Squalifica a Jannik Sinner, adesso il numero uno al mondo è davvero nei guai: la decisione potrà essere irrevocabile
Jannik Sinner sta brillando anche nel torneo d’esibizione arabo Six Kings Slam, dove ha battuto nuovamente di Medvedev nel giro di 6 giorni, questa volta con 6-0, 6-3. Successo ancora più devastante rispetto a quello di Shanghai, dove l’azzurro aveva avuto la meglio per 6-1, 6-4. Non c’è stata storia nella sfida andata in scena ieri, che ha permesso a Sinner di passare il turno e di ritrovarsi nuovamente contro Novak Djokovic dopo appena 4 giorni dalla finale del torneo cinese, vinta sempre dal nostro tennista.
Il torneo in Arabia servirà solamente ad accontentare i tifosi locali, che hanno già applicato questo tipo di show anche con il calcio (costruendo un intero campionato su giocatori a fine carriera o qualche promessa), ma anche nel golf o nel wrestling. La qualità degli eventi non è sempre sufficiente, ma veder trionfare Sinner fa sempre piacere e dunque, anche quest’oggi contro Djokovic, i tifosi lo sosterranno.
Bisognerà, però, sostenere l’altoatesino anche in un’altra battaglia: quella legata al doping. Il ricorso della Wada sul caso Clostebol di cui vi parliamo su queste pagine da ormai 2 mesi, sta spaventando e non poco l’ambiente che circonda l’azzurro. Anche perché, proprio in queste ore, sono emerse novità che rischiano di complicare ulteriormente la sua posizione.
Simona Halep, ex numero 1 del tennis femminile, ha ricevuto ufficialmente una squalificata per nove mesi a causa del doping. Nei confronti della rumena, è stata comminata la squalifica dal Tas di Losanna che l’ha accusata di “incauto utilizzo di un integratore contaminato”. La tennista lo avrebbe assunto sotto consiglio della fisioterapista personale “che non è un medico o un clinico”.
Il Tas ha usato un pugno durissimo nei confronti della ex numero 1. In un passaggio della sentenza si legge chiaramente che: “L’atleta avrebbe dovuto capire i limiti delle qualifiche della sua fisioterapista. Il fatto che si stesse giocando un torneo negli Stati Uniti, in un continente lontano dal suo, non può giustificare la mancata consultazione di uno specialista e l’affidamento di un compito così delicato a una persona senza le necessarie competenze mediche”.
In un primo momento, la Halep aveva ricevuto una squalifica di 4 anni dall’Itia, con accuse di doping internazionale per uso di Roxadustat, un antiamenico proibito. Un utilizzo, tra l’altro, validato anche da un passaporto biologico irregolare. In suo soccorso era intervenuto il Tas, che l’avrebbe scagionata con l’accusa di uso in cauto. Praticamente lo stesso capo di accusa che potrebbe toccare al nostro Sinner.
Anche in questa vicenda, però, è arrivato l’intervento della Wada, che con un ricorso ha riaperto il caso. La Halep avrebbe assunto l’integratore, mentre la pomata di Sinner è stata applicata senza la consapevolezza della contaminazione da Clostebol nelle mani del fisioterapista. E questo potrebbe alleggerire la pena nei confronti del numero 1 al mondo.
Allo stesso tempo, però, il Tas ha ribadito più volte che un atleta al top dello sport mondiale è inconcepibile che l’uso di prodotti a rischio di positività venga delegato a persone che non hanno competenze mediche come fisioterapisti o allenatori. Un altro motivo per cui l’arbitrato dell’azzurro potrebbe vertere.
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