Dalla Procura: “Soggetti indagati per gravi reati sono stati in grado di infiltrarsi nelle maglie della struttura societaria” dell’Inter
Tra Inter e Milan è quella nerazzurra la posizione più ‘grave’ nell’inchiesta che ha portato all’azzeramento dei vertici delle Curve, la Nord e la Sud. Nella richiesta di custodia cautelare degli ultras arrestati, i due pm Storari e Ombra hanno asserito che il club di Viale della Liberazione ha “indotto in errore” la Commissione antimafia del Comune di Milano nell’audizione del 15 marzo scorso, portando la stessa a sottovalutare il fenomeno.
Per i pm l’Inter ha assunto una “duplicità di atteggiamento“. Uno “rivolto all’interno, dove le regole organizzative vengono pretermesse”; l’altro “all’esterno, dove le medesime regole sono oggetto di formale ossequio”.
Nella richiesta di custodia cautelare, la Procura di Milano va giù durissima contro il club nerazzurro: “Quando si rapporta” con Marco Ferdico, capo ultrà (e responsabile comunicazione Curva Nord, ndr) finito in carcere, “e in particolare cede alle sue pressioni” riguardo l’ottenimento di “altri biglietti”, la società di Oaktree “di fatto finanzia” Ferdico stesso e gli altri ultrà interisti.
“ll problema per l’Inter”, sottolinea la Procura “pare porsi soprattutto sotto un profilo organizzativo: si tratta infatti di rimuovere quelle ‘situazioni tossiche’ che hanno creato l’humus favorevole perché un ambito imprenditoriale sportivo si trasformasse, in fin dei conti, in occasione di illecito, non potendosi certo pensare che il quadro delineato possa essere spiegato facendo esclusivamente riferimento alla personalità perversa di singole persone”.
Non si può “ragionevolmente pensare”, evidenzia la Procura, “che il problema possa essere risolto solo rimuovendo le figure apicali o semi apicali“, non mutando nulla “del sistema organizzativo”. Questo perché, “inalterata l’organizzazione”, i nuovi dirigenti si troverebbero nelle medesime condizioni (tossiche) dei loro predecessori e il sistema illecito sarebbe destinato a perpetuarsi”.
La conclusione dei pm è pesantissima. Nell’Inter – scrivono – “vi è una sorta di cultura di impresa e un modo di gestire e di condurre l’azienda, un contesto ambientale intessuto di convenzioni anche tacite, radicate all’interno della struttura della persona giuridica, che hanno di fatto favorito, colposamente, soggetti indagati per gravi reati che sono stati in grado di infiltrarsi nelle maglie della struttura societaria”.
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