Inter troppo anziana e senza alcuna fantasia: l’errore fatale commesso dal direttore Beppe Marotta durante la scorsa estate
Una falsa partenza quella dell’Inter dopo le prime 5 giornate di campionato. I nerazzurri hanno ottenuto 8 punti sui 15 disponibili, un po’ pochi rispetto alle attese. I campioni in carica si trovavano a punteggio pieno in Serie A dopo lo stesso numero di partite lo scorso anno e la paura che qualcosa sia cambiato a distanza di una stagione è alta.
I problemi sono sia di natura fisica, che di natura mentale. La squadra, soprattutto nel derby perso contro il Milan, è apparsa sulle gambe, per nulla in forma in molti dei suoi singoli e persino spaventata. Ingabbiata dal cambio modulo di Paulo Fonseca e intimidita nell’approccio sia nel primo, che nel secondo tempo. Uno scenario inconsueto rispetto a quanto eravamo abituati nello scorso campionato.
Che l’Inter possa fare la stessa fine del Napoli post scudetto? Noi crediamo di no, troppe le differenze rispetto alla disastrata stagione partenopea. Ma che la corsa al titolo possa essere meno dominante e più incerta fino alla fine, è già molto più probabile. Lo scarso rendimento di alcuni protagonisti della rosa interista, tanto decantata negli scorsi mesi, ci ha portato ad un’analisi più approfondita.
In primo luogo, l’Inter è una squadra “vecchia”. Con una media di 29,1 anni a partita, parliamo della rosa più anziana della Serie A. Al secondo posto c’è un pari merito con Como e Napoli, la cui età media è di 27,8 anni. Sembra poco, ma non è così, perché sono tanti i calciatori nerazzurri che superano i 30 anni (ben 11 su 26, poco meno della metà). Troppi per una squadra che vorrebbe confermarsi, ma che con un anno in più sulle spalle potrebbe non mantenere un rendimento costante al livello di resistenza fisica.
Corsa e lucidità possono venire a mancare in certi momenti della stagione e se nulla gira già da inizio campionato, allora un campanello d’allarme si deve attivare. Quando tutto va male e il motore proprio non gira, servirebbe qualcuno che si prenda la squadra sulle spalle e si trasformi in un trascinatore. Lautaro è in crisi, Thuram non può segnare ogni partita: servirebbe un giocatore che salti l’uomo e che crei superiorità e pericolosità offensiva.
E qui c’è forse il più grande errore di Giuseppe Marotta di quest’estate. Per via dell’assenza di fondi e le mancate cessioni di Arnautovic e Correa (gravissimo), l’Inter non ha acquistato Albert Gudmundsson. Un giocatore che invece avrebbe fatto comodissimo a questa squadra. L’islandese, che si è presentato a Firenze con una doppietta all’esordio, è stato il 14° calciatore per dribbling in Serie A lo scorso anno (38).
Un fondamentale in cui l’Inter è tremendamente carente, dato che nelle prime 5 giornate di campionato, i giocatori interisti che ne hanno messi di più a referto sono Barella e Frattesi, con appena 3, gli stessi che conta Gleison Bremer, un difensore. La fantasia e l’estro dell’ex Genoa avrebbe rappresentato una manna dal cielo per i nerazzurri, che ora dovranno rimboccarsi le maniche e ritrovare brillantezza per riprendere un cammino fin qui troppo frastagliato. Poi a gennaio, sul mercato, si vedrà.
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