Luciano Spalletti e Riccardo Calafiori hanno parlato in conferenza stampa prima della sfida con il Belgio. Importanti le parole del ct anche su Zaccagni
L’Italia torna domani in campo contro il Belgio nella terza giornata della Nations League per sfidare la squadra del ct Domenico Tedesco. Accanto a Luciano Spalletti in conferenza stampa c’era anche Riccardo Calafiori.
Spalletti su Calafiori, è ancora visto come centrale o pensa a qualcosa di diverso per lui? “Fa gli stessi metri degli altri, non ne fa di più. Bravo a farsi trovare al punto giusto, ha la grande capacità di avere la personalità, di andare a prendersi responsabilità importanti, è già esperto anche se giovane perché prende decisioni in campo, ha fatto esperienza in altri settori e ruoli del campo. Ma è sempre bene avere un ordine di squadra, un equilibrio, deve fare bene quello che sa fare, poi se avanza roba…”
Contro il Belgio è utile una seconda punta di raccordo o più centravanti? “Conta poco, abbiamo calciatori che sanno relazionarsi con la squadra. Vogliamo avere una zona di campo in cui si fanno tante cose. Pellegrini ha la stessa possibilità di Raspadori che ci permetterà di gestire certe partite, ma a lei interessava chi gioca. Inizia Pellegrini”.
Ha visto negli occhi degli Azzurri la stessa tensione positiva di un mese fa? “Ho visto le stesse cose rafforzate, da quelli che sono tornati. Molti c’erano anche nelle passate partite, questo è un gruppo che lascia ben sperare sul nostro futuro. Soprattutto come modo di stare insieme, essere amici, volersi aiutare a fare le cose, si vede anche nella vita normale. In questo caso qui sono fiducioso in quello che possono fare questi ragazzi, li ho trovati carichi di energia e voglia come le altre due partite. Ho avuto tempo per pensare, ci sono settimane che passano in un attimo e ore che non passano mai nel calcio. Ma ora ho la sensazione di avere a che fare con dei ragazzi che vogliono far sapere di che pasta sono fatti”.
Come spiega che in Belgio non si vince mai contro l’Italia in gare ufficiali e in amichevole ci lasciate vincere? “Una domanda troppo articolata e difficile per me, non so cosa rispondere. È una partita fondamentale per il nostro futuro, mi aspetto venga affrontata con la stessa maniera e lo stesso coraggio delle ultime gare e le sensazioni sono positive, sono quelle”.
Mondiale è un obbligo morale? “Io come obbligo morale assoluto ho quello di fare benissimo ogni volta che arrivo a Coverciano e quando sono a casa di pensare a cose che possano dare seguito a quello che vediamo. Sì lo sentiamo anche come obbligo, il Mondiale è quello che ha determinato la nostra storia, che ha fatto felice moltissime persone. Partecipare è molto importante, ma non deve diventare un’ossessione e una pressione, perché con questo gruppo dobbiamo fare delle esperienze”.
Dice che Belgio è ancora al top del mondo, ma in Belgio non ne siamo convinti. Perché pensa che sia forte? “Li conosco molto bene i calciatori, avete calciatori che giocano nelle più grandi squadre d’Europa. L’insidia maggiore è la velocità del reparto offensivo, avete giocatori che hanno qualità tecnica e di velocità, calciatori che nelle classifiche di qualità a puntare l’uomo sono i più forti che ci sono. Avete un allenatore molto bravo, siete sesti nel ranking Fifa. Avete soltanto i colossi davanti. Non so dire altro. Noi dobbiamo essere molto attenti domani, dobbiamo sapere che il nostro avversario è molto forte”.
Si aspettava più tifosi domani? “Non sono pochi 40mila spettatori, noi lavoreremo quotidianamente non per dimenticare quello che è successo all’Europeo, ma se riusciremo a dare il meglio di noi stessi diventeremo subito una grande squadra. Quella cosa ormai è successa e abbiamo parlato del dispiacere subito soprattutto da noi oltre che i tifosi”.
Ora andare all’estero è un valore in più. “Fondamentale andare all’estero, a noi riguarda il calcio internazionale ed europeo, sanno che aria si respira sono quelli che tornano negli spogliatoi e ci fanno subito vedere cosa hanno preso. Chi gioca in squadre come l’Arsenal è fondamentale”.
Bello il Belgio ma non ha mai vinto, cosa gli è mancato e cosa dobbiamo imparare da questa loro mancanza? “Io so che per vincere bisogna essere top top top, ne vince una sola. Poi loro sono top e prima c’era Nainggolan che sento sempre per messaggio e mi aspetto dica qualcosa sulla partita di domani. Questa è una squadra che ha qualità. Ha questo incrocio di culture e generazioni. Io guardo le partite e i calciatori”.
Sacrificherà giocatori che stanno meglio come ora Zaccagni, Rovella e Politano – oltre a delle alternative di gioco in più – per la continuità del 3-5-2 e giocatori più funzionali a quel modulo? “Noi non sacrifichiamo nessuno, non vogliamo uccidere nessuno. Già preferire è differente. Zaccagni ha chiesto lui di rimanere fuori perché ha un problema da mettere a posto. Rovella ce ne sono altri due che sono giovani come lui e ci hanno fatto vedere di star bene in campo, abbiamo preferiti questi due. Se convoco Rovella mi potete chiedere perché non ho convocato chi aveva fatto bene, hanno le stesse qualità, sono giovani con un futuro importante e che hanno ancora da far vedere tutto il loro bagaglio. Rovella era tra i pre-convocati, lo potevo portare dentro e rifare come ho fatto l’altra volta, tenere fuori alcuni giocatori durante l’allenamento. Se porto due giocatori in più metto il dubbio a sei giocatori di entrare in convocazione. Poi chi c’è? Chiesa sta poco bene, Zaniolo ha iniziato a giocare solo ora, Politano lo continuiamo a seguire e sappiamo tutto, anche quello che non sapete. Abbiamo deciso di fare così, ma noi non buttiamo via niente. Siamo felici di tirar dentro quelli che possono darci una mano, quello che non mi aiuta è anche il numero di giocatori che ho deciso di portare. Per il modulo si va avanti così perché abbiamo molti giocatori forti che giocano dentro questo sistema tattico, nel nostro campionato molti sono adatti a questo sistema di gioco, per questo si cerca di andare a scegliere per logica. La risposta è stata positiva e si rafforza questa idea che abbiamo”.
Maldini ha qualità fuori dal normale, ha detto Paolo. A lei sembra che abbia qualcosina che accende? “Ho detto cose bellissime di lui, è quello che penso. Ho detto che è il calciatore che a noi manca, ha quella struttura fisica e leggerezza, ha quelle preziosità che mancano al gioco del calcio. È anche elegante, ma non basta perché ha molte cose di più, è forte a campo aperto e nello stretto, calcia benissimo da fuori ed è chiaro che deve farsi un po’ di carattere e personalità. Io ce l’ho in panchina nei 23. Nei doppioni non avrò problemi a metterlo dentro”.
Insieme a lui anche Riccardo Calafiori in conferenza stampa.
Cosa ti dà giocare in questo stadio? “Sicuramente mi dà qualcosa in più, cercheremo di sfruttarlo in campo davanti a familiari e amici”.
Cosa ti sta dando la Premier in più? “Il primo anno in cui mi sono sentito davvero importante a Bologna, ho ricordi indelebili e rapporti ottimi con tutti, mi ha fatto piacere tornare lì. La Premier è un campionato diverso, sempre meglio imparare a giocare con qualità e ritmi diversi. Penso di poter aiutare la Nazionale”.
Come sarà affrontare Trossard? “Sarà divertente giocare con un mio compagno di squadra, è un top player, cercherò di dare dei consigli ai miei compagni per provare a fermarlo perché è un grande giocatore. Lui è forte nell’uno contro uno, sa calciare in porta, cercheremo di limitarlo il più possibile”.
Questa Nazionale può centrare il Mondiale? “Siamo molto giovani, la maggior parte dei ragazzi la conosco bene, siamo un grande gruppo. Ora è un po’ presto ma sono positivo come segnali. Cerchiamo di continuare così”.
Affinità tra gioco di Arteta e Spalletti. “Complicato. La costante con Arteta è dominare la partita attraverso il gioco, sono le cose che accomunano i due allenatori e sono d’accordo con entrambi, sempre meglio affrontarla così che subire dagli avversari”.
Puoi essere da traino per gli altri giovani? “Mi auguro che possa accadere ad altri ragazzi, che mi prendano come esempio, sarei contentissimo”.
Cosa dovremmo copiare alla Premier? “Un po’ difficile dire una cosa soltanto che fa la differenza. La prima cosa è l’intensità che mettono in allenamento e in campo, è diverso dall’Italia. Poi non mi sento che dobbiamo rubare qualcosa in particolare. Le partite sono combattute fino alla fine. Ogni partita contro ogni squadra nessuno pensa a difendersi, ci sono più contrattacchi ed è più divertente”.
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