La Nazionale italiana sospesa da tutte le competizioni per sei mesi: è arrivata la decisione ufficiale, c’è anche una multa
Stangata per la Nazionale italiana esclusa per sei mesi da ogni competizione. È questo il verdetto dell’Aqiu, l’Unità per l’Integrità degli Sport Acquatici voluta dalla Fina per garantire uno sport equo e solidale, nei confronti dell’Italia maschile di pallanuoto.
Una decisione che deriva da quanto accaduto alle Olimpiadi di quest’estate ed in particolare dopo i quarti di finale contro l’Ungheria. Una partita persa dagli azzurri, ma condizionata da una decisione arbitrale molto controversa con il gol annullato e l’espulsione conseguente per Condemi. La Federazione italiana provò a far ripetere il match, senza successo, e nella successiva partita contro la Spagna andò in scena una clamorosa protesta, con l’Italia che girò le spalle agli arbitri al momento degli inni e giocò in un uomo in meno per quattro minuti.
Subito dopo Italia-Ungheria però andò in scena un episodio che ora è costata la sospensione per sei mesi all’Italia. Una sanzione per aver violato l’articolo 5 del Codice mondiale di integrità acquatica, sia subito dopo la sfida persa con gli ungheresi, sia – come raccontato – contro la Spagna.
Nella sentenza dell’Aqui si rintracciano il comportamento degli azzurri che ha portato alla clamorosa decisione. Nel parcheggio dell’impianto, infatti, alcuni componenti della Nazionale italiana hanno circondato e inveito contro gli arbitri dell’incontro, con il ct Campagna che ha accusato i direttori di gara di essere i responsabili di quanto accaduto.
Una situazione descritta nei particolare nella sentenza di sospensione dove si spiega che gli arbitri provarono a rintanarsi all’interno dell’impianto, inseguiti però da alcuni rappresentanti del team tricolore. Alcuni membri dell’Italia hanno inoltre tentando di impedire di bloccare l’accesso all’impianto. Una situazione di grande tensione durante la quale ad un rappresentante dell’Aqiu sarebbe anche stato impedito di riprendere con il telefonino ciò che stava accadendo.
Ora la sospensione, nonostante l’ammissione e la lettera di scusa inviata dal ct Campagna nel corso del procedimento, con la Federazione italiana che dovrà corrispondere anche una multa di 100mila dollari: 50mila da pagare entro 90 giorni e altri 50mila sospesi.
AGGIORNAMENTO ORE 21.30 – E’ arrivata la presa di posizione della Federnuoto dopo il verdetto dell’Aqui. La nazionale azzurra ha deciso “non farà ricorso ma ribadisce la necessità che la giuria abbia a disposizione strumenti tecnici di alto livello professionale, onde evitare la possibilità che si ripetano errori tanto clamorosi quanto lesivi per l’immagine della pallanuoto“.
“I ricorsi avanzati nelle 36 ore successive alla partita, seppur respinti, avevano portato all’ammissione da parte degli organi preposti della World Aquatics della mancanza di violenza e intenzionalità nell’azione di Francesco Condemi, che dunque era regolare – prosegue la nota -. Infatti il giocatore non è stato squalificato per le partite successive, ovvero le semifinali e finali per il quinto/settimo posto. Pertanto il 3-3 segnato dall’attaccante del Settebello contro l’Ungheria era valido; l’attaccante non sarebbe dovuto essere espulso, l’Italia non avrebbe dovuto giocare 4 minuti in meno, i magiari non avrebbero dovuto beneficiare del rigore del 4-2“.
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