Mario Balotelli parla del derby e della prestazione opaca di Rafael Leao nonostante la vittoria del Milan: “In queste partite deve fare la differenza”
Ora tutti esaltano il Milan e il suo allenatore Paulo Fonseca. Il derby vinto dai rossoneri domenica sera ha ribaltato in qualche modo le sensazioni e le percezioni di queste prime settimane di campionato in cui l’allenatore portoghese era finito già sulla graticola e rischiava addirittura l’esonero in caso di ko. Mentre l’imbattuto Inzaghi poteva restare immacolato pur con qualche interrogativo per un inizio non brillante.
Alla fine è stata festa rossonera grazie a Pulisic e ovviamente alla capocciata di Matteo Gabbia. Fonseca ha preparato molto bene la partita, anche con l’esperimento ben riuscito della doppia punta. Morata e Abraham, che ovviamente hanno fatto un lavoro completamente diverso, ma hanno confermato di poterci giocare insieme, anche perché l’inglese sembra tutt’altro giocatore rispetto a Roma. E poi benissimo anche la difesa e gli esterni, i centrocampisti e il solito enorme Pulisic. Tutto bene quindi? Non proprio, perché resta qualche dubbio e più di una punta di perplessità sulla prestazione di quello che in teoria doveva essere il puntello decisivo, che doveva spaccare il derby. Parliamo ovviamente di Rafael Leao, che in una partita ben giocata è inaspettatamente uno di quelli meno in luce. E non ha convinto praticamente nessuno.
Tra questi Mario Balotelli, tra i tanti che si aspettavano da lui lo sprint decisivo per battere l’Inter: “Rafa sai che ti voglio bene, ma in queste partite mi devi fare la differenza, mi aspettavo un po’ di più. Parlo di quando ha la palla al piede, il movimento, inventarsi qualcosa – ha detto a ‘Vox To Box’ su Controcalcio -. Leao, con la sua qualità, deve mettersi in testa che queste devono essere le sue partite. Spero che diventi uno dei più forti. Deve avere la fame e questo qualche volta gli manca. Leao non è stato per niente aggressivo nel derby. Gli manca la fame, se l’avesse, sarebbe un calciatore top. Deve mangiarsi il campo. Dev’essere aggressivo, avere motivazioni e non le ho viste in Leao”. Insomma, nell’euforia generale giustificata del Milan, che ha agganciato i nerazzurri in classifica, un corpo quasi estraneo a volte resta il numero 10 protagonista di un inizio di stagione con molte più ombre che luci. E non solo per gol e giocate.