Al ritorno della Roma a Termini, Pellegrini, Mancini e altri senatori hanno avuto un confronto duro con circa 50 ultras: cosa è successo nella notte
La notte della Roma è lunga, lunghissima, sembra non finire mai. E va da Firenze fino alla capitale, casa giallorossa che in questo momento è diventata ostile alla squadra di Juric che con i viola è uscita con le ossa spaccate. Un 5-1 senza appello, in cui “abbiamo sbagliato tutto buttando 40 giorni di lavoro nel cesso”. Ma il clima nello spogliatoio del Franchi è quasi leggero rispetto a quello che ha poi ‘accolto’ i giocatori alla stazione Termini. La Roma è rientrata in città intorno alle 2 della notte, con circa mezz’ora di ritardo rispetto all’iniziale tabella di marcia. Ad attenderli la rabbia e la frustrazione di una cinquantina di tifosi giallorossi che intorno all’una si sono affacciati, anche loro attesi da una foltissima schiera di agenti di polizia che presidiavano ogni zona adiacente all’uscita da cui sarebbero apparsi i giocatori e lo staff per salire sui due pullman.
Il pokerissimo patito dalla squadra di Juric è stata la fatidica goccia di un vaso che già traboccava, per tanti e tanti motivi diversi. Il clima che si respirava era pessimo, ma comunque controllato dalle forze dell’ordine. Alle 2 in punto ecco uscire Mats Hummels, poi a ruota tutti gli altri. In mezzo allo staff spunta la figura di Lorenzo Pellegrini, il capitano, che si dirige scortato verso gli ultras che chiedevano a gran voce un confronto con il 7, già largamente contestato nelle ultime settimane. E l’hanno ottenuto (video in fondo all’articolo). Pellegrini non si è sottratto, raggiunto poi anche da Gianluca Mancini, altro senatore. Da lì è partito così il faccia a faccia, neanche a dirlo, con toni tutt’altro che dolci. “Dovete vincere, non ce la facciamo più”, “Avete rotto il ca…”, “Facciamo la guerra per voi”, “Spendiamo soldi e veniamo ripagati così”, “Dovete svegliarvi”, “Noi siamo più scog..onati di voi!” alcune delle frasi urlate a muso durissimo. Almeno alcune di quelle riportabili.
Un confronto dai toni aspri, con i due capitani giallorossi letteralmente faccia a faccia, sempre ovviamente con il cordone di agenti nel mezzo. Nel frattempo il resto della squadra, da Angelino a Hermoso, Paredes e Zalewski, osservava a qualche metro di distanza la scena prima di salire sul pullman. Verso la fine della discussione sono poi scesi Paulo Dybala, Leandro Paredes e Bryan Cristante, sostituito da Juric dopo mezz’ora e insieme a Mancini mai più rientrato in panchina dopo l’intervallo. I due centrocampisti sono stati tra i più contestati in assolito.
L’argentino anche per una scena che lo ha visto colto dalle telecamere mentre sorrideva a fine gara con Kean, il numero 4 anche per prestazioni e atteggiamento, sia in campo che fuori. La loro presenza è stata comunque fugace. Poi tutti via sul bus, accompagnati dai cori “Tirate fuori le palle”, “Tifiamo solo la maglia” e “Mer.e siete e mer.e resterete”. Totale della ‘chiacchierata’, poco meno di dieci minuti. Scene dure come non se ne vedevano da tempo, ben diverse dalle contestazioni fuori da Trigoria nel giorno dell’esonero di De Rossi. In questo momento l’aria è davvero pesante e la panchina di Ivan Juric è quanto mai scricchiolante, per non dire vicinissima a sgretolarsi. Già nelle prossime ore potrebbero arrivare novità. De Rossi è a New York (così come i Friedkin, un caso o magari no): DDR tornerebbe volentieri, ma non è assolutamente scontato che sarà poi effettivamente lui il nome.
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