Le dichiarazioni dell’avvocato in merito al caso ultras che sta coinvolgendo le tifoserie organizzate di Inter e Milan
A tenere banco in questi giorni sono le notizie relative al caso ultras. I tifosi di Inter e Milan sono dunque con il fiato sospeso, in attesa di novità, dopo la maxi operazione delle forze dell’ordine che ha portato a diciannove misure cautelari tra membri della Curva Nord e Sud.
In queste ore, inoltre, stanno emergendo i nomi di alcuni tesserati, come quelli di Simone Inzaghi, Javier Zanetti e Davide Calabria. Per fare chiarezza in merito a quanto sta succedendo e soprattutto a quanto potrebbe succedere TvPlay ha intervistato l’avvocato Pierfilippo Capello: “Da un punto di vista sportivo siamo fermi con la Procura della FIGC che sta aspettando gli atti dalla Procura di Milano – afferma subito – Non prevedo cose enormi per Inter e Milan, se non eventuali multe economiche. Da un punto di vista penale il discorso è diverso: occorre capire se c’è stato qualcuno che ha commesso qualcosa che non doveva fare. Dobbiamo ricordarci che in tutte le società c’è un soggetto che ha il compito di interfacciarsi con i tifosi, poi se lo fa con i gruppi organizzati o meno e in che modalità è un altro discorso”.
Il calcio italiano è chiamato a cambiare, soprattutto le Curve dovranno essere diverse: “Lì c’è la ‘ndrangheta, dove vengono fatti salire dei capi dell’organizzazione dalla Calabria verso Milano. Citando l’ordinanza, ad un certo punto questi personaggi chiamano gli steward e decidono chi far entrare e chi meno allo stadio, senza pagare o con biglietto. Il problema è che esiste un fenomeno in cui le Curve non sono più un posto in cui tifare e appassionarsi alla propria squadra. Il modo di amare una squadra dev’essere uguale a quello di chi frequenta la Curva. Un tifoso che non è in curva non è meno importante di quello in Curva”.
Si prova così ad entrare nel dettaglio, puntando la lente di ingrandimento su Simone Inzaghi, tirato in ballo per aver ricevuto pressioni da un capo ultrà dell’Inter che gli chiedeva di procurargli dei biglietti.
“Inzaghi quando gira per Milano fa 100 foto e parla con i tifosi, si interfaccia con tutti. Poi c’è quello che può chiedere dei biglietti per la partita – prosegue Capello -. Aspettiamo prima di esprimere un giudizio. Il tifo Ultras com’è fatto in Italia deve cambiare. La telefonata a Inzaghi, a cinque ore dalla finale, parte con il mister che dice all’ultrà ‘mi risulta che non cantate’. Contestualizzando in questo senso, un allenatore prova a risolvere la questione per aiutare la squadra. Non lo vedo un particolare rilevante”. Oggi tutti i tifosi si stanno chiedendo se le due squadra milanesi verrano penalizzate: “Dipende“, afferma Capello.
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