Ravezzani, intervenuto su JuveZone ai microfoni di Calciomercato.it, ha analizzato la situazione della Juventus: Vlahovic e Douglas Luiz in primis
Nel corso di JuveZone, lo speciale settimanale di approfondimento sulla Juventus sul canale YouTube di Calciomercato.it, è intervenuto anche Fabio Ravezzani: il direttore di Telelombardia ha analizzato le situazioni più scottanti dei bianconeri.
A partire dall’emergenza in difesa e della rosa in generale, sottoposta ad un importante stress-test dopo l’infortunio di Bremer: “Coperta corta in difesa? Beh, sì, sì, È chiaro che se viene a mancare l’architrave della difesa tutto sommato diventa anche difficile pensare che questo tipo di organizzazione difensiva possa durare a lungo senza avere qualche scompenso, cioè una partita due tre le reggi, ma alla lunga… avere Kalulu che adesso passa per essere al nuovo Beckenbauer, ma è Kalulu con tutto rispetto, Gatti è un buon difensore e poi cominci ad avere Cambiaso ma dall’altra parte non sai bene chi gioca, spesso stati schierati anche dei giovani, è certamente un grosso limite. Questa è una squadra, la Juventus che paradossalmente abbonda a centrocampo, ha tante, troppe figure anche sulle sulle fasce e invece è debole nella zona centrale della difesa”. Sulla costruzione della rosa in generale, poi, il direttore ha dei dubbi: “Questa è stata una Juve costruita in maniera un po’ strana. Per esempio hanno cercato tutti i modi di far fuori McKennie, che non ha voluto andar via e adesso è diventato titolare. Non sai bene cosa fartene di Douglas Luiz e hai scoperto che Nico Gonzalez probabilmente non ti serve avendo un giocatore come Conceicao. E però, appunto si è fatto male Bremer e vai in difficoltà e qui il problema esiste soprattutto se pensi di vincere, se invece pensi di classificarti, che invece è un po’ la filosofia del Milan, allora va bene anche così”.
Fabio Ravezzani, poi, ha commentato anche una delle situazioni più scottanti, quella relativa a Dusan Vlahovic: “Se paragoni Vlahovic a Cristiano Ronaldo, a Tevez a Trezeguet, a Paolo Rossi, sono tutti di un’altra categoria. Però è tutto sommato un buon centravanti che guadagna una cifra spropositata rispetto a quello che rende. E lui se ne deve rendere conto, è vero che a 24 anni e ha margini di miglioramento. Peraltro sono due anni e mezzo che è alla Juventus e sono due anni e mezzo che diciamo che ha margini di miglioramento, sembra un po’ come Leao al Milan. Io ritengo che lui sia un giocatore da 7/8 milioni di euro l’anno come rinnovo, non è neanche più il centravanti titolare nella Serbia. Magari fra due anni sarà un centravanti meraviglioso, magari no. E quindi capisco che la Juventus cerchi una soluzione ragionevole”.
Il direttore ha parlato del passaggio da Allegri a Thiago Motta: “Come giudico l’ambientamento di Thiago Motta alla Juve? Discreto. Io credo che la principale qualità di un allenatore non sia la tattica. Fanno ridere quelli che pensano che tatticamente ci siano degli allevatori innovativi capaci di fare delle cose. Ci sono allenatori con gioco più offensivo, allenatori con gioco più difensivo, Allegri era sicuramente più difensivo, Motta un po’ più offensivo, ma quando tu hai in mano le redini di un grande club devi avere una grande personalità, un carisma che è essenziale perché tu devi allenare non solo la squadra, ma anche i giornalisti e anche i tifosi. Devi sapere cosa dire, come dirlo e quando dirlo. Ecco, Allegri era uscito ormai di registro. La scena che ha fatto dopo la vittoria della Coppa Italia dimostra che non c’era più con la testa e che era indispensabile cambiare. Era un allenatore arrivato mentalmente, isterico per certi comportamenti che si sarebbero perpetrati. Thiago Motta ha questa questa ottima capacità, che già una buona base su cui partire, ma secondo me ha dei limiti. Nel senso che io non ho mai visto una squadra vincente cambiare in continuazione. La squadra vincente è una squadra che identifica un undici di base e fa uno o due cambiamenti in base allo stato di forma di uno dei giocatori o perché si infortuna. A me questa Juve così democratica non convince ad altissimi livelli, però l’allenatore mi pare che abbia l’approccio giusto. Quando parla in conferenza stampa rimangono tutti lì a sentirlo. Certamente ha grande ascendente sui calciatori. Ecco se tu paragoni Thiago Motta a Fonseca vedi già una differenza enorme, che non è casuale secondo me”.
Infine, un passaggio su Douglas Luiz:”Se fosse stata una chiara ed effettiva richiesta del tecnico non lo avrebbe messo in soffitta dall’inizio. È evidente che c’è stato nel cercare un centrocampista una questione di opportunità. Un’operazione prima finanziaria, lecita. La valutazione di Douglas Luiz era ragionevole. Era ragionevole anche quella di Iling e Barrenechea, i due club si sono fatti un favore reciproco. La cosa bizzarra è che nessuno dei due club sta schierando i giocatori. Addirittura i due juventini sono stati mandati via subito e questo la dice lunga sulla necessità che c’era di fare questa operazione, soprattutto da parte dell’Aston Villa per non incorrere in squalifiche. Ora lui è un giocatore che evidentemente non piace a Thiago Motta, cioè Motta farebbe giocare Koopmeiners anche con una gamba sola e non fa mai giocare lui, questo la dice lunga. Poi leggo su Tuttosport, io non sono un frequentatore dello spogliatoio della Juve, che c’è anche un problema di atteggiamento durante gli allenamenti, cioè lascia intendere che si allena poco e male, che che fa flanella. Mi chiedo però quando la Juve ha puntato su di lui, come mai non fosse informata di questa cosa, cioè se fosse vero che Douglas Luiz è un giocatore che ha poca voglia di allenarsi e di impegnarsi la Juve avrebbe dovuto saperlo per tempo, non scoprirlo una volta che è arrivato a Torino”.
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