Intervista a Vincenzo Matrone. Il giornalista fa il punto sul Milan: da Daniel Maldini a Fonseca, passando per Gabbia e Moncada
Pochi giorni e si tornerà in campo. Lo farà anche il Milan di Paulo Fonseca, ma con tanti punti interrogativi. Quella passata, d’altronde, è stata la settimana del processo a Theo Hernandez, ma anche a Tomori e Abraham, che rischiano di perdere il posto.
Ma nelle ultime ore i tifosi del Milan sono stati distratti dall’esordio di Daniel Maldini, che ha chiaramente fatto discutere per come è stato ceduto l’estate scorsa. Vederlo, poi, in campo insieme a Sandro Tonali ha fatto venire più di un rimpianto e un po’ di nostalgia. Per parlare dei due talenti azzurri e per fare il punto sul Milan, Calciomercato.it ha intervistato in esclusiva Vincenzo Matrone.
Con il noto giornalista si è subito affrontato il discorso relativo a Maldini e Tonali: “Sono due situazioni diverse – esordisce -. Sandro è già un campione e guadagna dieci milioni, che forse si poteva tentare di non venderlo, ma è normale che quando la squadra va male si è nostalgici di tutti. Lo si è pure di Kalulu…”
“Per quanto riguarda Maldini, invece, il discorso è diverso: è un po’ più grave visto che il Milan lo ha praticamente regalato, garantendosi il 50% della futura rivendita. Questo è accaduto sicuramente perché si chiama Maldini di cognome, un cognome che non piace attualmente in società. Però è un errore, perché questa società, poi, ti parla di merchandising dove è migliorata tantissimo e si merita gli applausi, ma se hai un calciatore figlio di Paolo e nipote di Cesare hai tra le mani una di quelle storie che agli americani piacciono tantissimo. Si potrà fare qualcosa in futuro se cambierà qualcosa in società. So per certo, però, che Daniel è molto legato ai colori del Milan, e sente ancora qualcuno dei rossoneri. Ci tiene tantissimo e posso dare questa notizia, Maldini non andrà sicuramente all’Inter. Lo so per certo”.
Si parla spesso di calciatori, allenatori e anche di Zlatan Ibrahimovic. Le colpe in questo inizio di stagione sono state attribuite un po’ a tutti. Difficilmente, però, il dito viene puntato su Geoffrey Moncada.
“Per giudicare questa società bisogna sapere la grande verità – prosegue Matrone -, perché o sono dei geni assoluti o delle persone che faranno preoccupare i tifosi per diversi anni. Se l’obiettivo è quello di mettere i conti in ordine, di fare una squadra buona e l’Under 23 per poi rivenderla immediatamente, con un terreno di proprietà ad uso sportivo, allora sono dei geni. Hanno fatto tutto quello che servisse per raggiungere l’obiettivo. Se invece è questa la politica che il Milan deve portare avanti per 6-7 anni, allora cambia tutto e preoccupa tutti”.
Critiche a Moncada – “Va capito se quest’anno ha gli stessi poteri dello scorso o se ne ha perso qualcuno. Per me rimane un ottimo esperto di calcio francese e un buon esperto di calcio, ma il direttore sportivo è un’altra cosa. Il ds non è solo chi cerca i giocatori, ma anche chi è capace di gestire uno spogliatoio, le dinamiche al suo interno, il comportamento dei giocatori, ma anche sapere usare il bastone o la carota a seconda dei momenti: per me lui da questo punto di vista è zero. Moncada capisce di calcio, sa scegliere i talenti, ma il ds è un’altra cosa”.
Si parla poi di calciomercato, dai rinnovi di Matteo Gabbia, ormai imminente, a quelli di Theo Hernandez e Mike Maignan. Poi si affronta il discorso legato a cosa aspettarsi a gennaio: “Per quanto riguarda Matteo, prosegue il giornalista, sono felicissimo perché è un professionista serio. La maglia del Milan per lui è una seconda pelle, posso dirti per certo che sia il nonno che il papà sono grandi tifosi dei rossoneri prima di esserlo di Matteo. Lui ha solo un obiettivo, quello di rimanere al Milan. Il rinnovo va discusso, ma oggi Gabbia non vale quello che valeva tre mesi fa”
Dopo Gabbia, il Milan spera di chiudere prima per Maignan e poi per Hernandez: “Io queste trattative così lunghe non le capisco – sentenzia Matrone -. Mi ricordano quelle di Skriniar, Donnarumma, Kessie o Calhanoglu. Sono pochi gli argomenti da trattare: esiste una cifra, i progetti di una società e la durata del contratto. E’ semplice, non vedo perché si debba andare per le lunghe. Questo è un discorso che vale per tutte le squadre e a me non piace“.
Per quanto riguarda il mercato a gennaio, Matrone si aspetta una società attiva: “Forse il Milan contava di avere un maggiore apporto dell’Under23, ma i ragazzi devono crescere con i giusti tempi. Io personalmente mi aspetto un centrocampista e un attaccante. Se Fonseca vuole giocare a due punte, devono prenderne una in più, oltre che un centrocampista che possa fare il vice Fofana e che possa chiaramente giocare con lui. Musah al momento non lo vedo in quel ruolo”.
Ultima battuta, infine, sul futuro di Paulo Fonseca – “Non è una domanda per intenditori di calcio – conclude Matrone -. Se vince e fa i punti rimane… E’ davvero così. Se a Firenze avessero segnato quei due rigori si pensava che il Milan fosse un’isola felice, ora tutti sanno che ci sono tanti problemi. I risultati fanno sempre la differenza e se perdi è sempre l’allenatore a pagare”.
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