La conferenza stampa di Antonio Conte a due giorni da Napoli-Como: le ultime novità sulla formazione azzurra
Napoli primo in classifica dopo la sesta giornata, ora però tocca affrontare il Como. Altra gara in casa al Maradona ed è previsto il pienone. Antonio Conte si presenta in conferenza stampa a due giorni da Napoli-Como e fa il punto della situazione.
Il periodo attuale – “E’ un periodo di assestamento per tutti. Si sono alternate diverse squadre in testa la classifica in 6 giornate e quindi è un momento di assestamento. Per noi è importante fare punti ora e ce li ritroveremo dopo. Dobbiamo crescere nelle conoscenze e dal punto di vista tattico”.
Sul Como – “Con Fabregas abbiamo condiviso dei momenti importanti e ho sempre pensato che lui potesse intraprendere la carriera di allenatore. Sono contento per lui perché sta facendo un percorso veloce, però si sta dimostrando preparato sotto tutti i punti di vista. Il Como è la squadra rivelazione. Nelle ultime 3 partite poteva fare 9 punti. Ci sono giocatori che possono avere grande futuro. Alcuni hanno invece grande esperienza, come Cutrone che sta facendo un avvio di campionato incredibile. Affronteremo una squadra che ci creerà delle grosse problematiche e che verrà qui con grande entusiasmo. Noi ci stiamo preparando per non farci trovare impreparati”.
Sullo stadio di proprietà: “Purtroppo noi in Italia siamo indietro. Perché io ho lavorato in Inghilterra e non dico che è una consuetudine, ma lo stadio di proprietà e il centro sportivo sono fondamentali per la crescita di un club. Succede anche in serie minori. Sono degli step che in Italia vanno fatti, magari in maniera più veloce. Stadi come il Maradona, San Siro o l’Olimpico sono la storia, bisogna trovare il modo per farli diventare più accoglienti. Pensare di cambiare totalmente non mi rende favorevole”.
Da Lukaku e Kvara, al caso ultras e la pressione scudetto: parla Conte
Su Lukaku – “Sta lavorando e lo sta facendo con gli stessi carichi di lavoro degli altri. Poi ovviamente la sua è una macchina diversa e magari bisogna fare dei lavori specifici. Inizia a stare in buona condizione ed è ben integrato con il resto del gruppo. Per me in campo sposta sempre”.
Possibili miglioramenti – “Noi vogliamo sempre migliorare, sotto tutti i punti di vista. Nelle scelte, tecnicamente, sulla gestione della partita. A volte siamo frettolosi e quindi questo fa parte del percorso. Lavoriamo tanto e quello che a me piace è vedere la disponibilità dei ragazzi ad apprendere sempre di più durante gli allenamenti. Sono passati solo 3 mesi e quindi ci sono ovviamente dei margini di miglioramento, ma vedo che loro stanno crescendo sotto tanti punti di vista, anche a livello caratteriale e determinazione e voglia”.
La pressione scudetto – “E’ un vantaggio giocare prima degli altri? Se vinceremo sì. Saremo i primi a giocare e quindi avremo la possibilità vincendo di rimanere in testa che in questo momento conta poco. Conta mettere i 3 punti. Le partite sono tutte difficili, soprattutto per noi che abbiamo intrapreso questo percorso. Vincere sarebbe importante. Affrontiamo una delle squadre più difficili da sfidare in questo momento. La pressione è una cosa che dobbiamo abituarci ad averla sempre. Io la sento sempre prima della partita, noi dobbiamo averla dentro di noi per i 3 punti. E questa è la sana pressione che fa bene. Anche la sana paura fa bene, perché ti rende umile e agguerrito. Qualche furbetto da fuori ci mette pressione per coprire la propria squadra. Gli scudetti li vince la storia, il valore della rosa ed il monte ingaggi. Salvo rarissime eccezioni. Quindi quando sento parlare qualcuno che mette pressioni su di noi io dico che se hanno voluto la bicicletta devono pedalare. A Napoli si dice “cca nisciun’ è fess”.
Il nervosismo di Kvara – “Non ho visto se era seccato o arrabbiato con se stesso. Io dico che ha fatto una buona partita. Magari era nervoso per le decisioni dell’arbitro, aveva preso l’ammonizione. Questo nervosismo fa piacere, perché è presente. Sente la sfida e la partita. E’ coinvolto dal punto di vista tecnico ed emotivo. Ci tiene e ha voglia”.
L’inchiesta ultras – “Il gradimento degli ultras del Milan? Mi può far piacere. E’ logico che se avessi avuto dei contatti diretti con queste persone, sarebbe stata una cosa grave. Io non le conosco e il gradimento c’era del tifoso sano e mi fa piacere perché il mio lavoro viene apprezzato, anche se ho vestito colori di maglie rivali. Per il resto io ho letto degli arresti a Milano. Non so benissimo la situazione e quindi non conoscendo bene la situazione diventa difficile esprimersi perché non sarei corretto. Il calcio è felicità e condivisione, il motore del calcio è la sana passione del tifoso e questo noi non dobbiamo mai dimenticarlo. Poi noi dobbiamo pensare al calcio e a lavorare”.
Sul migliorare i giocatori – “La storia parla per me, il giocatore dopo che ha lavorato con me sarà migliore. Non lo dico per presunzione. Io so quello che trasmetto e i calciatori si aprono. “Noi lo scorso anno siamo stati la decima peggior difesa del campionato. La 15a in casa. Ed era colpa di tutta la squadra, della voglia di difendere tutti insieme. Quando c’è la stessa compattezza diventa più facile per tutti”.
Sul calendario – “Quello che chiedo sistematicamente ,e lo affianchiamo al lavoro per metterli nelle condizioni, i tre punti. Deve essere questa la mentalità che deve avere la squadra, contro chiunque. Il campionato italiano, ogni partita non te la porti da casa. Noi venerdì affrontiamo una squadra che ha pareggiato col Bologna che fa la Champions e ha vinto in casa della vincitrice dell’Europa League. E quindi capisci le difficoltà. Dobbiamo essere dei martelli”.