Pugno in faccia all’arbitro: chiesti 13 anni di carcere dopo la squalifica a vita. L’ex presidente è nei guai
Dopo essere stato squalificato a vita dal calcio, ora l’ex presidente del club rischia grosso anche davanti alla giustizia ordinaria. Il pm ha chiesto fino a 13 anni di carcere per i fatti dello scorso dicembre.
L’episodio risale allo scorso 11 dicembre quando Faruk Koca, ex presidente dell’Ankaragucu, colpì con un pugno l’arbitro Halil Umit Meler. A scatenare la follia del massimo dirigente era stato un calcio di rigore concesso nel finale nella partita della sua squadra contro il Rizespor, poi finita 1-1. Dopo le dimissioni da presidente e la squalifica a vita dal calcio, ora Koca rischia 13 anni di carcere. È questa la richiesta del pubblico ministero nei suoi confronti.
Oltre al pugno, infatti, l’ex presidente del club turco dovrà rispondere anche delle minacce gridate all’arbitro (“ti ammazzo”) e dei calci rifilati a Meler quando quest’ultimo era già finito a terra. Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva condannato l’accaduto prendendo le distanze dal gesto di Koca, che è iscritto proprio al partito di Erdogan senza comunque ricoprire alcuna carica ormai da tempo.
Turchia, l’ex presidente rischia 13 anni di carcere: l’accaduto
Questa la ricostruzione dell’arbitro aggredito: “Faruk Koca mi ha dato un pugno sotto l’occhio sinistro e sono caduto a terra. Mentre ero a terra, tutte le persone mi hanno preso a calci in faccia e in altre parti del corpo molte volte. Faruk Koca ha detto a me e a tutti i miei amici arbitri: “Vi finirò”.”.
“Si è rivolto a me e ha detto: “Ti ucciderò”. Presenterò una denuncia contro Faruk Koca e altre persone che mi hanno picchiato. Non voglio scendere a compromessi. Questo è tutto quello che ho da dire”, aveva rivelato l’arbitro. Nonostante le dimissioni e le scuse dell’ex presidente, dopo la squalifica a vita dal calcio Koca rischia ora il carcere e fino a 13 anni di detenzione. Via al processo in Turchia.