre club principali del nostro campionato. Inter, Milan e Juve hanno condotto delle sessioni completamente diverse tra loro. I nerazzurri campioni d’Italia lo hanno sostanzialmente aperto e chiuso quasi ancora prima che cominciasse, ingaggiando a zero Mehdi Taremi e Piotr Zielinski. Poi è arrivato il portiere Martinez dal Genoa ed è stato aggiunto solo negli ultimissimi giorni – con tanto di brividino finale – il giovanissimo Palacios che è pure rimasto fuori dalla lista Champions. Settimane abbastanza tranquille, con poca libertà ma anche necessità di manovra.
La Juve invece ha speso tantissimo dopo anni di ristrettezze tra Fair play finanziario e penalizzazioni, tornando regina del mercato quasi incontrastata. Il Milan invece ha aspettato molto per mettere a segno i colpi di cui aveva bisogno. Tutte e tre le big della nostra Serie A sono comunque finite nuovamente nel mirino di Rocco Commisso, presidente della Fiorentina che come al solito non le ha mandate a dire per la questione debiti e cambi di proprietà. Tante volte il patron viola si è scagliato contro la Juve e soprattutto contro l’Inter, per i fondi, i debiti, le spese pazze e – secondo lui – un sistema che sta a guardare. In una lunga intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’, l’imprenditore italo-americano torna così a parlare a ruota libera: “Se invidio gli altri club che hanno vinto? No, perché certe vittorie sono arrivate grazie a situazioni debitorie assurde che hanno portato i club quasi alla bancarotta e poi nelle mani di Fondi per la mancata restituzione da parte delle proprietà dei prestiti ricevuti (il riferimento è all’Inter, ndr). E io mi chiedo ancora se chi ha vinto in certi anni poteva essere iscritto al campionato…”
“Stavo per comprare il Milan poi è finito a mister Li e sapete come è finita. E Zhang? Non si sa più dov’è… Anche lui costretto a lasciare l’Inter, indebitata col Fondo Oaktree. Poi c’è il caso Juve: da Ronaldo in poi Exor in cinque anni ha dovuto mettere 900 milioni di euro per sistemare i bilanci, nonostante i ricavi annuali fossero superiori a 450 milioni, più del triplo di quelli della Fiorentina. Dei club a cui possiamo paragonarci, per dimensione e ricavi, solo l’Atalanta ha fatto meglio di noi come risultati, ma il loro progetto, compreso di infrastrutture, è partito prima. Le altre no, non posso invidiarle”, le parole di uno scatenato – come sempre – Commisso.
Commisso: “Milan e Inter, centinaia di milioni di debiti ma nessuna penalizzazione”
Lo stesso Commisso poi rincara la dose, quando gli viene chiesto se ha visto dei cambiamenti e se ha ancora fiducia che possano avvenire: “La fiducia c’è sempre, ma non ho visto miglioramenti in nessuno degli aspetti che avevo citato, a partire dal rispetto delle regole. La Juventus ha subito una penalizzazione per irregolarità, ma Milan e Inter hanno continuato a spendere nonostante centinaia di milioni di debiti e non sono state mai penalizzate per questo. Non si è voluto intervenire. Questi club, a partire dalla Juve, volevano aggiustare i bilanci con i soldi della Super Lega a scapito dei tornei nazionali. Per fortuna quel progetto è fallito ed il calcio si è salvato”.
Tra i tanti argomenti, oltre al rimpianto e la ferita aperta dello stadio, il calcio italiano definito “pozzo senza fondo”, c’è anche quello dei tanti affari con la Juventus che non piacciono ai tifosi: “Con le cessioni di Chiesa e Vlahovic abbiamo fatto un buon lavoro. Se i bianconeri sono l’unica squadra che si fa avanti con i soldi, che devo fare… (ride, nda). Abbiamo fatto un grande affare con Vlahovic, il più importante nei miei cinque anni. E guardi Chiesa: ho letto che è andato al Liverpool per 12 milioni. Noi lo abbiamo venduto per quasi 60… Chi ha fatto l’affare, gli altri o Rocco? Loro hanno fatte delle scelte, noi abbiamo ottenuto il massimo guadagno. Io volevo tenere Vlahovic, ma col suo agente era impossibile trovare un accordo. Quando sono arrivato, Chiesa era già stato venduto alla Juve e io l’ho trattenuto. Lui però voleva andare via e gli ho promesso che l’anno successivo sarebbe stato ceduto. Ma alle nostre condizioni”.