La pausa del campionato fa tornare di attualità il caso degli ultras di Milan e Inter: occhio all’articolo 4
Nelle prossime ore possibili sviluppi nell’inchiesta condotta dalla Procura di Milano che convocherà il tesserati di Inter e Milan coinvolti.
La Procura di Milano si appresta a convocare i tesserati di Inter e Milan coinvolti, direttamente o indirettamente, nell’inchiesta sugli ultras milanesi. La sosta del campionato potrebbe agevolare le operazioni, sia dal punto di vista logistico che per ridurre l’impatto sulle attività sportive. Tra coloro che potrebbero essere chiamati ci sono Simone Inzaghi, Nicolò Barella, Giuseppe Marotta e Javier Zanetti per l’Inter, mentre tra i rossoneri sono attesi Davide Calabria e, presumibilmente, i giocatori attualmente impegnati con le rispettive nazionali, come Hakan Calhanoglu e Milan Skriniar. A condurre le audizioni sarà il procuratore Marcello Viola.
Allo stesso tempo, anche la Procura Federale ha aperto una indagine e attende la trasmissione degli atti dalla magistratura ordinaria per decidere come procedere. Il procuratore Giuseppe Chiné valuterà se vi sono gli estremi per avviare un procedimento disciplinare, basato in particolare sull’articolo 25 del Codice di Giustizia Sportiva, che disciplina la “Prevenzione di atti violenti”. In particolar modo, l’articolo 25 vieta ai club di sostenere economicamente gruppi organizzati di tifosi e ai tesserati di avere rapporti con essi, se non affiliati ufficialmente al club. In questi casi, sono previste sanzioni che vanno da multe a sospensioni temporanee che possono coinvolgere anche competizioni Uefa e Fifa. Inoltre, potrebbe essere rilevante anche l’articolo 27, che regola la distribuzione dei biglietti per le partite.
Inchiesta sugli ultras milanesi, spunta l’articolo 4
In tal senso, un precedente significativo è il caso del 2017, quando Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus, fu sanzionato nell’ambito dell’inchiesta “Alto Piemonte”. In particolar modo, Agnelli fu inibito per un anno (sanzione poi ridotta in appello a tre mesi con una multa di 100mila euro), e la Juventus fu multata per 600mila euro.
In quel caso però non vennero applicate sanzioni relative all’articolo 4, relativo ai principi di lealtà e correttezza, anche se non si esclude che tale articolo possa essere considerato nelle indagini attuali. Di recente ne ha parlato Giancarlo Viglione, responsabile dell’Ufficio Legislativo della FIGC, spiegando come la gestione dell’articolo 4 debba essere equilibrata.
L’articolo 4 tutela i principi del fair play, ma la sua applicazione può risultare complessa quando le condotte da sanzionare sono meno definite. Lo stesso Viglione ha fatto chiarezza in merito al fatto che il nuovo Codice di giustizia sportiva preveda attenuanti alla responsabilità oggettiva dei club, qualora questi dimostrino di aver fatto il possibile per prevenire comportamenti di natura illecita da parte dei propri sostenitori.