Al termine dell’assemblea straordinaria per la modifica dello statuto federale ha parlato in conferenza il presidente Figc Gabriele Gravina
Giornata importante a Roma, all’Hilton di Fiumicino è stata votata la modifica dello statuto federale che ha aumentato il peso e l’importanza della Lega Serie A, che tuttavia non è assolutamente soddisfatta.
Nel pomeriggio è arrivata la conferenza stampa del presidente Gabriele Gravina: “La soddisfazione è aver privilegiato il rispetto dei principi della democrazia, un rispetto che va tutelato e salvaguardato. Poi aver lavorato su un equilibrio fondamentale, pensato in maniera responsabile alcune attività come l’autonomia della Lega di A, un gesto di responsabilità e questo ha un suo peso, che non è solo legato ai numeri. Che sono altamente significativi. Vorrei parlare di contenuti, siamo andati incontro alle esigenze della Lega di A, abbiamo copiato quanto richiesto dalla Lega Serie A. Al di là della presa di posizione politica della Lega Serie A significativa, il nostro è stato un gesto di responsabilità riconoscendole un peso.
Giornata importante per lei anche a livello emotivo, questo le fa fare pensieri sul suo futuro. “Io sto pensando a quello del calcio, il futuro di Gravina è una questione mia personale, il presidente della Figc non è un autocandidato, anche se lo può fare, ma una persona che viene considerata dalle componenti del calcio italiano una guida per il calcio italiano. Non ho paura, amarezza sì, ma emotivamente sono molto sereno come sempre. Il mio passaggio è per ripetere a me stesso alcuni slogan di incoraggiamento lasciando a tutta la platea un ‘alert’, girano soggetti molto dediti ad attività extra. E mi dispiace dover capire che sono due o tre legati allo stesso circolo vizioso, senza fare i nomi”.
“Siamo convinti che quella che un nostro amico comune ritiene una legge ‘dell’anche’, non ha prescrizioni a cui adeguarsi. Noi abbiamo fatto una scelta di politica federale interna, oltre agli stimoli. Noi non pensiamo la capacità dell’esercizio della democrazia, abbiamo tutti festeggiato quanto l’articolo 33 della Costituzione è stato approvato ma non mi sembra giusto che che dobbiamo basarci solo sul valore economico”.
La Serie A è la maggiore beneficiaria della riforma, i rappresentanti hanno evidenziato una divisione. Lei come la legge? “I voti vanno letti. Non c’è stato un voto favorevole, lo capisco, i 12 voti costanti di astensione hanno dimostrato insoddisfazione e disagio, mi sembra un voto di disagio tra chi ha compreso quanto è stato fatto e chi ha voluto nuovamente forzare la mano. Ma il risultato finale è molto chiaro, la Lega di A ha presentato stamattina una proposta e non mi sembra che abbia. ricevuto voti favorevoli”.
La Lega non ha avuto la sua unanimità nella sua proposta, dovrebbero fare delle riflessioni. Otto sono favorevoli, gli altri 12 non votano. “E non appoggiano una loro proposta, è una presa di posizione. Mi sembra evidente il posizionamento della Lega di A, ma non voglio entrare nelle dinamiche. Per settimane a noi è parso sempre un voto unanime, ma poi abbiamo visto che di unanime c’è poco. La dice lunga sulle diverse posizioni in termini di progettualità nel mondo del calcio. Pensare che una lega possa davvero credere di risolvere i suoi problemi con un consigliere in più o in meno è molto superficiale come approccio. Tutti insieme dobbiamo pensare che il calcio italiano ha bisogno di altro. Come mai questa tenacia su questa percentuale non è stata riversata sugli argomenti su cui mi batto da anni, senza nessun al mio fianco. Il presidente Cairo ha detto che busogna aumentare le risorse per il calcio e si batte. Dobbiamo stare attenti. Sono anni che parliamo di tax credit, si parla di stadi, non abbiamo chiesto contributi ma sburocratizzare, abbiamo chiesto l’un per cento sulle scommesse. Ci stiamo battendo, ma perché non sento una voce, quindi interessa la percentuale e il potere. Sono cose che non portano alla soluzione dei problemi. La politica italiana deve pensare a risolvere questi problemi, lasciando perdere le esercitazioni aritmetiche”.
Ha parlato di infamie e dossieraggi, questi sviluppi la preoccupano o può influenzare qualcosa? “Non è il caso di parlare a livello personale. Eloquente quello che ha detto il Gip e soprattutto un giudice terzo che si chiama Cantone. Noto tutto quello che c’è dietro quel tipo di attività di dossieraggio, che continua ancora su certe pagine e qualcuno si presta”.
Teme un nuovo intervento del Governo? “Io rispondo solo della politica federale, noi ci difenderemo fino in fondo. Il calcio è una molecola granitica, che deve affacciarsi nel mondo dello sport in maniera propositiva. Con la politica vogliamo dialogare, non essere arroganti. Quindi nessuna preoccupazione”.
Ha detto che si prenderà qualche giorno per decidere, quanto tempo le servirà? “A breve convocheremo un consiglio, abbiamo diversi impegni da programmare. Mi dispiace trasmettere amarezza, un po’ di rabbia sì. Quando sei bersaglio quotidiano di nefandezze di sottobosco non è normale. Lo vivo da sei anni. Sono un giunco, difficilmente mi spezzo, la mia forza è legata alla capacità di trasmettere serenità a tutte le componenti. Abbiamo avuto risultati straordinari per rilanciare un settore che vive difficoltà, portando avanti un progetto che trova riscontri in tante componenti. La Lega di A comincia a rendersi conto che tutto quello che abbiamo detto negli ultimi 2-3 mesi non era sbagliato. Oggi un piccolo cambiamento c’è stato, il giorno del 4 novembre lo considero molto importante, fondamentale per il calcio italiano”.