Il Milan è protagonista di un avvio di stagione non certo esaltante, nonostante la vittoria nel derby. Arriva il commento dell’ex rossonero
E’ momento di bilanci in casa Milan, dopo la seconda pausa per le nazionali. Il Diavolo è protagonista di un inizio di stagione non proprio positivo. Tutti in casa rossonera si aspettavano di più e il ko contro la Fiorentina ha riaperto il processo.
Ma se qualche settimana fa il colpevole principale sembrava essere Paulo Fonseca, adesso non è più così. Questi giorni nel mirino della critica sono finiti soprattutto i giocatori: da Theo Hernandez a Tammy Abraham, passando per Fikayo Tomori. Tutti sono stati messi in discussione per il loro comportamento per nulla appropriato a Firenze. Il tecnico portoghese, che ha guadagnato credito vincendo il derby, avrà dunque ancora modo di poter lavorare con il Milan e di conquistarlo.
In molti, comunque, continuano a chiedersi se Fonseca sia il giusto allenatore per il Diavolo. Domanda alla quale Leonardo, intervenuto al Festival dello Sport, in corso di svolgimento a Trento, non ha saputo rispondere: “Fonseca è l’uomo giusto per il Milan? Chi sono io per dirlo – ha ammesso il brasiliano ai giornalisti presenti -. Ha appena cominciato e tutti gli allenatori hanno bisogno di tempo, sembra una cosa banale ma è così”.
Poi si affrontano altri argomenti. Leonardo esclude per il momento un ritorno al al Milan da dirigente: “Io sto bene a casa, non ho tanta intenzione di tornare nel calcio come ha fatto prima – prosegue Leonardo -. Come allenatore sicuramente è fuori discussione, ma neanche come direttore sportivo, dopo aver concluso con il PSG ho deciso che avrei preso un’altra strada che sicuramente sarà nel calcio, perché è la mia vita, ma in una modalità diversa”.
Arriva poi una battuta su Zlatan Ibrahimovic dirigente: “Bella domanda, bella domanda, ma diciamo che non rispondo”. ha affermato Leonardo sorridendo. Poi si parla dei club che faticano a trovare continuità: “Negli ultimi anni molti fondi americani hanno deciso di investire in Italia e in Europa sul calcio, essendo più economico e vantaggioso rispetto a farlo in patria. A questi fondi, però, manca spesso un management di alto livello, non ci sono quei manager adeguati. È difficile lavorare se non conosci il contesto della città, la tradizione e la storia del club in cui ti trovi”
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