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Juve-Napoli, Santacroce: “Conte ha un vantaggio. Yildiz? C’è solo un Del Piero” | ESCLUSIVO

Intervista a Fabiano Santacroce, ex difensore di Serie A, sul big match di Serie A tra Juventus e Napoli: ecco la sua formazione tipo e il commento su Yildiz

Juventus-Napoli non è mai una partita qualsiasi. Affrontare la Juventus non è mai banale e smuove sempre qualcosa nell’animo dei calciatori. Lo ammette anche Fabiano Santacroce, che durante la sua carriera ha avuto modo di giocare più volte contro i bianconeri.

Fabiano Santacroce su Juventus-Napoli (Calciomercato.it)

Ex difensore di Napoli e Parma, Calciomercato.it ha intervistato Fabiano Santacroce per fare un punto alla vigilia di Juventus-Napoli. Un match che inizierà tra mille polemiche per via del CASMS che vieterà l’accesso al settore ospiti, e quindi ai tifosi azzurri. Con Fabiano abbiamo analizzato reparto per reparto le due formazioni: ecco le sue scelte.

Santacroce: “Di Gregorio garanzia. Kvara imprevedibile. Vlahovic, alla Juve in difficoltà ma…”

Se pensi a Juventus-Napoli, cosa ti viene in mente?
“E’ una partita bella, sentitissima. C’è grande rivalità tra le due squadre che si al vertice del campionato italiano. Sicuramente una bella immagine per lo sport”

Santacroce in Juve-Napoli (ANSA) Calciomercato.it

Peccato per l’assenza dei tifosi ospiti…
“Già, peccato che i tifosi del Napoli non potranno andare all’Allianz”.

Hai un ricordo particolare che ti lega alla sfida contro la Juventus?
“Ne ho fatti tanti di match contro la Juventus. Un ricordo bello che resta nel cuore è vedere i giocatori che magari guardavo da bambino. Ricordo quella prima volta che ho giocato contro Camoranesi, Nedved, Del Piero. E’ sempre stata una bella emozione giocare contro la Juventus, è una partita diversa. E’ la squadra in Italia che ha fatto meglio di tutti”.

Chi arriva meglio a questa partita? 
“Arrivano bene tutte e due. Sicuramente arriva meglio il Napoli, perché non ha giocato la coppa europea: ha un vantaggio a livello fisico. Ma a livello mentale entrambe sono cariche, sarà una bella partita”.

Analizziamo reparto per reparto di Juventus e Napoli. Meret o Di Gregorio? Sembra non esserci partita… 
“No, invece c’è partita! A me piace molto Di Gregorio, è un portiere che garantisce parate importanti. E’ bravo con i piedi. Meret ha fatto miracoli nell’ultima partita, a livello mentale starà bene anche lui”.

Forse in pochi si aspettavano Di Gregorio post Szczesny. Può restare per i prossimi 3-4 anni alla Juventus?
“Non è un portiere vecchio, può maturare ancora, è stata una buona scelta da parte della Juventus”

Passiamo ai due reparti difensivi
“In teoria sono due belle difese. Il Napoli si sta ancora perfezionando, ma la Juventus non ha preso un gol e un motivo ci sarà. E ricordiamo che in panchina hanno giocatori forti. Il reparto difensivo della Juventus vince”.

Andiamo a centrocampo. Da una parte la Juventus che ha rivoluzionato il reparto con tanti acquisti, dall’altra i soliti Lobotka e Anguissa: chi vince la partita?
Partita dura. Lobotka ha dimostrato un rendimento alto, sarà difficile da sostituire per il Napoli. E’ dinamico, sa fare bene entrambe le fasi. Anguissa ha dimostrato uno stato di forma che non aveva da due anni dopo l’arrivo di McTominay. Probabilmente sulle corsie esterne preferirei i centrocampisti della Juventus, mentre al centro quello del Napoli”.

Sulla trequarti la Juventus ha Yildiz: è quello che si avvicina più a Del Piero degli ultimi 15 anni?
“Come Del Piero è dura che ne nascono altri. Però Yildiz è un giocatore molto forte. Ha ancora bisogno di crescere, Alex alla sua età era già un fenomeno”.

Dall’altra parte però c’è Kvaratskhelia…
“E’ un giocatore che oltre alla classe, oltre ad essere un funambolo, ha una cattiveria che puoi ritrovare solo nei giocatori che arrivano a livelli difficili da toccare”

Da difensore, come lo fermeresti?
“Mi piacerebbe moltissimo incontrare un giocatore come Kvaratskhelia, perché è imprevedibile, non fa sempre la stessa cosa. Il 90% delle volte i calciatori hanno quel modo di giocare che difficilmente riescono a variare. Kvara invece è impossibile da decifrare: va sull’esterno, va sull’interno, torna indietro, fa finta e va sul lungo”.

Per ultimo, passiamo all’attacco: prendi Vlahovic o Lukaku?
“Come stato di forma, forse direi Vlahovic. Ma se sono entrambi al 100%, prendo Lukaku che è spaventoso. Ha dimostrato in queste due partite col Napoli che, nonostante non stia bene, riesce a fare la differenza con una facilità disarmante”.

Con l’occhio esperto da difensore, come consideri Vlahovic? Qual è il suo livello?
“Ha trovato tante difficoltà andando alla Juventus. Per me Vlahovic è un attaccante da squadra di alta fascia, difficile da marcare. Io guardo molto l’intensità, la cattiveria. Certo non può sognare le stesse caratteristiche tecniche di Kvaratskhelia, ma ha un ruolo dove la cattiveria e la fame sono importanti e in questo lui c’è. Non c’è dubbio che è da prima fascia”.

De Laurentiis commosso nell’ultima conferenza in cui ha ricordato i suoi vent’anni di presidenza nel Napoli: l’hai mai visto piangere?
“Non me lo sarei mai aspettato (sorride ndr). E’ un presidente che ha fatto cose che in Italia in pochi farebbero. Ha vinto un campionato con bilancio in attivo. Tanto di cappello per la sua gestione. Mi è dispiaciuto per la stagione passata, ma si è ripreso. E’ uno dei migliori presidenti. Ogni anno parti con la certezza che non retrocedi e non fallisci, ed è importantissimo”.

In quell’occasione, De Laurentiis ha anche detto che “Napoli non è una meta di passaggio, ma un punto di arrivo per calciatori e allenatori”. Ha esagerato?
“Penso che si parli sempre di una squadra che negli ultimi 10 anni ha combattuto spesso per il titolo. Sono sempre in poche quelle che alzano il livello fino al punto in cui è arrivato il Napoli. Ricordo che al mio secondo anno in azzurro già eravamo in Coppa Intertoto e dopo poco eravamo in Champions League. Da quel momento, si è sempre puntato al titolo. Abbiamo sempre visto un Napoli da primo, secondo o terzo posto. E bisogna considerare una cosa importante: compete con club che investono il triplo dei soldi”.

Leonardo Zullo

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