Il capitano della Nazionale annuncia che la squadra ha deciso di non scendere in campo: la partita ora è a rischio
Una vigilia da incubo e la Nazionale ha deciso di non giocare la partita in programma. È assurdo quanto denunciato dal capitano della Nigeria, il difensore ex Udinese William Troost-Ekong, in merito alla partita contro la Libia che dovrebbe disputarsi domani alle ore 18 italiane.
Sfida valida per le qualificazioni ai Mondiali 2026, la cui andata si è disputata venerdì scorso con il successo nigeriano per 1-0. Ora la Nazionale guidata dal difensore dei friulani e che ha tre calciatori di Serie A come Lookman, Okoye e Dele-Bashiru, ha annunciato l’intenzione di non scendere in campo: “in queste condizioni non abbiamo intenzione di giocare” l’annuncio di Troost-Ekong dopo quanto accaduto all’arrivo della squadra in Libia.
A raccontarlo è stato lo stesso capitano su Instagram, spiegando che l’atterraggio è stato spostato da Bengasi (a 20 Km da Benina dove si dovrebbe disputare il match) all’aeroporto di Al Abraq, a ben 200 chilometri di distanza. Ma questo è solo l’inizio di un vero incubo da quanto raccontato dai nigeriani. Le autorità, infatti, avrebbero impedito ai calciatori di lasciare lo scalo, costringendoli a stare 12 ore all’interno dell’aeroporto, senza cibo, connessione internet e un posto in cui dormire.
Prigionieri in aeroporto: la Nigeria protesta e rinuncia alla partita
A ‘soccernet.ng’, il capitano della Nigeria parla di “comportamento vergognoso” e preannuncia la decisione di non scendere in campo: “Abbiamo chiesto al governo di intervenire. Come capitano, insieme alla squadra, abbiamo deciso di non scendere in campo – le sue parole – La CAF dovrebbe guardare cosa sta succedendo qui. Anche se decidono di consentire questo tipo di comportamento, lasceremo che vincano a tavolino”.
La decisione quindi è presa, anche per una questione di sicurezza: “Non accetteremo di viaggiare da nessuna parte su strada, non c’è sicurezza. Possiamo solo immaginare come sarebbe l’hotel o il cibo che ci verrebbe dato. Rispettiamo noi e i nostri avversari quando sono ospiti in Nigeria. Gli errori succedono, ma queste cose di proposito non hanno nulla a che fare con il calcio internazionale”.
Da ricordare che anche per la partita di andata ci furono difficoltà nella trasferta della Libia. La squadra atterrò in uno scalo a 200 km dallo stadio e fu costretta ad aspettare tre ore in aeroporto per poi viaggiare in autobus senza aria condizionata. Disagi che la Federcalcio nigeriana attribuì ad un ritardo della Federazione libica nel comunicare i piani di viaggio.