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Lotito show: “Greenwood? Basta mercenari. E a gennaio non ci serve nessuno” | VIDEO CM.IT

Le parole del presidente della Lazio Claudio Lotito all’uscita della Luiss dopo aver partecipato a una lezione del corso tenuto dall’ex giocatore biancoceleste Stendardo

Solito show del presidente della Lazio Claudio Lotito, che ha partecipato come ospite a una lezione agli studenti della facoltà di Giurisprudenza della Luiss nell’ambito del corso in Diritto dello Sport tenuto dall’ex calciatore biancoceleste, ora avvocato, Guglielmo Stendardo. All’uscita dell’università, dopo praticamente due ore di lezione fiume, il patron si è intrattenuto oltre dieci minuti anche con i cronisti parlando di Baroni, Tavares, Greenwood, i ‘mercenari’ andati via, Noslin, Pedro e tanti altri argomenti.

Claudio Lotito – calciomercato.it

Ecco le parole di Claudio Lotito e il video in fondo all’articolo:

Se l’aspettava questo inizio? “Io me l’aspettavo un inizio così, abbiamo allestito una squadra per poter competere alla pari con tutti. In questo momento la squadra è cosciente dei propri mezzi e se mantiene questa fiducia potrà dare grandi soddisfazioni”.

Perché non vengono convocati giocatori della Lazio in Nazionale? “Questo dovrebbe chiederlo all’allenatore della Nazionale, non a me. Non entro nel merito, io non faccio dietrologie, uno a casa propria fa quello che crede, a casa mia decido io perché sono io il proprietario. Posso dispiacermi perché la Nazionale è patrimonio di tutti. Bisogna che si valorizzino al meglio le risorse, ma può darsi che sono visti come persone non in grado di dare un contributo”.

Sull’acquisto di Tavares. Non abbiamo acquistato solo lui, ora vedrete anche gli altri entrare in azione da Dele-Bashiru a Noslin, Dia e Gigot. Sono anche giocatori che militano e segnano nelle proprie nazionali, vedete Guendouzi”.

Questo mercato e quello dello scorso anno, anche con la scelta su Castellanos, è una sua rivincita? “ non si tratta di rivincita il calcio per pochi e io parlo di calcio. Io ho preso una società che aveva 550 milioni di debiti e non ha fatto male in questi anni, è quella più titolata di tutti dopo la Juventus come trofei vinti. Ho preso la Salernitana dall’Eccellenza alla Serie A, unico caso. Di cosa devo rimproverarmi? La Lazio ha una prospettiva e un futuro, lo dicono tutti. Poi vedremo, ai posteri l’ardua sentenza”.

Pedro rinnova? “È un grande professionista, l’abbiamo preferito anche in lista Uefa. Poi vedremo le aspettative e le richieste di Pedro a fine stagione, non economiche ma di quello che vuole fare nella vita. A oltre 38 anni dovrà fare una scelta”.

Baroni una sua vittoria? “La prendete sempre come una sfida. Io l’ho scelto perché pensavo che fosse la persona giusta per ripartire. Nella vita ci sono dei cicli, ne abbiamo cominciato un altro. Abbiamo rinnovato il sistema, non è un ridimensionamento. I fatti poi mi danno ragione. Io non ho fatto competizioni, ma una scelta in funzione delle nostre necessità. E un organico che abbia fame. La differenza tra questa e l’altra squadra è che è una squadra vera questa, la fame, la determinazione, lo spirito di gruppo, la voglia di allenarsi. No che dice ‘oggi non mi va di allenarmi’. Il tema è quello. Quando hai creato la squadra che sta bene insieme, si sacrifica, ha una sana competizione interna perché ognuno sa che prima o dopo giocherà. Non ci sono prime donne. La vita come è il set di un film, 90% sono spettatori, il 7% sono comparse e il 3% protagonisti”.

L’obiettivo di questo ciclo? Champions? “I traguardi non si annunciano, si raggiungono. Ci sono tanti che fanno annunci e poi vincono la Coppa Italia, ma deve ogni volta riorganizzarsi per il prossimo anno”.

Parla della Roma? “Non parlo della Roma. Tante squadre fanno questo. Sono per la politica dei fatti. Puoi fare tutti gli annunci che puoi, poi se non ci sono i risultati cominci a trovare le scuse, dare colpe. Il calcio è imponderabile. Noi abbiamo cercato di creare un ambiente sano, trasparente, pulito”.

Le multiproprietà in Italia non saranno più possibili con le nuove norme. Acquisterebbe un club all’estero come i Friedkin con l’Everton? “Io prima di tutto devo valorizzare la Lazio. Io faccio il presidente con passione, con piacere, con trasporto. L’aspetto economico lo coltivo in altre attività”.

Juve-Lazio? “Non faccio pronostici, altrimenti mi metto a fare il mago, no? Se firmerei per il pareggio? Non firmo nulla, io accolgo ciò che la squadra è in grado di raccogliere sul campo”.

Si può vincere l’Europa League? “I trofei, gli obiettivi si centrano, non si preannunciano”.

A gennaio può arrivare qualcuno? Magari un centrocampista, magari Folorunsho. “Ma con Folorunsho che ci devi fare? Che vuoi fare la collezione delle figurine? All’età mia c’era il ‘celo celo manca’. Bisogna fare le cose che servono, ora non ci serve un centrocampista, poi si vedrà. Dimenticate che c’è Castrovilli ancora, altrimenti che fai? È giusto che gli si diano delle possibilità, è un buon giocatore, si sacrifica, ha tecnica. Poi abbiamo una squadra molto forte fisicamente e veloce. Tavares fa 38 chilometri all’ora”.

E Noslin? “Si farà. Abbiamo scelto giocatori che ha qualità, che va dimostrata. Baroni lo ha voluto e lo abbiamo accontentato, è un buon giocatore. Sono sicuro che questi sono bravi ragazzi, motivati e determinati che dimostreranno le loro potenzialità”.

Greenwood un rimpianto? “No, assolutamente. Uno che non accetta di venire alla Lazio non può esserlo. Sta al Marsiglia, sta bene lì. Ha fatto una scelta, noi non cerchiamo più mercenari ma solo persone che credono nella Lazio. I mercenari ci sono bastati”.

Riferimenti particolari? “No, è la storia. I mercenari hanno sempre persono tutte le guerre, tutte. La storia la fanno le persone libere, motivate e che combattono per degli ideali”.

Francesco Iucca

Romano, giornalista, dal 2013 inseguo un sogno. Inviato e opinionista tra tv, radio e tanto altro. Roma, Lazio, Nazionale, ma senza limiti. Sempre alla ricerca di 'cosa c'è dietro'. Tengo alla larga quelli che 'Il calcio è solo un gioco'. Amo il tennis, Roger Federer e la musica. Cantante e pianista a tempo perso.

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