Ivan Juric protesta con il IV Uomo, che cerca di calmarlo insieme ai due collaboratori. Ammonito Inzaghi, che indica a Massa il punto dove avrebbe tirare fuori il cartellino
Roma-Inter all’Olimpico è una partita di quelle intense, senza esclusione di colpi, godibile nonostante le reti inviolate, ma con occasioni nitide e importanti, alcune casuali, con tanto di legni colpiti. E con ben due cambi già effettuati in meno di mezz’ora, entrambi per Inzaghi che ha dovuto rinunciare sia a Calhanoglu che ad Acerbi.
A a condire il match pure più di un episodio dubbio al limite dell’area. Uno su Kone, l’altro su Thuram. E sono proprio questi che fanno scattare i due allenatori in panchina. Il primo è Ivan Juric, davvero tarantolato, che fatica a stare fermo, si accovaccia e si rialza, non si dà pace. Fino a che scoppia protestando con il IV Uomo in maniera plateale proprio riguardo al contatto su Kone di qualche minuto prima, probabilmente fuori area e non così chiaro. Ma il tecnico croato è una furia e deve essere trattenuto da Feliciani, oltre che da due collaboratori che cercano di calmarlo per non farlo incappare in sanzioni. Juric viene allontanato per evitare cartellini, così il IV Uomo continua a spiegarsi con il suo vice Paro. Un siparietto andato avanti almeno un paio di minuti. Poco dopo tocca a Simone Inzaghi, che invece se la prende direttamente con l’arbitro Massa, reo di non aver fischiato un fallo di Cristante su Thuram involato in porta che poteva costare il rosso al numero 4 giallorosso. Il fischietto ligure arriva a bordocampo e ammonisce l’allenatore dell’Inter, che per tutta risposta indica proprio l’area della Roma e facendo il gesto del cartellino dicendo “Lì”. Come a dire è in quell’occasione che dovevi tirarlo fuori. Insomma, la tensione c’è.