La prima intervista alla stampa di Florent Ghisolfi segna un nuovo capitolo per la Roma dei Friedkin: le dichiarazioni principali e le prospettive
È arrivata ieri la prima intervista di Florent Ghisolfi, direttore sportivo giallorosso che sta diventando sempre più centrale alla Roma, dopo l’addio di Lina Souloukou. Il manager francese assiste a tutti gli allenamenti della squadra e appare nei video pubblicato sui social dal club, in entrambe le rifiniture aperte ai media ha salutato uno ad uno i cronisti presenti. Parla con l’allenatore e lo staff di Juric, con i calciatori e ieri si è confrontato anche con i giornalisti.
Ieri appunto c’è stato l’incontro con i quotidiani a Trigoria, le prime dichiarazioni alla stampa pubblicate quest’oggi in cui Ghisolfi ha toccato (in francese, ma sta studiando anche l’italiano) una miriade di temi, proiettandosi soprattutto al futuro, senza evitare ovviamente le domande su De Rossi e Lina Souloukou, alla quale il dirigente ha ammesso di essersi “adattato per trovare un equilibrio con lei e l’allenatore”. Sull’esonero di DDR ha risposto così: “Meglio parlarne più avanti. Sicuramente è stato un momento difficile e doloroso per noi. Ero toccato dalla situazione perché se l’allenatore fallisce anche io ne risento. Capisco le tante domande sul momento e sui motivi di alcune scelte. Non voglio però alimentare un dibattito che sarebbe inutile, penso sia il momento di andare avanti”. La Roma ora ha bisogno di tranquillità e per questo Ghisolfi preferisce non entrare nel dettaglio. L’altra parola d’ordine è stata “stabilità. Proprio per questo – dice il ds – noi vogliamo costruire un club che non sia dipendente da un allenatore o da un direttore sportivo“.
Questo si può mettere in pratica con la “costruzione di uno staff”, ma anche con la conferma di un sistema di gioco. Che dalla difesa a quattro priorità iniziale di De Rossi, è passato allo schieramento a tre dietro: “Soulé può giocare nel 4-3-3 ma anche nel 3-4-2-1, dietro la punta. Già alla fine del mercato De Rossi stava cambiando idea per le qualità e la natura dei giocatori che abbiamo in rosa, ma soprattutto perché in difesa avevamo bisogno di una maggiore stabilità. Per questo abbiamo cominciato a prendere giocatori come Saelemaekers, Hermoso, Hummels e la scelta di prendere Juric rappresenta la continuità con il lavoro sul nuovo modulo. E sul mercato continueremo su questa direzione”. Anche per la Primavera sarà lo stesso, prendendo da esempio l’Atalanta di Gasperini.
Dybala, la seconda squadra, i rinnovi e la Champions: le parole di Ghisolfi
Poi altro argomento caldo Dybala e la trattativa saltata con l’Al-Qadsiah: “Ha fatto una scelta di cuore ed è positivo per tutti. Noi siamo stati costretti a prendere in considerazione la sua volontà di partire. Situazione normale come in tutti i mercati. E il mister non ha avuto indicazioni dalla società su una gestione delle presenze. Rinnovo? Non c’è alcuna discussione in corso. L’unica cosa che vogliamo è che Dybala sia concentrato in campo che si liberi mentalmente”. La stabilità e il futuro passano anche il nuovo Ceo che arriverà, senza escludere anche un altro dirigente più strettamente di campo.
E dalla questione seconda squadra: “Sì, ci stiamo pensando. È un costo, ma le squadre che hanno fatto questa scelta ora vedono i risultati. Non è qualcosa di confermato, ma è una riflessione che stiamo facendo”. Il percorso continuerà cercando di investire “sui giovani ma con ingaggi più bassi”, “aumentare i valori economici e sportivi degli atleti”, “rendere la squadra più costante, con meno infortuni”. Insomma, una “Roma performante e sostenibile”, la definisce Ghisolfi. E ancora “entrare nel nuovo stadio con giocatori importanti, spero di poter procedere in questa direzione senza dover vendere i giocatori più importanti”. Tocca poi parlare di Juric: “È riuscito a creare coesione in un momento comprensibilmente difficile. Sto scoprendo un uomo e un mister di qualità, di valore. La scelta di prendere lui? Conosce la Serie A e i giocatori ed era pronto ad accettare un contratto di breve durata, credo abbia la capacità di portare la Roma dove merita. In Champions? Sì. Anche in termini di identità, Juric incarna i valori della Roma”. Ghisolfi torna anche a rassicurare i tifosi sull’impegno immutato dei Friedkin nel club giallorosso nonostante l’acquisto dell’Everton.
Il ds difende l’acquisto di Saud: “Pensare che non abbia qualità vuol dire non conoscere il giocatore, non va giudicato per 15 minuti alla prima all’Olimpico”. E infine sui rinnovi. Ad esempio Zalewski: “Siamo nel dialogo costante con il giocatore e l’agente, vedo due persone che amano il club e speriamo di trovare una soluzione il prima possibile”. E poi esalta la voglia di Baldanzi e Pisilli: “È il DNA che vogliamo in questa Roma”. Sul classe 2004 reduce dal gol decisivo al Venezia: “Abbiamo fatto riunioni con gli agenti, cercando una soluzione il prima possibile, ma ha già un contratto. È giusto che sia ripagato il suo lavoro”. Discorso simile per Svilar: “Merita che sia rivisto il suo contratto”. In pochi giorni, da quando Ghisolfi è diventato il principale riferimento dirigenziale a Trigoria, si è visto un primo cambio di rotta netto. Presenza, comunicazione, spiegazione della linea societaria. Certo, tanti interrogativi importantissimi sono rimasti ancora inevasi, ma la sensazione è che col tempo i tifosi potranno sperare finalmente di avere delle risposte dalla proprietà, per bocca di un ds sempre più protagonista.