L’atteggiamento mostrato dall’attaccante portoghese nelle ultime settimane ha generato un clima di tensione
Sino a questo momento, l’atteso salto di qualità che accompagna Rafael Leao all’inizio di ogni stagione non è arrivato. Dall’attaccante portoghese ci si aspetta maggiore leadership sotto l’aspetto caratteriale, ma soprattutto più continuità nelle prestazioni tra una partita e l’altra. E invece, tracciando un rapido bilancio di questo primo scorcio con il Milan, l’esterno non sembra aver mostrato progressi né in un senso né in un altro.
Per cercare di scuotere qualcosa nel ragazzo, Paulo Fonseca gli ha dimostrato con alcune esclusioni rumorose di poter contare anche su altri interpreti della rosa. Sino a questo momento, però, una vera reazioni agli stimoli del tecnico non è ancora arrivata da parte di Leao. Sarà solamente un caso, ma nell’ultimo match di Champions League vinto dai rossoneri in casa contro il Bruges una scossa da parte di tutta la squadra è arrivata proprio dalla sostituzione del portoghese che ha portato l’ingresso in campo di Okafor e Chukwueze.
L’atteggiamento mostrato poi in occasione dei due gol segnati nel finale dai suoi compagni e l’aver disertato la festa finale sotto la curva rossonera, inevitabilmente ha distorto l’attenzione dal risultato del campo. Intervenuto in diretta su ‘TV Play’, Angelo Di Livio si è trovato in linea con quella che sino a questo momento è stata la gestione di Fonseca nei confronti di Leao: “E’ chiaro che se vuoi recuperare un giocatore non devi guardare in faccia nessuno nello spogliatoio, devi essere così. La partita che fanno con l’Udinese, rimanendo in 10, facendo una partita di grande carattere, vuol dire che lo spogliatoio sta con l’allenatore”.
Di Livio ha soprattutto condannato quanto fatto da Leao in occasione dell’ultima vittoria del Milan in Champions League, criticandone l’atteggiamento.
Queste le parole dell’ex calciatore: “Ma cosa ti costa andare lì e abbracciare il gruppo? Cosa ti costa invece di fare l’indifferente, fare il musone e andare via, cosa ti costa? Vuoi creare polemica? Perché così la stai facendo. Se il Milan ha sbagliato a non venderlo due anni fa? Mi sembra lo stesso discorso fatto per Osimhen. Prima lo vendevano a 150, poi si sono dovuti accontentare di un prestito. Nella testa dei dirigenti qualche pensiero adesso ci può stare, per me in una squadra sono tutti utili e nessuno indispensabile perché poi certi atteggiamenti se si ripetono cominciano a dare fastidio”.
Sul paragone tra Leao e un grande ex del passato, Di Livio ha citato il caso Henry alla Juventus: “Non posso giudicare il ragazzo perché non lo conosco, ma posso giudicare il giocatore. Io ho giocato col primo Henry e alla Juve l’han mandato via a fine stagione. Se lo mandò via Ancelotti? Non credo, non ricordo la cifra della cessione ma l’han venduto bene”.
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