Intervista a Luigi Maifredi per ricordare la scomparsa del suo amico e attaccante Totò Schillaci: il retroscena su Italia ’90.
L’Italia piange Totò Schillaci, scomparso questa mattina dopo diversi giorni difficili, trascorsi in ospedale a Palermo. L’ex attaccante, eroe delle Notti Magiche di Italia ’90, ha lottato contro un tumore che si è ripresentato dopo una piccola tregua.
Noi di Calciomercato.it abbiamo intervistato uno dei suoi allenatori, nonché amico Luigi Maifredi. I due si sono conosciuti bene soprattutto dopo l’esperienza trascorsa alla Juventus post Mondiale 1990. Con mister Maifredi, Salvatore Schillaci segnò 8 gol tra campionato e coppe.
Mister Maifredi, qual è il suo ricordo di Totò Schillaci?
“Io me lo ricordo bene per gli anni post Juventus, perché fortunatamente i contatti sono proseguiti dopo l’esperienza con i bianconeri. Ha partecipato al mio giochino Gladiagol e abbiamo intrapreso una buona amicizia, tant’è che quando sono stato a Palermo per Quelli che il Calcio mi venne a prendere, mi portò a casa sua. Avevamo un buon rapporto personale. Sono molto dispiaciuto, era un personaggio che si faceva voler bene“.
Ha continuato a sentirlo durante la malattia?
“Sapevo che era stato operato, che era ammalato. Non avevamo bisogno di telefonarci per essere amici, quando ci vedevamo dimostravamo il nostro affetto nella maniera giusta”.
Che ricordo ha di Italia ’90? Ogni pallone che toccava Totò era gol…
“Come tutti gli italiani ero attaccato alla tv durante il Mondiale Italia 90 per vedere la Nazionale. Ogni volta che faceva gol Totò era una goduria, perché sarebbe diventato il mio giocatore. Sono quello che ho goduto maggiormente delle sue giocate e delle sue prodezze”.
Che tipo di persona era Totò?
“Era simpatico, un meridionale, aveva toccato il cielo con un dito arrivato alla Juventus. Se poteva fare di più? E chi lo sa, con il senno di poi siamo tutti bravi. Tutti vorremmo dire che poteva fare di più, ma ognuno è depositario delle proprie fortune e sfortune. Io credo che a prescindere abbia fatto una buonissima carriera”.
Una domanda sul Bologna, che lei ha allenato e portato in Europa. Come lo vede questo percorso nuovo in Champions League?
“Sarà un percorso difficile per il Bologna per 4 motivi: non hanno Ferguson (infortunato ndr), non hanno Zirkzee, non hanno Calafiori e soprattutto non c’è Thiago Motta. L’anno scorso si era creata una chimica particolare, ogni cosa che facevano riusciva alla meglio. Vincenzo Italiano ha avuto coraggio ad entrare in un meccanismo collaudato, però senza tre ingranaggi importanti. Avrà bisogno di un pizzico di fortuna. Essere arrivati è una cosa grandiosa, ma restarci sarà molto difficile”.
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