Ivan Juric torna a parlare in conferenza stampa in piena bufera a Trigoria, alla vigilia di Roma-Torino che può decidere il suo futuro
La Roma torna in campo dopo la disfatta contro la Fiorentina e lo fa in un match insidioso come quello contro il Torino, ex squadra di Ivan Juric. È stata una settimana turbolenta a Trigoria, partita dal Franchi e passata per la stazione Termini e infine al centro sportivo. Squadra contestata, ma soprattutto rapporti tesissimi all’interno dello spogliatoio.
Per ora il tecnico croato resta in sella, ma i Friedkin valuteranno alla giornata e intanto continuano a sondare varie piste oltre al ritorno di De Rossi, chiesto dalla squadra ma non obiettivo della proprietà americana. Intanto Ivan Juric prende la parola (ore 12) proprio alla vigilia della sfida nella notte di Halloween all’Olimpico:
Che cambiamenti ha in testa dopo Firenze? “C’è stato un crollo emotivo. Dopo 40 giorni di buon lavoro, non eccellente, con buone prestazioni mi aspettavo un passo in avanti invece c’è stato un crollo totale. Magari dà una svolta in positivo, meglio a volte perdere così che perdere 1-0 e nascondere problemi che covano da anni. Se raccogliamo bene quello che è successo può essere una svolta, come successo al Milan di Pioli quando ha preso cinque gol dall’Atalanta, hanno detto lì di aver capito delle cose”.
Si lavora sulla testa in questi giorni? Sul Torino? “C’era di tutto in questi giorni. A Torino abbiamo fatto un bel lavoro in tre anni, lo sta facendo anche Vanoli, stanno facendo un buon campionato, hanno idee e valori, dobbiamo stare attenti tatticamente e anche emotivamente dobbiamo essere preparati”.
Percepisce che questa è la sua ultima spiaggia? “Non ci penso proprio. Mi fate ciclicamente queste domande, non mi preoccupo per niente. So le cose fatte bene e le altre meno”.
Dopo una sconfitta contro il Bodo, Mourinho non convocò quattro giocatori che restarono fuori dalla rosa. Può fare lo stesso? “La rosa della Roma non può permettersi esclusioni, anzi dobbiamo portare tutti dentro il più possibile, capire il significato della maglia, di dove siamo. Non escludere, anche perché non è momento di mercato, ma far presente cosa dobbiamo fare ora”.
Su quanto successo nello spogliatoio a Firenze. “Sono stati giorni di litigi pesanti, ma meglio che ci sia successo ora che è presto, che sia uscito fuori quanto era accumulato. Questi due giorni, sia con litigi che con le conversazioni, abbiamo indirizzato la barca almeno a livello di pensiero, su cosa devo fare io e la squadra. In quel senso la vedo come una cosa che il mio carattere preferisce, la certezza, lo scontro, andare con la testa alta e pulita piuttosto che fare chiacchiere alle spalle”.
Tutto questo condizionerà la formazione? “Cercherò di mettere la squadra migliore possibile in campo per vincere. Per me tutto chiuso, si riparte da 0-0. Ieri li ho visti contenti. Meglio perdere così che 1-0 continuando questo tran-tran”.
Cosa c’era di accumulato? La squadra voleva un altro allenatore? “Ho detto che ci sono stati scontri e litigi, ma rimane tra noi, non ne voglio parlare”.
Pellegrini ha detto che dovete guardarvi in faccia e dirvi la verità. Che cosa dovete dirvi tra voi? “Ci siamo detti la verità, all’inizio in modo violento poi più ragionevole. Io sono l’allenatore e devo allenare, concentrarmi su questo, preparare la partita. Il mio medico deve prendersi cura dei giocatori, il giocatore deve giocare. Questo è molto semplice. Non deve pensare ad altre cose, ma a come stoppare, correre, essere concentrato. E io devo far giocare la squadra al meglio, ognuno ha un lavoro preciso e deve occuparsi di quello e non di altro. La definizione dei ruoli è importantissima, ognuno si concentra sul suo e su dove veramente può incidere”.
Sono emerse anche differenze di vedute tattiche con la squadra? Ci saranno dei cambiamenti? “Si parla tanto di modo di giocare, ma in 7 partite avevamo preso 5 gol. L’anno scorso il Torino con questo modo di giocare ha preso 36 gol, la Roma 46. Sono solo scuse, se i giocatori non sono convinti me lo dicono e io me ne vado. E non mi risulta sia così. Hanno visto gli errori di Firenze e vogliono migliorare, hanno tutte le caratteristiche per fare le cose alla grande in entrambe le fasi. In questo non vedo problemi, si possono fare belle cose”.
Ha sentito i Friedkin in questi giorni? Pellegrini ha parlato di vuoto organizzativo, in questi confronti è emerso che la squadra si sente abbandonata? “Col presidente abbiamo contatti, abbiamo parlato bene di tutto. Queste sono tutte cose che tolgono il pensiero dal campo. Io devo allenare, il dottore deve curare, il giocatore giocare. Il primo giorno ho detto che non vedevo mancanze, anzi io preferisco che sia io a prendere le decisioni, che la società mi responsabilizzi e così la squadra. E noi dobbiamo fare risultati, il resto è distrazione. Ognuno deve fare il suo con grande umiltà, questa è la cura giusta per uscire da questa umiliazione. Dopo una sconfitta così si chiarisce bene tutto”.
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