Claudio Lotito dà spettacolo all’uscita del Consiglio Federale: lo stadio, Baroni, il futuro della Lazio, il duello con la Roma
È stato il solito show quello del presidente della Lazio Claudio Lotito, che all’uscita del Consiglio Federale svoltosi oggi in Figc a Roma ha letteralmente intrattenuto i cronisti per oltre un quarto d’ora passando da temi d’attualità del calcio italiano a quelli della Lazio.
Si parte con Milan-Napoli in chiaro: “È uno stimolo per far riavvicinare le persone al calcio, perché bisogna pensare che non tutti hanno le risorse per abbonarsi e spendere dei soldi, quindi questa è una sorta di riavvicinamento per riacquistare appeal. Il tennis ha fatto un grande passo in avanti grazie a questo avvicinamento”. E subito il discorso si sposta sulla squadra di Baroni: “La mia Lazio ha riacquistato l’affetto dei tifosi? Lo dice lei che lo ha riconquistato, a me ieri hanno continuato a fare i cori. Io penso che nella vita contino i fatti, non le parole. Hanno contestato l’allenatore quando l’ho scelto, hanno contestato i giocatori. Adesso il cammino della squadra mi pare che stia smentendo in modo chiaro. Cosa serve a me per non essere più contestato? Purtroppo, quando diventi ingombrante e quindi con una visione diversa, dove fai le cose che altri non riescono a fare: diventi oggetto di contestazione, o forse perché limiti le aspettative di qualcuno che vorrebbe altro. La critica poi io l’accetto se è funzionale, ho preso tantissime cose dalle considerazioni che fanno i tifosi. Hanno messo uno striscione fuori un albergo con scritto ‘Comprati la Lazio’, rivolto ad Al-Thani. Ma la Lazio non è in vendita, non se la possono comprare, poi se andiamo a vedere quello che succede nel sistema sportivo italiano, dove l’80% sono proprietà estere, non mi sembra che stanno brillando a sufficienza”.
Poi sul primato cittadino: “Quello lo abbiamo sempre avuto, da quando sono presidente mi sembra che la Roma ha sempre veleggiato su posizioni di classifica inferiori. In termini di trofei vinti parlano i numeri. La mia competizione poi non è con la Roma, io guardo a casa mia. Mi interessa risolvere i problemi della mia società, rendendola più efficiente. La nostra è una famiglia, dove io metto la faccia: tant’è vero che attaccano sempre me. Ora però mi sembra che da altre parti cominciano a dire: ‘Avessimo noi un presidente come Lotito'”.
E ancora lo stadio: “Stiamo lavorando anche su quello, abbiamo tanti fronti aperti: abbiamo finito il centro sportivo, adesso inizieremo la prossima settimana i lavori dell’Academy, dove ci sarà una scuola, uno studentato e una foresteria. Coltiveremo i giovani del settori giovanili. Ci sarà anche una chiesa. Il calcio deve stare al servizio della gente, non al servizio di Claudio Lotito. Io coltivo un insieme di passioni che sono nate nel 1900: ho l’obbligo di preservarle e tramandarle. Il calcio deve insegnare qualcosa, deve aiutare i meno fortunati. Immaginate quanta gente c’è che non ha magari le possibilità fisiche o economiche. Dobbiamo essere utili alla società e riportare il sorriso alle persone meno fortunate, che soffrono ogni giorno”.
Poi sul rinnovo di Baroni: “L’ho scelto per una funzione e la sta interpretando al meglio perché si sente parte di questa famiglia, dove tutti sono figli e lui coordina questa famiglia con correttezza e rispetto dei singoli. Baroni deve essere un maestro di vita per loro. Io ho in testa la filosofia di Maestrelli, Baroni l’ho preso con quello scopo. Hanno detto che ho voluto ridimensionare, ma quale ridimensionamento: io non voglio più i nomi, voglio la sostanza, giocatori che entrano in campo con la voglia di dare il 100% per le persone che le sostengono. Quando la gente vede lottare e combattere poi si appaga, ed è giusto così. Se ricevono affetto devono ridarglielo. Pedro? Non è stato ceduto, è stato inserito nella lista Uefa, scegliendo lui invece che un altro: è un campione esemplare nel comportamento e nell’atteggiamento. La capacità dell’allenatore poi è quella di impiegare un giocatore in relazione alle sue capacità. Pedro essendo una persona intelligentissima, è sempre al posto giusto al momento giusto, ottiene risultati”.
L’argomento torna sullo stadio: “Ho preso l’impregno con l’amministrazione comunale che a metà novembre avrei portato uno studio di prefattibilità, cosa che avverrà perché il sottoscritto ha voluto far un progetto che sia funzionale all’efficienza dell’impianto alla luce di ciò che sono le normi attuali. Sono andato a prendere il direttore del dipartimento dell’Università dove all’epoca era ordinario Nervi, il suo erede diciamo. Poi ho preso un rappresentante della famiglia e altre persone titolate per organizzare dal punto di vista gestionale. Quando ho presentato il progetto tutti sono rimasti entusiasti. Lo Scudetto? Non ho mai promesso niente, non prometto: posso dire che lavorerò come ho sempre fatto per riportare la Lazio negli albori del calcio non solo nazionale ma internazionale”.
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