Cristiano Giuntoli, capo dell’area tecnica della Juventus, affronta varie tematiche: dall’addio di Allegri, al nuovo corso dei bianconeri con Thiago Motta in panchina
Juve ripartita da zero dopo la rivoluzione sul mercato e l’approdo in panchina di Thiago Motta, successore di Allegri al timone del club bianconero.
Gli ultimi mesi del tecnico toscano sono stati a dir poco turbolenti alla Continassa, specialmente nel rapporto con la dirigenza e Cristiano Giuntoli. Il capo dell’area tecnica evita lo scottante argomento: “Di questo non parlo“, il dribbling del dirigente della ‘Vecchia Signora’ nell’intervista al ‘Corriere della Sera’. La Juventus ha cambiato molto e la strategia di Giuntoli è ben chiara: “Dovevamo abbassare il monte ingaggi e l’età media della rosa. E l’abbiamo fatto. Dobbiamo costruire mattone dopo mattone il nostro percorso, siamo fra le squadre più giovani del campionato e abbiamo un progetto importante. Sono molto ottimista e anche contento di come è cominciata questa stagione. Certo, la Juve è una società che deve vincere. Non è la sola cosa, ma quella più importante. Noi dobbiamo mantenere l’equilibrio finanziario e una competitività elevata per riportare il club dove merita“.
Giuntoli tesse le lodi di Thiago Motta, stella polare del cambiamento della Juventus: “Non eravamo gli unici ad avere gli occhi su di lui, ne eravamo consapevoli e abbiamo giocato le nostre carte, sposando evidentemente in toto il suo progetto di calcio. Ha avuto un grande impatto. Lui è un predestinato, molto empatico con la squadra. Ha grandissima personalità e vive per questo lavoro“. Poi svela un retroscena: “Se non avessimo preso Motta? Non dico il nome, ma è un allenatore straniero che esercitava ed esercita ancora in Europa”.
Il Dt bianconero butta acqua sul fuoco sul rinnovo e il futuro di Vlahovic: “Un calciatore come lui, con prospettive ancora importanti, non può mai essere un problema. Il rinnovo è un obiettivo, lo faremo. Un giocatore che vale tanto e guadagna tanto per noi rappresenta un patrimonio”.
Sull’addio di Chiesa: “L’abbiamo gestita con chiarezza e semplicità, con il giocatore e il suo entourage siamo stati sempre molto onesti, tutti insieme abbiamo cercato la soluzione più giusta per il giocatore, che è molto forte e gli auguriamo tutto il bene possibile”. Diverso il discorso per McKennie: “Lui aveva un problema di rinnovo, ma non è mai stato fuori dal progetto”.
Koopmeiners è stato il colpo dell’estate: “Anche questa è stata una trattativa difficile. È speciale nelle giocate, nella tecnica. Un calciatore a testa alta, sa sempre dov’è la palla, sa a chi darla. È uno tosto”.
Sul mancato arrivo di Calafiori: “È un rimpianto per tutto il calcio italiano, non della Juventus. Bisogna interrogarsi sul fatto di non aver avuto la forza di tenere in Italia un giocatore della sua portata. Le grandi squadre hanno preso tutte un difensore, non lui”.
Infine sulla corsa scudetto e gli obiettivi della Juve: “È presto per dirlo, ma Inter e Napoli sono le favorite. Lo dice la storia, vince sempre la squadra più esperta. L’Inter lo è, il Napoli per il cambio strategia che ha fatto lo è diventata. Noi abbiamo cambiato tanto, e quando lo fai rischi sempre. Abbiamo modificato completamente il modo di pensare calcio, partiti da zero. Non sappiamo ancora quello che possiamo fare, siamo alla scoperta di noi stessi. Adesso c’è anche la curiosità di capire, vedere cosa facciamo”.
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