Ecco perché in casa Juventus la situazione di Dusan Vlahovic desta più preoccupazione rispetto a quella di Douglas Luiz
In questo momento sono due i nomi che spiccano sulle pagine dei giornali e sui social accanto alla parola problema in casa Juventus: Douglas Luiz e Dusan Vlahovic. Eppure, uno dei due per il momento non è considerato affatto come un problema.
Lo scarso utilizzo del brasiliano da parte di Thiago Motta, infatti, è una diretta conseguenza dello stato di forma non ancora ottimale del giocatore, così come un adattamento al calcio italiano e alle indicazioni dell’allenatore che richiede del tempo. Inoltre, il centrocampo della Juventus sta girando bene con un interprete come Manuel Locatelli. Le annate difficili con Massimiliano Allegri hanno il merito di aver armato l’ex Milan e Sassuolo anche di skills molto importanti in fase di non possesso e nelle marcature preventive, con Thiago Motta invece ha ritrovato la palla tra i piedi con grande continuità e qualità (non a caso contro il Napoli Locatelli ha toccato il pallone ben 111 volte e ha mantenuto una percentuale di passaggi riusciti del 96%). Al suo fianco, hanno dimostrato di saper agire molto bene sia Weston McKennie sia Khephren Thuram. Ecco perché la Juventus può permettersi di aspettare Douglas Luiz con tutta calma, rendendolo di fatto un’arma in più a disposizione di Thiago Motta quando sarà pronto. Per quanto riguarda Vlahovic, invece, il discorso è differente.
Quello che ancora non sta funzionando alla perfezione in casa Juventus è la fase offensiva, con la complicità del giocatore che è chiamato ad essere il suo terminale offensivo: Dusan Vlahovic.
Dare tutte le responsabilità della siccità offensiva della Juve all’attaccante serbo sarebbe un peccato di superficialità, ma è altrettanto evidente che il gorgo psicologico in cui è entrato il numero 9 bianconero stia complicando notevolmente i piani di Thiago Motta. L’allenatore italo-brasiliano sta operando una rivoluzione a Torino, che richiederà tempo e pazienza da parte di tutti per essere assimilata: in questa fase, avere un attaccante che fa fruttare le occasioni a sua disposizione faciliterebbe il tutto.
Vedere giocare Vlahovic, al momento, è un’esperienza difficile, di sofferenza empatica nei confronti di un calciatore che non sta riuscendo a gestire nemmeno il minimo errore che può macchiare la sua prestazione. Un controllo sbagliato, un appoggio impreciso o un tiro murato, basta davvero poco al serbo per abbattersi e non riuscire più ad essere lucido nelle scelte, tornando ad alimentare il circolo vizioso di cui sopra. Nel match contro il Napoli, Thiago Motta è arrivato addirittura a sostituirlo dopo 45 minuti e soli 6 palloni toccati e ora sta valutando se optare per Kenan Yildiz o Nico Gonzalez in quel ruolo. Questa è un’altra grande differenza con la situazione di Douglas Luiz: il reparto del brasiliano sta funzionando e ci sono le alternative, in attacco Thiago Motta è chiamato ad inventarsi qualcosa perché l’altro attaccante in rosa (Milik) non è ancora disponibile. Il problema più attuale della Juventus è Vlahovic, non Douglas Luiz.
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