Un nuovo terremoto sta investendo in toto il mondo del calcio: una big rischia addirittura la retrocessione, la sentenza sta per arrivare
Il calcio è fatto di equilibri ben precisi che devono investire tutti i rami del mondo del pallone. Parliamo del campo, quindi di quello che succede sul rettangolo di gioco, dello spogliatoio e poi anche della parte amministrativa e societaria. Negli ultimi anni, a volte, questi equilibri sono saltati, come è successo ad esempio alla Juventus del passato recente con una penalizzazione che ancora oggi fa discutere e dibattere.
Anche in Inghilterra, però, c’è in questi giorni un caso che resta nel sottosuolo della Premier League, ma potrebbe cambiare le gerarchie storiche del campionato. Protagonista è il Manchester City, una super potenza del calcio mondiale e non solo britannico, che con Pep Guardiola in panchina ha alzato al cielo anche la Champions League nel mezzo dell’egemonia del Real Madrid e ha dimostrato di essere una delle squadre più forti e qualitative al mondo.
Ora i problemi non sono pochi dal punto di vista giudiziario per i Citizens. La società è stata accusata di aver violato 115 principi del Fair-Play Finanziario inglese, e da lunedì si entrerà in una nuova fase del procedimento: i tempi ora si accorciano e potrebbero presto portare a una decisione fondamentale per tutto il calcio europeo.
Come riporta il quotidiano britannico ‘The Times’, la battaglia dovrebbe durare circa due settimane con un verdetto finale della commissione indipendente che arriverebbe così entro fine settembre per quanto riguarda il caso sponsorizzazioni.
Ovviamente saranno valutati anche tutti gli altri capi di imputazione, ma la sentenza globale dovrebbe arrivare non oltre la fine dell’anno. Proprio per questa ragione, l’inizio delle udienze è stato anticipato rispetto alla data originaria di novembre. Alcuni capi di accusa sarebbero così gravi da portare alla retrocessione in Championship del Manchester City.
Anche Pep Guardiola ha parlato dell’argomento in conferenza stampa: “Spero che finisca presto. Sarà il comitato indipendente a decidere. Aspetto con impazienza la decisione. Non sono un avvocato, ce ne sono molti in questo paese e in Spagna. Aspetto di vedere. No, non ne abbiamo parlato nello spogliatoio. Erling non è un avvocato. È stato affidato a un comitato indipendente. Non ne parlo con loro. Sono tutti innocenti fino a prova contraria”.
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