Frecciatina multipla a Lukaku dal suo ex compagno di squadra all’Inter nella finale di Champions League persa col City
Tra i giocatori senza dubbio più discussi e ‘chiacchierati’ di questa Serie A c’è Romelu Lukaku. Il belga è uno di cui si è sempre parlato nel bene e nel male, che non ha mai avuto paura di esporsi e anche di fare scelte impopolari, magari anche rischiose. Come l’intervista ormai famosissima mentre era al Chelsea in cui si è praticamente ‘rivenduto’ all’Inter, poi il mancato ritorno e il dietrofront in direzione dell’acerrima rivale, la Juventus. Insomma, personaggio controverso e appunto molto discusso.
Che non prese bene, tra l’altro, alcuni episodi della sua seconda avventura in nerazzurro, in particolare l’esclusione dall’undici titolare da parte di Simone Inzaghi nella finale di Champions League contro il Manchester City. Una serata stregata per il belga, che poi entrò in ogni caso nell’ultima mezz’ora di gara disinnescando involontariamente il gol del pareggio. A distanza di neanche un anno e mezzo, a commentare la faccenda è stato anche Edin Dzeko nell’intervista uscita quest’oggi su ‘La Gazzetta dello Sport’. Il bosniaco, ora attaccante del Fenerbahce di Mourinho, ha punzecchiato in maniera neanche troppo velata il suo ex compagno: “Mah, tutti possono parlare… Però io dico: secondo voi un allenatore mette in campo un giocatore che è meno forte di quello che va in panchina? E poi lo fa nella finale di Champions? Io ero tranquillo, sapevo cosa potevo dare all’Inter. Certo, alla fine Lukaku sarà stato dispiaciuto di non partire titolare, è normale. Però poi entri e fai la differenza, se riesci: anche lui ha avuto 30 minuti a disposizione, è entrato sullo 0-0 e poi…”
Insomma, Dzeko non è andato per il sottile con Lukaku e qualche sassolino se lo è tolto il bosniaco, che però a quella finale di Istanbul ci pensa ancora: “Certo. È un grande rimpianto. Ogni tanto su Instagram mi appare l’azione del gol del City, io scrollo subito, non riesco a guardare. Vedendo quella partita, intendo dire vivendola da dentro, ho avuto forte la sensazione che avremmo potuto farcela. Ed è questo che mi lascia un senso di amarezza. Il mio addio all’Inter per tenere Lukaku che poi non tornò? Ma se scelsero così, vuol dire che erano d’accordo tutti, allenatore e dirigenti. A me è sembrata una decisione strana, perché un giocatore che è stato titolare in tutte le partite importanti, compresa la finale di Champions, potevi tenerlo a zero e avere quattro punte in rosa. Mi sembrò molto strano, ecco. Poi col tempo l’ho capito e l’ho rispettato, anche perché all’Inter mi hanno trattato benissimo”.
Dzeko è tornato anche sullo scudetto sfumato e finito al Milan nel 2022: “Dico che è mancata un po’ di convinzione, arrivata dopo Istanbul. E poi quell’anno abbiamo cercato di tenere in piedi tutte e due le competizioni, Champions e campionato. Mi riferisco alla gara di Liverpool, ci portò via tante energie per il mese successivo: avessimo dato più attenzione alla Serie A, sarebbe andata diversamente. Potevo festeggiarla pure io, la seconda stella…” E ancora su Lautaro: “Dopo il mio addio è diventato capocannoniere, forse un po’ di mio gliel’ho lasciato. La verità è che i giocatori forti in campo si capiscono subito. E per entrambi, è stato facilissimo intendersi. Dunque…” Insiste, Dzeko, ribadendo il suo status e mandando più di qualche messaggio. E infine su Inzaghi: “Sa coinvolgere tutti nel progetto, anche chi non è titolare. Non è semplice, specie in spogliatoi con grandi campioni. Tutti o quasi gli vogliono bene”.
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