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Rinnovo Kvaratskhelia, De Laurentiis studia la storia: c’è un motto che spiega tutto

Ancora rebus sul rinnovo di Kvaratskhelia, ma Aurelio De Laurentiis non fa alcuna marcia indietro: la storia gli dà ragione, c’è un motto che spiega tutto

Idolo di una nuova generazione di tifosi; idolo per i suoi connazionali in Georgia; dribblatore implacabile e già quattro volte mvp del mese di Serie A. Khvicha Kvaratskhelia è un fenomeno del calcio, una stella di questa Serie A, ma il rischio concreto è di perderlo prossimamente. Ci saranno incontri per il rinnovo del suo contratto, poiché le cifre salariali sono ancora le stesse di due anni fa. Ante Scudetto. Anche il Napoli vuole adeguare il suo stipendio, ma le condizioni le detta ADL.

Kvaratskhelia e De Laurentiis (LaPresse) Calciomercato.it

“Se dovesse partire, ci sono stati già casi precedenti, non ce ne siamo mai fatti un problema – ha dichiarato il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ai microfoni di Sky parlando del futuro di Kvaratskhelia – Abbiamo sempre rispettato quello che vogliono fare i calciatori, e i calciatori devono rispettare i nostri investimenti”. Serve un punto d’incontro, ma le richieste dell’entourage del georgiano sembrano essere ben al di sopra del tetto massimo che si è imposto il club per il numero 77.

In ogni caso, De Laurentiis ha studiato bene la storia del club e della sua gestione. Il Napoli è una fucina di talenti. In 20 anni ha visto passare calciatori che hanno scritto pagine importanti per il club, e quando c’è stato il momento della separazione, la sua squadra non ha quasi mai accusato il colpo dell’assenza del top player. Il caso emblematico è l’estate 2022: via in tanti, a partire da Mertens (miglior marcatore della storia), Insigne (capitano), Koulibaly (vicecapitano e tra i migliori difensori della Serie A). Quell’estate il Napoli ha preparato la squadra per vincere lo Scudetto. Proprio con Kvaratskhelia.

I giocatori passano, la maglia resta: De Laurentiis ci ha visto sempre lungo

Tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Questo è un po’ il mantra che vige da anni all’interno dello spogliatoio azzurro. E se può sembrare di cattivo gusto dal punto di vista umano, dall’altra parte i risultati sono lì a ricordare che per quanti campioni siano passati alla fine il Napoli ha sempre trovato il sostituto ideale. Se non addirittura più forte di quello precedente. Insomma, la crescita non si è mai fermata e non si fermerà con l’eventuale addio di Kvaratskhelia a fine stagione.

Higuain e De Laurentiis (ANSA)

Da Lavezzi a Osimhen, i calciatori che hanno lasciato il segno sono tanti. Cavani in tre anni superò quota 100 gol, raggiunse livelli mostruosi. Al suo addio nel 2013 sembrava impossibile rimpiazzare un fenomeno di quel tipo. Un uragano per cattiveria agonistica, leadership, senso del lavoro e di sacrificio. Il Napoli allora andò a pescare Higuain e al primo anno senza Edinson Cavani vinse la Coppa Italia. La storia è ciclica e si ripete dopo esattamente 3 anni, con il Pipita che firma per la Juventus. Per tutti è il traditore. Core ‘ngrato, come Altafini. Con il suo addio, il club acquista Milik, ma Sarri scopre Mertens falso nueve e il belga inizia a stringere un legame viscerale con tutta la città. Eguaglia e supera Maradona, diventa l’idolo di un intero popolo. Higuain appartiene al passato.

Le storie d’amore, però, finiscono. Dopo un anno con Spalletti, la squadra nel 2022 subisce un restauro pazzesco. Lascia persino Insigne. Per mesi si è parlato di rinnovo, ma alla fine arriva la separazione. Si dividono le strade anche con Koulibaly, Fabian Ruiz, Mertens e persino Ospina. Quell’estate Luciano Spalletti costruisce un modello vincente. Costruisce l’anima che porta a vincere la squadra il terzo titolo italiano della storia del club. Il Napoli diventa campione con un georgiano acquistato per 10 milioni dalla Dinamo Batumi, un regista che fino a qualche mese prima doveva essere ceduto (Lobotka) e un difensore sudcoreano sconosciuto a tanti, arrivato dalla Turchia (Kim Min-Jae).

La storia del calcio d’altronde è questa. E i tifosi lo sanno benissimo, è il mantra di tutti gli appassionati ad una squadra. I giocatori passano, la maglia resta. E’ la ragione per cui chi acquista la divisa del proprio club del cuore tende a lasciarla immacolata dietro le spalle. Il nome di ‘un traditore’ farebbe troppo male. Se Kvaratskhelia non dovesse rinnovare, la cessione a fine stagione sarà praticamente un obbligo. Il suo contratto scadrà nel 2027, ma le condizioni salariali non lo soddisfano più e sarà impossibile trattenerlo un altro anno. De Laurentiis e il Napoli si impegneranno a pescare un nuovo jolly dal cilindro. O forse con David Neres già l’hanno trovato.

Leonardo Zullo

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