Il lungo stop potrebbe incidere indelebilmente sulla carriera del calciatore: la carriera è a rischio dopo il verdetto ufficiale
Il calcio è fatto di giocate tecniche destinate a rimanere nella storia di un club o di un campionato. Momenti epici che restano nell’immaginario personale e collettivo, destinate a dare anche una svolta alla carriera di chi le compie. Altri eventi, invece, rischiano di avere l’effetto contrario e stoppare indelebilmente il percorso dei singoli.
Avviene anche ai massimi livelli, ma soprattutto in categorie minori, in cui di base capita molto più spesso di avere lunghi stop e squalifica che possono lasciare traccia indelebili nella vita dei singoli. È quello che è successo nel recente passato in Seconda Categoria e più precisamente nella Coppa Puglia.
È proprio in questa occasione, e in particolare lo scorso 9 ottobre, che un calciatore ha visto cambiare per sempre la sua carriera, che potrebbe anche non riprendere più. Ecco cosa è successo.
Lunga squalifica e carriera a rischio: cosa è successo
La partita in questione è quella tra Elce e Bovino Calcio in cui un calciatore è stato espulso per condotta irriguardosa nei confronti dell’arbitro. Nello specifico, sarebbe rientrato in campo proprio per aggredire il direttore di gara: l’avrebbe colpito all’altezza della coscia sinistra con un violento calcio.
In seguito all’aggressione, secondo le ricostruzioni espresse anche dal Giudice Sportivo nel suo comunicato, ha subito un trauma dorso-lombare associato a problemi respiratori, per cui ha dovuto interrompere la partita al 40esimo del secondo tempo. Il match, proprio in seguito a quest’evento, è terminato con l’assegnazione della gara a tavolino al Bovino Calcio.
Invece, per il ragazzo, di nome Brattoli Giuseppe, la mano del Giudice Sportivo è stata pesantissima, visto che è stato squalificato fino al 17/10/2028. Di fatto, uno stop di addirittura quattro anni può essere la fine della carriera di chiunque, anche di un classe 1997 che avrebbe tanto da dire sui campi di calcio. Ci auguriamo ovviamente che non sia così, ma magari anche di lasciare la violenza lontana da qualsiasi manifestazione sportiva.